Vitagliano:«Da eterno candidato, una staffetta ideale per Comunità Civica»
La candidatura è stata annunciata dal paesologo Franco Arminio
lunedì 30 gennaio 2017
7.17
Momenti di attesa e di suspense hanno preceduto il proclama della candidatura a sindaco di Pasquale Vitagliano, che è stata annunciata dal poeta e scrittore Franco Arminio solamente nell'ultima parte dell'evento di Comunità Civica, tenutosi ieri mattina in via Aminale. Destando l'entusiasmo dei tanti presenti, Vitagliano con un discorso carico di pathos ha ironizzato sulla sua condizione di «eterno candidato» affermando, però, che «idealmente la staffetta viene consegnata a Comunità Civica». La coalizione è formata da Città Civile, La Corrente, Impegno Civico, UDC, Agricoltura e Floricultura e Cantieri dal basso.
Una scelta necessaria la terza candidatura, che per coloro che non masticano la storia politica terlizzese potrebbe sembrare «una coazione a ripetere, una sorta di condanna mitica». Ma Pasquale si definisce un «libertario» e punta sull'alternativa rappresentata dalle forze che lo sostengono. «Siamo partiti dal programma e non dal candidato sindaco: questo è un fatto inedito».
A partire da novembre scorso si sono infatti avvicendati laboratori programmatici per indirizzare le future linee d'azione sul welfare, lo sviluppo locale, l'ambiente, la macchina amministrativa, la cultura. «Abbiamo contribuito ad un aumento esponenziale dei luoghi della democrazia. Il programma del sogno ben si concilia con quello della realtà», commenta Donatella Azzolini, moderatrice dell'incontro.
La rivelazione del nome di Vitagliano si è dimostrata quasi una conseguenza naturale del leitmotiv della mattinata: il connubio tra storia e poesia, temi tanto cari al candidato sindaco. Nel primo giorno della merla, coincidente con la settantatreesima ricorrenza della cattura dei terlizzesi Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo, martiri delle Fosse Ardeatine, il paesologo Franco Arminio riflette con la sua verve eclettica sulla situazione generalizzata di «autismo corale» e sulla necessità che il candidato sindaco debba assurgere a «direttore d'orchestra». La politica è una composizione di interessi, in una sintesi tra passioni intime e passioni civili «Dovrete essere una giunta che produce benestare. Che alle parole seguano i fatti», esorta Arminio.
Vitagliano non si è espresso ancora sulle sue controparti politiche, sottolineando invece l'esigenza di concentrarsi sui «bisogni» delle persone. «Da domani inizia un percorso difficile. Fuori di lì non troveremo affatto un pranzo di gala. Ci aspetta il Vietnam, ma non ho alcun timore». Con un gioco di parole che vuole trasformare uno «spaesamento» diffuso in una sorta di «paesamento» che faccia innamorare della propria terra, Vitagliano raccoglie le energie per mettere in marcia i suoi sostenitori «Quante volte una persona si deve candidare per essere chiamato cittadino, per dimostrare di voler cambiare? È nostro compito procedere. Si potrebbe fallire, ma il fallimento è un rischio da sopportare per poter auspicare un cambiamento favorevole».
Una scelta necessaria la terza candidatura, che per coloro che non masticano la storia politica terlizzese potrebbe sembrare «una coazione a ripetere, una sorta di condanna mitica». Ma Pasquale si definisce un «libertario» e punta sull'alternativa rappresentata dalle forze che lo sostengono. «Siamo partiti dal programma e non dal candidato sindaco: questo è un fatto inedito».
A partire da novembre scorso si sono infatti avvicendati laboratori programmatici per indirizzare le future linee d'azione sul welfare, lo sviluppo locale, l'ambiente, la macchina amministrativa, la cultura. «Abbiamo contribuito ad un aumento esponenziale dei luoghi della democrazia. Il programma del sogno ben si concilia con quello della realtà», commenta Donatella Azzolini, moderatrice dell'incontro.
La rivelazione del nome di Vitagliano si è dimostrata quasi una conseguenza naturale del leitmotiv della mattinata: il connubio tra storia e poesia, temi tanto cari al candidato sindaco. Nel primo giorno della merla, coincidente con la settantatreesima ricorrenza della cattura dei terlizzesi Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo, martiri delle Fosse Ardeatine, il paesologo Franco Arminio riflette con la sua verve eclettica sulla situazione generalizzata di «autismo corale» e sulla necessità che il candidato sindaco debba assurgere a «direttore d'orchestra». La politica è una composizione di interessi, in una sintesi tra passioni intime e passioni civili «Dovrete essere una giunta che produce benestare. Che alle parole seguano i fatti», esorta Arminio.
Vitagliano non si è espresso ancora sulle sue controparti politiche, sottolineando invece l'esigenza di concentrarsi sui «bisogni» delle persone. «Da domani inizia un percorso difficile. Fuori di lì non troveremo affatto un pranzo di gala. Ci aspetta il Vietnam, ma non ho alcun timore». Con un gioco di parole che vuole trasformare uno «spaesamento» diffuso in una sorta di «paesamento» che faccia innamorare della propria terra, Vitagliano raccoglie le energie per mettere in marcia i suoi sostenitori «Quante volte una persona si deve candidare per essere chiamato cittadino, per dimostrare di voler cambiare? È nostro compito procedere. Si potrebbe fallire, ma il fallimento è un rischio da sopportare per poter auspicare un cambiamento favorevole».