“Wunder Kammer 2024”: il mobile delle meraviglie di diciotto artisti
La mostra è visitabile in via Pasquale Fiore n. 36
mercoledì 21 agosto 2024
Sino alla fine di agosto è visitabile in via Pasquale Fiore n.36, a Terlizzi, l'esposizione "Wunder Kammer 2024" a cui hanno preso parte ben diciotto artisti ceramisti. L'idea ruota intorno a un mobile risalente alla prima metà del secolo scorso: esso, inizialmente, fungeva da contenitore posizionato all'interno delle botteghe di generi alimentari dove venivano riposti, nei diciotto cassetti, pasta, riso, legumi e farina. Successivamente, fu utilizzato in una marmeria, cambiando radicalmente genere di contenuti. Infine, è stato donato al terlizzese Paolo De Santoli che ha accolto la volontà di chi ha sollecitato un puntuale restauro conservativo.
«In questa gestazione, un pensiero personale si è affacciato prepotentemente, ossia quello di paragonare questo articolato mobilio a una mia opera dal nome "VasiComuniCanti"», spiega De Santoli, «D'altronde questo concetto è una costante in parecchi campi come l'agricoltura, l'industria, la medicina, la nautica, la scienza ambientale, l'orologeria. Quindi una presenza rilevante che rende un concetto essenziale, quasi universale, non solo nella fisica, ma anche nelle arti».
Il mobile, dunque, gode oggi di una terza vita che evoca le famose "wunder kammer", cioè le "stanze delle meraviglie" dove venivano raccolti e collezionati manufatti, ma anche conservati stranissimi reperti naturali, vegetali e animali. L' osservatore, così, deve essere mosso da curiosità, dato che dovrà aprire i cassetti per poter visionare le proposte artistiche dei maestri delle arti visuali ceramiche.
Consisterà, per l'appunto, nei "VasiComuniCanti" l'installazione di Paolo De Santoli, che consta di diverse piccole strutture in ceramica Raku. Dario Carmentano ha contribuito con "utensile perduto", terracotta e scritta su carta, di dimensioni variabili. Mara Van Wees ha apportato il suo estro con "Hidden Gates", costruzione a lastre, argilla refrettaria 1000°, smalti e ingobbi. L'opera di Ezia Mitolo porta il titolo di "non ci voglio pensare" e riguarda terrecotte smaltate e a ingobbio. Giorgio Di Palma ha realizzato "cassetto", installazione in ceramica e di misure variabili. "Catarsi" è la terracotta di Antonella Ventola. Sabino De Nichilo con "rivelazione" si è cimentato nel lavorare porcellana-smalti-metalli refrattari. "Mare dentro" di Donatella Di Bisceglie è la maiolica con stampaggio a mano e decorazione impressa-applicata di cristalline colorate. Di Jasmine Pignatelli è "Landless" incentrato su codice morse, ceramica, terra. I sei pezzi di figurine in lastra ceramica, dal titolo "Intimo", sono di Pierluca Cetera. Antonio Cicchelli si distingue per i suoi "tra-volti", ceramica smaltata a gran fuoco. È di Anna Di Cuia "aCampana", piccola installazione di più elementi che rievocano un vicinato tipico dei Sassi; si tratta di una realizzazione ceramica con tecnica Kurinuki. Con Antonio Vestita si ammira "mediterraneo, la porta del nuovo mondo": graffito prodotto con tecnica antichissima con ago infisso in canna di bambù per intraprendere un viaggio senza tempo. Giuseppe Di Muro (Peppe) ha creato "Non Aprire Fallo": una realizzazione di terracotta, legni e specchi. È di Gaetano Branca "terra crepata", opera realizzata al tornio con cottura Raku in riduzione. Riccardo Monachesi si è focalizzato su "Disasse", ceramica con lastra a stampo e smalto. È di Marco Fusco "Lingotto, o' ciuccio d'oro, 18 car(ri)ati", maiolica con oro al terzo fuoco. Massimo Nardi si differenzia per il suo "not smoking", ceramica smaltata a duplice cottura. A Danilo De Lucia afferisce "qualcuno ha perso la testa", installazione di tre piccole opere in cottura raku americana a temperatura di 920° e riduzione in segatura di cipresso.
«In questa gestazione, un pensiero personale si è affacciato prepotentemente, ossia quello di paragonare questo articolato mobilio a una mia opera dal nome "VasiComuniCanti"», spiega De Santoli, «D'altronde questo concetto è una costante in parecchi campi come l'agricoltura, l'industria, la medicina, la nautica, la scienza ambientale, l'orologeria. Quindi una presenza rilevante che rende un concetto essenziale, quasi universale, non solo nella fisica, ma anche nelle arti».
Il mobile, dunque, gode oggi di una terza vita che evoca le famose "wunder kammer", cioè le "stanze delle meraviglie" dove venivano raccolti e collezionati manufatti, ma anche conservati stranissimi reperti naturali, vegetali e animali. L' osservatore, così, deve essere mosso da curiosità, dato che dovrà aprire i cassetti per poter visionare le proposte artistiche dei maestri delle arti visuali ceramiche.
Consisterà, per l'appunto, nei "VasiComuniCanti" l'installazione di Paolo De Santoli, che consta di diverse piccole strutture in ceramica Raku. Dario Carmentano ha contribuito con "utensile perduto", terracotta e scritta su carta, di dimensioni variabili. Mara Van Wees ha apportato il suo estro con "Hidden Gates", costruzione a lastre, argilla refrettaria 1000°, smalti e ingobbi. L'opera di Ezia Mitolo porta il titolo di "non ci voglio pensare" e riguarda terrecotte smaltate e a ingobbio. Giorgio Di Palma ha realizzato "cassetto", installazione in ceramica e di misure variabili. "Catarsi" è la terracotta di Antonella Ventola. Sabino De Nichilo con "rivelazione" si è cimentato nel lavorare porcellana-smalti-metalli refrattari. "Mare dentro" di Donatella Di Bisceglie è la maiolica con stampaggio a mano e decorazione impressa-applicata di cristalline colorate. Di Jasmine Pignatelli è "Landless" incentrato su codice morse, ceramica, terra. I sei pezzi di figurine in lastra ceramica, dal titolo "Intimo", sono di Pierluca Cetera. Antonio Cicchelli si distingue per i suoi "tra-volti", ceramica smaltata a gran fuoco. È di Anna Di Cuia "aCampana", piccola installazione di più elementi che rievocano un vicinato tipico dei Sassi; si tratta di una realizzazione ceramica con tecnica Kurinuki. Con Antonio Vestita si ammira "mediterraneo, la porta del nuovo mondo": graffito prodotto con tecnica antichissima con ago infisso in canna di bambù per intraprendere un viaggio senza tempo. Giuseppe Di Muro (Peppe) ha creato "Non Aprire Fallo": una realizzazione di terracotta, legni e specchi. È di Gaetano Branca "terra crepata", opera realizzata al tornio con cottura Raku in riduzione. Riccardo Monachesi si è focalizzato su "Disasse", ceramica con lastra a stampo e smalto. È di Marco Fusco "Lingotto, o' ciuccio d'oro, 18 car(ri)ati", maiolica con oro al terzo fuoco. Massimo Nardi si differenzia per il suo "not smoking", ceramica smaltata a duplice cottura. A Danilo De Lucia afferisce "qualcuno ha perso la testa", installazione di tre piccole opere in cottura raku americana a temperatura di 920° e riduzione in segatura di cipresso.