Uova, l'etichetta virtuosa per tutelare i consumatori
Il Movimento 3 Stelle in Puglia solleva la questione in Commissione Agricoltura del consiglio regionale
sabato 10 ottobre 2015
6.36
In occasione della giornata mondiale delle uova, celebrata ad Expo da Coldiretti, il M5S torna a chiedere che l'etichetta virtuosa di questo prodotto alimentare, in cui vengono indicati l'origine e il tipo di allevamento, venga estesa anche ad altri prodotti alimentari che attualmente omettono queste informazioni ritenute dai 5 Stelle fondamentali per la tutela del consumatore ed il benessere animale.
"Grazie al sistema di etichettatura delle uova, infatti, oggi possiamo sapere se quelle che acquistiamo provengono da galline allevate a terra o in gabbia ed è stato così possibile indirizzare anche le scelte dei consumatori verso sistemi di produzione più sostenibili – commenta il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura – È fondamentale, dunque, che questa trasparenza venga estesa anche ai prodotti trasformati che usano uova, ad esempio i dolci, e alle carni attualmente escluse come quella di coniglio. Non si tratta solamente di una questione etica nel rispetto degli animali ma anche della salute del consumatore e della sua libertà di scelta".
L'Italia è uno dei principali produttori di uova in Europa al punto che nei negozi e nei supermercati del territorio nazionale è quasi impossibile trovare uova fresche provenienti da altri Paesi, tuttavia ne vengono importate annualmente grandi quantità per la produzione di alimenti contenenti uova. Secondo i dati Eurostat, ogni anno l'Italia importa oltre 50 milioni di tonnellate di uova e ovoprodotti dalla Polonia, quasi 20 milioni dalla Spagna, 6 milioni dall'Olanda e poi da Romania, Francia, Slovacchia e persino Ucraina.
"Per questo ci sembra importante tutelare il più possibile il consumatori finale e, quindi, le produzioni nazionali, sulle quali i controlli sono efficaci – continua L'Abbate (M5S) – Al contempo, ho presentato in Commissione Agricoltura una ulteriore risoluzione per rivedere la normativa in materia di commercializzazione delle uova extra fresche così da sostenere, nel rispetto della disciplina comunitaria, la vendita di questa tipologia di uova presso i rivenditori locali esclusivamente nell'ambito dei circuiti di filiera corta. Un incentivo ai piccoli produttori a 'chilometro utile' in grado di alimentare un mercato locale a beneficio dell'ambiente e del consumatore finale nonché – conclude il deputato 5 Stelle – creandosi nuovi sbocchi commerciali sinora preclusi dalla burocrazia".
"Grazie al sistema di etichettatura delle uova, infatti, oggi possiamo sapere se quelle che acquistiamo provengono da galline allevate a terra o in gabbia ed è stato così possibile indirizzare anche le scelte dei consumatori verso sistemi di produzione più sostenibili – commenta il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura – È fondamentale, dunque, che questa trasparenza venga estesa anche ai prodotti trasformati che usano uova, ad esempio i dolci, e alle carni attualmente escluse come quella di coniglio. Non si tratta solamente di una questione etica nel rispetto degli animali ma anche della salute del consumatore e della sua libertà di scelta".
L'Italia è uno dei principali produttori di uova in Europa al punto che nei negozi e nei supermercati del territorio nazionale è quasi impossibile trovare uova fresche provenienti da altri Paesi, tuttavia ne vengono importate annualmente grandi quantità per la produzione di alimenti contenenti uova. Secondo i dati Eurostat, ogni anno l'Italia importa oltre 50 milioni di tonnellate di uova e ovoprodotti dalla Polonia, quasi 20 milioni dalla Spagna, 6 milioni dall'Olanda e poi da Romania, Francia, Slovacchia e persino Ucraina.
"Per questo ci sembra importante tutelare il più possibile il consumatori finale e, quindi, le produzioni nazionali, sulle quali i controlli sono efficaci – continua L'Abbate (M5S) – Al contempo, ho presentato in Commissione Agricoltura una ulteriore risoluzione per rivedere la normativa in materia di commercializzazione delle uova extra fresche così da sostenere, nel rispetto della disciplina comunitaria, la vendita di questa tipologia di uova presso i rivenditori locali esclusivamente nell'ambito dei circuiti di filiera corta. Un incentivo ai piccoli produttori a 'chilometro utile' in grado di alimentare un mercato locale a beneficio dell'ambiente e del consumatore finale nonché – conclude il deputato 5 Stelle – creandosi nuovi sbocchi commerciali sinora preclusi dalla burocrazia".