Un carico di foglie dei carciofi scaricato sotto il ponte di Via Sovereto
FOTO. L'altra faccia della raccolta differenziata
martedì 23 febbraio 2016
19.58
iReport
Venerdi 25 febbraio potrà considerarsi chiuso il primo cerchio concentrico del paese in cui è stato avviata la raccolta differenziata porta a porta. Da ieri i classici cassonetti della spazzatura su Viale dei Lilium, Viale delle Mimose, Viale Italia fino a Viale Pacecco hanno sfoggiato l'adesivo con l'avviso di un loro imminente spostamento. Insomma, a due settimana dallo start solo parte della periferia terlizzese e la frazione di Sovereto già usa i mastelli. In queste due settimane non sono mancati i primi furbacchioni che hanno scaricato i rifiuti nelle campagne.
La segnalazione che ci ha inviato Mariella riguarda quello che accade nelle zone di campagne nella periferia di Terlizzi. Le foto arrivate in redazione (all'indirizzo info@terlizziviva.it) si riferiscono alla complanare nei pressi del ponte di via Sovereto prima di immettersi sulla provinciale 231. Sui bordi della strada si raccolgono rifiuti di ogni genere. Mentre nella sera di sabato scorso lungo quella stessa strada è stato scaricato un carico intero di foglie di carciofi (come testimoniano le foto scattate in notturna): qualcuno ha pensato gli scarti dei prodotti agricoli, piuttosto che finire nell'umido, potessero essere gettati nel terreno.
Carmen Rubini
La segnalazione che ci ha inviato Mariella riguarda quello che accade nelle zone di campagne nella periferia di Terlizzi. Le foto arrivate in redazione (all'indirizzo info@terlizziviva.it) si riferiscono alla complanare nei pressi del ponte di via Sovereto prima di immettersi sulla provinciale 231. Sui bordi della strada si raccolgono rifiuti di ogni genere. Mentre nella sera di sabato scorso lungo quella stessa strada è stato scaricato un carico intero di foglie di carciofi (come testimoniano le foto scattate in notturna): qualcuno ha pensato gli scarti dei prodotti agricoli, piuttosto che finire nell'umido, potessero essere gettati nel terreno.
Carmen Rubini