Coppa Italia Nazionale di serie D e di Divisione: Manfredi scrive alle società
Una missiva per spiegare il significato che sta alla base delle manifestazioni
mercoledì 21 aprile 2021
00.14
A seguito dell'indizione delle Coppe Italia di Serie D, di Divisione e del Trofeo Naz. U12 VolleyS3, il presidente della Federazione Italiana Pallavolo Giuseppe Manfredi ha voluto scrivere a tutte le società per spiegare il significato che sta alla base delle manifestazioni. Lettera che riportiamo integralmente e che ovviamente tra le altre ha avuto come destinatarie le società terlizzesi della Polis Terlizzi, Scuola di Pallavolo Terlizzi e Terlizzi Volley.
«Cari Presidenti, con queste mie poche righe, vorrei provare a spiegare a ciascuno di voi il significato vero che è alla base delle Coppe Italia di Serie D e di Divisione, oltre che del Trofeo Nazionale Under12 VolleyS3, al fine di sgomberare il campo da equivoci e in alcuni casi da polemiche che ritengo sterili e soprattutto non contestualizzabili nel particolare momento che stiamo vivendo.
La voglia di ripartire, di dare alle nostre società e soprattutto agli atleti la possibilità di riprendere un minimo di attività dal valore più sociale che agonistico, nel rispetto degli stati d'animo di ciascuno di fronte al problema COVID19, ha portato la Federazione a strutturare delle manifestazioni con valenza Nazionale e con formule semplici e con meno vincoli possibili; chiaro l'obiettivo di favorire il ritorno in palestra, in piena sicurezza, dando a tutti una opportunità, che tra l'altro, in termini agonistici, potrebbe avere anche un valore nella strutturazione degli organici della prossima stagione.
Ora, detto ciò, auspico che ciascuno di voi riesca a comprendere il messaggio federale per la ripartenza, vivendo queste manifestazioni come una occasione da dare anche ai nostri atleti che non hanno avuto l'opportunità di giocare in maniera continuativa nei campionati nazionali, di potersi confrontare con lo sport amato e tornare a vivere le emozioni che solo il campo può dare; non quindi una corsa al risultato a tutti i costi, utilizzando escamotage, che seppur fanno vincere sul campo, sicuramente non aiutano tutto il nostro movimento a riprendere quel percorso si agonistico, ma soprattutto sociale ed educativo, che da sempre ci viene riconosciuto.
Non mi resta quindi che appellarmi al senso di responsabilità di ciascuno, nessuno escluso, privilegiando oggi il divertimento e il "ritorno al gioco", certo che, se anche in questo facciamo squadra, riusciremo a riappropriarci dei nostri spazi e soprattutto riapriremo tutti i dibattitti tecnico regolamentari, per favorire la crescita degli atleti e il miglioramento dei percorsi agonistici».
«Cari Presidenti, con queste mie poche righe, vorrei provare a spiegare a ciascuno di voi il significato vero che è alla base delle Coppe Italia di Serie D e di Divisione, oltre che del Trofeo Nazionale Under12 VolleyS3, al fine di sgomberare il campo da equivoci e in alcuni casi da polemiche che ritengo sterili e soprattutto non contestualizzabili nel particolare momento che stiamo vivendo.
La voglia di ripartire, di dare alle nostre società e soprattutto agli atleti la possibilità di riprendere un minimo di attività dal valore più sociale che agonistico, nel rispetto degli stati d'animo di ciascuno di fronte al problema COVID19, ha portato la Federazione a strutturare delle manifestazioni con valenza Nazionale e con formule semplici e con meno vincoli possibili; chiaro l'obiettivo di favorire il ritorno in palestra, in piena sicurezza, dando a tutti una opportunità, che tra l'altro, in termini agonistici, potrebbe avere anche un valore nella strutturazione degli organici della prossima stagione.
Ora, detto ciò, auspico che ciascuno di voi riesca a comprendere il messaggio federale per la ripartenza, vivendo queste manifestazioni come una occasione da dare anche ai nostri atleti che non hanno avuto l'opportunità di giocare in maniera continuativa nei campionati nazionali, di potersi confrontare con lo sport amato e tornare a vivere le emozioni che solo il campo può dare; non quindi una corsa al risultato a tutti i costi, utilizzando escamotage, che seppur fanno vincere sul campo, sicuramente non aiutano tutto il nostro movimento a riprendere quel percorso si agonistico, ma soprattutto sociale ed educativo, che da sempre ci viene riconosciuto.
Non mi resta quindi che appellarmi al senso di responsabilità di ciascuno, nessuno escluso, privilegiando oggi il divertimento e il "ritorno al gioco", certo che, se anche in questo facciamo squadra, riusciremo a riappropriarci dei nostri spazi e soprattutto riapriremo tutti i dibattitti tecnico regolamentari, per favorire la crescita degli atleti e il miglioramento dei percorsi agonistici».