Zuppi su don Tonino: «La sua vita è stata la sua più grande omelia»
Le parole del presidente della Conferenza Episcopale Italiana per il trentennale dalla morte del Venerabile vescovo
venerdì 21 aprile 2023
Il presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi, ha incontrato nel pomeriggio di ieri, 20 aprile, la stampa a Molfetta prima di presiedere in Cattedrale la messa per il 30esimo anniversario di morte del Venerabile don Tonino Bello.
«Don Tonino è l'esempio ancora attuale di che significa essere padre e di che significa vivere il servizio rivolto a una diocesi con passione concreta, attuale e universale. La sua vita - ha aggiunto il cardinale - è stata la sua più grande omelia e ha anticipato la 'Fratelli tutti' di Papa Francesco, lanciando messaggi di pace e solidarietà che suonano spesso come una vera profezia per il nostro tempo, sempre più tormentato dall'indifferenza, dalla violenza e dalla mancanza di solidarietà».
«Don Tonino temeva che le nostre comunità diventassero delle comfort zone - ha spiegato Zuppi - non perché il pericolo era il suo mestiere ma perché il mondo non è una comfort zone. Non se ne stava tranquillo, se le andava a cercare e in questo coinvolgeva tutti perché era fermamente convinto del fatto che solo il dialogo potesse fare la differenza, sia nelle piccole cose quotidiane che sui grandi temi internazionali».
«Se lui fosse ancora qui con noi oggi, il suo sforzo sarebbe quello del dialogo e della pace da cercare a tutti i costi. E si sarebbe di sicuro inventato qualcosa per provare a risolvere anche le grandi guerre in corso non lontano da noi», ha concluso.
«Don Tonino è l'esempio ancora attuale di che significa essere padre e di che significa vivere il servizio rivolto a una diocesi con passione concreta, attuale e universale. La sua vita - ha aggiunto il cardinale - è stata la sua più grande omelia e ha anticipato la 'Fratelli tutti' di Papa Francesco, lanciando messaggi di pace e solidarietà che suonano spesso come una vera profezia per il nostro tempo, sempre più tormentato dall'indifferenza, dalla violenza e dalla mancanza di solidarietà».
«Don Tonino temeva che le nostre comunità diventassero delle comfort zone - ha spiegato Zuppi - non perché il pericolo era il suo mestiere ma perché il mondo non è una comfort zone. Non se ne stava tranquillo, se le andava a cercare e in questo coinvolgeva tutti perché era fermamente convinto del fatto che solo il dialogo potesse fare la differenza, sia nelle piccole cose quotidiane che sui grandi temi internazionali».
«Se lui fosse ancora qui con noi oggi, il suo sforzo sarebbe quello del dialogo e della pace da cercare a tutti i costi. E si sarebbe di sicuro inventato qualcosa per provare a risolvere anche le grandi guerre in corso non lontano da noi», ha concluso.