Vincenzo Di Tria, lascio il Partito Democratico
«Ne ho abbastanza di un partito che assume sempre più le sembianze di un partito di destra»
sabato 27 giugno 2015
18.12
Un'altra tegola sul Partito Drmocratico di Terlizzi. A pochi giorni dalle dimissioni (per motivi personale) del capogruppo in consiglio comunale Michele Berardi, tocca a Vincenzo di Tria annunciare l'addio al suo partito. Un addio tutto politico, quello dell'ex segretario cittadino ed ex sindaco. Un addio che in realtà era già nell'aria da tempo (Di Tria aveva aderito al movimento Uniti a Sinistra, pur restando organicamente nel Pd) ma che è maturato dopo la svolta renziana .
«Lascio il PD - scrive Di Tria sulla sua pagina Facebook. - Già da tempo mi interrogavo sulla mia collocazione in questo partito sempre più trasformato, sempre più diverso da quel soggetto politico di sinistra sognato da tanti militanti dei DS come me, che avevano accettato la sfida di confluire in una nuova aggregazione più capace di adattarsi alle mutate esigenze della società italiana, più moderna e meno permeata dalle ideologie del secolo scorso. La sfida è stata persa, o almeno così la penso io.»
L'ex primo cittadino punta il dito contro il Job Act e, soprattutto, contro la riforma sulla scuola voluta proprio da Renzi. «Il grande partito della sinistra italiana non è mai nato e chi ha continuato ad ispirarsi ai valori tipici della sinistra italiana è diventato minoranza irrilevante, in un partito che assume sempre più le sembianze di un partito di destra, che non dialoga con il suo mondo, che aborrisce la concertazione con le forze sociali, che umilia chi la pensa diversamente e che non valorizza ma schiaccia le diverse opinioni.»
«Ne ho abbastanza, non voglio più essere confuso con questo PD.
Sono stato tra i fondatori del Partito a Terlizzi, mi rattrista guardarmi indietro ma mi angoscia ancora di più guardare avanti e vedermi ancora lì.
Nel prossimo consiglio comunale annuncerò la mia uscita dal gruppo consigliare del PD.»
«Lascio il PD - scrive Di Tria sulla sua pagina Facebook. - Già da tempo mi interrogavo sulla mia collocazione in questo partito sempre più trasformato, sempre più diverso da quel soggetto politico di sinistra sognato da tanti militanti dei DS come me, che avevano accettato la sfida di confluire in una nuova aggregazione più capace di adattarsi alle mutate esigenze della società italiana, più moderna e meno permeata dalle ideologie del secolo scorso. La sfida è stata persa, o almeno così la penso io.»
L'ex primo cittadino punta il dito contro il Job Act e, soprattutto, contro la riforma sulla scuola voluta proprio da Renzi. «Il grande partito della sinistra italiana non è mai nato e chi ha continuato ad ispirarsi ai valori tipici della sinistra italiana è diventato minoranza irrilevante, in un partito che assume sempre più le sembianze di un partito di destra, che non dialoga con il suo mondo, che aborrisce la concertazione con le forze sociali, che umilia chi la pensa diversamente e che non valorizza ma schiaccia le diverse opinioni.»
«Ne ho abbastanza, non voglio più essere confuso con questo PD.
Sono stato tra i fondatori del Partito a Terlizzi, mi rattrista guardarmi indietro ma mi angoscia ancora di più guardare avanti e vedermi ancora lì.
Nel prossimo consiglio comunale annuncerò la mia uscita dal gruppo consigliare del PD.»