Vandalizzate alcune opere in ceramica del concorso Terrafuoco
Amarezza del Sindaco De Chirico e dell'Assessore De Palma
martedì 17 dicembre 2024
iReport
Frustrazione, delusione e sconforto sono le sensazioni che trapelano a caldo a seguito degli ennesimi atti vandalici registratisi a Terlizzi e scagliati, questa volta, a danno di talune installazioni site in corso Dante, in particolare ubicate nelle aiuole e nella rotatoria nei pressi della chiesa Immacolata. Sono state, infatti, distrutte, alcune opere in ceramica artistica e artigianale proposte al concorso "Terrafuoco" conclusosi lo scorso fine novembre.
Le creazioni erano state appositamente collocate in alcune zone della nostra città per far interagire l'arte con l'ambiente urbano: l'intento era quello non solo di abbellire i quartieri, ma anche di far inebriare i terlizzesi della vena talentuosa e fantasiosa dei rispettivi autori. Duole il cuore nell'assistere allo scempio compiuto a fronte dell'impegno dell'amministrazione comunale e del relativo stanziamento di risorse per rendere il territorio più accogliente.
Né questi gesti delinquenziali possono giustificarsi come semplici bravate, rappresentando, al contrario, delle ipotesi di reato perseguibili. Non avere cura degli spazi pubblici è come disprezzare la propria casa: gli autori di condotte criminali – che purtroppo sono frequenti e variegate, non assestandosi su meri episodi sporadici – recano nocumento non solo al resto dei terlizzesi, ma anche a se stessi, mostrando insensibilità verso aspetti che riguardano anche l'incentivazione del loro benessere.
«L'arte genera bellezza e noi attraverso l'installazione di pregevoli opere d'arte vogliamo rendere la nostra città sempre più bella ed accogliente. Non riesco a comprendere quale oscuro impulso possa spingere qualcuno a compiere un gesto così vile: distruggere un'opera d'arte in ceramica, realizzata nel concorso appena concluso, posizionata sull'aiuola di un crocevia in pieno centro», è la condivisibile riflessione scritta sui social dal Sindaco Michelangelo De Chirico che rileva con rammarico l'accaduto.
Una tristezza palpabile che, però, ha indotto il primo cittadino a non limitarsi a constatare la bruttura di comportamenti irrispettosi, ma a denunciare il fatto alle autorità, invitando, peraltro, i soggetti responsabili a costituirsi e a scusarsi pubblicamente, al fine di riconoscere gli errori commessi e a prodigarsi per riparare quanto malamente realizzato. «Che sia stato un atto impulsivo o premeditato, è innegabile che si tratti di una ferita profonda alla nostra comunità. Come Sindaco e cittadino terlizzese sono profondamente amareggiato e determinato a far luce su questo episodio. Mi recherò questa mattina [ndr: lunedì 16 dicembre] presso la Tenenza dei Carabinieri per sporgere denuncia e avviare le indagini necessarie. Chiedo a tutti i cittadini di collaborare e di segnalare eventuali informazioni utili. A chi ha compiuto questo atto vandalico, lancio un appello: la nostra comunità è fatta di persone buone e generose, l'autore del gesto avrà ancora la possibilità di dimostrare di farne parte, presentandosi nella stanza del Sindaco e chiedendo scusa pubblicamente».
Talvolta, l'annichilimento dei beni che non rientrano nella proprietà privata scaturisce dalla prepotenza di dimostrare una forza impositiva sull'altro. La soverchieria delle azioni, tuttavia, denota tutt'altro, manifestando, al contrario, un'empatia minima o ridotta verso il prossimo, oltre che un'incapacità di preservare il valore arricchente degli oggetti.
Un senso di avvilimento pervade anche Michelangelo De Palma, Assessore alle attività produttive e all'artigianato, in fase di metabolizzazione dell'annientamento del lavoro svolto con entusiasmo e passione. «Sono davvero senza parole, provo a razionalizzare la cosa, ma al momento non ci riesco. Sono molto amareggiato».
Certo è che il fisiologico iniziale scoramento deve essere corredato da una successiva volontà di rivalsa verso una così abietta sopraffazione, attraverso la presa in carico, da parte dell'intera cittadinanza, di una continua salvaguardia del patrimonio pubblico, prestando massima attenzione all'ambiente in cui si vive, in modo da arginare i rischi di ulteriori danneggiamenti e tendere a ulteriori interventi di miglioramento della città.
Le creazioni erano state appositamente collocate in alcune zone della nostra città per far interagire l'arte con l'ambiente urbano: l'intento era quello non solo di abbellire i quartieri, ma anche di far inebriare i terlizzesi della vena talentuosa e fantasiosa dei rispettivi autori. Duole il cuore nell'assistere allo scempio compiuto a fronte dell'impegno dell'amministrazione comunale e del relativo stanziamento di risorse per rendere il territorio più accogliente.
Né questi gesti delinquenziali possono giustificarsi come semplici bravate, rappresentando, al contrario, delle ipotesi di reato perseguibili. Non avere cura degli spazi pubblici è come disprezzare la propria casa: gli autori di condotte criminali – che purtroppo sono frequenti e variegate, non assestandosi su meri episodi sporadici – recano nocumento non solo al resto dei terlizzesi, ma anche a se stessi, mostrando insensibilità verso aspetti che riguardano anche l'incentivazione del loro benessere.
«L'arte genera bellezza e noi attraverso l'installazione di pregevoli opere d'arte vogliamo rendere la nostra città sempre più bella ed accogliente. Non riesco a comprendere quale oscuro impulso possa spingere qualcuno a compiere un gesto così vile: distruggere un'opera d'arte in ceramica, realizzata nel concorso appena concluso, posizionata sull'aiuola di un crocevia in pieno centro», è la condivisibile riflessione scritta sui social dal Sindaco Michelangelo De Chirico che rileva con rammarico l'accaduto.
Una tristezza palpabile che, però, ha indotto il primo cittadino a non limitarsi a constatare la bruttura di comportamenti irrispettosi, ma a denunciare il fatto alle autorità, invitando, peraltro, i soggetti responsabili a costituirsi e a scusarsi pubblicamente, al fine di riconoscere gli errori commessi e a prodigarsi per riparare quanto malamente realizzato. «Che sia stato un atto impulsivo o premeditato, è innegabile che si tratti di una ferita profonda alla nostra comunità. Come Sindaco e cittadino terlizzese sono profondamente amareggiato e determinato a far luce su questo episodio. Mi recherò questa mattina [ndr: lunedì 16 dicembre] presso la Tenenza dei Carabinieri per sporgere denuncia e avviare le indagini necessarie. Chiedo a tutti i cittadini di collaborare e di segnalare eventuali informazioni utili. A chi ha compiuto questo atto vandalico, lancio un appello: la nostra comunità è fatta di persone buone e generose, l'autore del gesto avrà ancora la possibilità di dimostrare di farne parte, presentandosi nella stanza del Sindaco e chiedendo scusa pubblicamente».
Talvolta, l'annichilimento dei beni che non rientrano nella proprietà privata scaturisce dalla prepotenza di dimostrare una forza impositiva sull'altro. La soverchieria delle azioni, tuttavia, denota tutt'altro, manifestando, al contrario, un'empatia minima o ridotta verso il prossimo, oltre che un'incapacità di preservare il valore arricchente degli oggetti.
Un senso di avvilimento pervade anche Michelangelo De Palma, Assessore alle attività produttive e all'artigianato, in fase di metabolizzazione dell'annientamento del lavoro svolto con entusiasmo e passione. «Sono davvero senza parole, provo a razionalizzare la cosa, ma al momento non ci riesco. Sono molto amareggiato».
Certo è che il fisiologico iniziale scoramento deve essere corredato da una successiva volontà di rivalsa verso una così abietta sopraffazione, attraverso la presa in carico, da parte dell'intera cittadinanza, di una continua salvaguardia del patrimonio pubblico, prestando massima attenzione all'ambiente in cui si vive, in modo da arginare i rischi di ulteriori danneggiamenti e tendere a ulteriori interventi di miglioramento della città.