Cronaca
A Terlizzi «opera il clan Dello Russo, contiguo al clan Conte»
Lo afferma la Direzione Investigativa Antimafia evidenziando «la sua assoluta egemonia nei traffici di stupefacenti»
Terlizzi - venerdì 26 febbraio 2021
13.16
A Terlizzi «opera il clan Dello Russo, contiguo al clan Conte di Bitonto, per il cui tramite anche il sodalizio terlizzese sarebbe riconducibile al clan Capriati», dedito al traffico di sostanze stupefacenti e alle estorsioni. Ecco la foto della Direzione Investigativa Antimafia relativa al primo semestre 2020, in piena pandemia.
«In provincia di Bari - si legge sul dossier - la stretta contiguità territoriale e la comunanza d'interessi con le grandi consorterie mafiose del capoluogo continuano a caratterizzare le vicende criminali dei gruppi operanti in provincia, dove il controllo, a cura delle maggiori strutture mafiose del capoluogo, si esercita attraverso fidati referenti e riti di affiliazione: i clan dimostrano una forte propensione a rigenerarsi continuamente nonostante l'incessante azione repressiva dello Stato».
L'Antimafia, nei comuni a nord di Bari, fra cui Terlizzi, «rileva la presenza di gruppi criminali riconducibili agli alleati clan Capriati e Mercante-Diomede, proiettati anche nelle aree a sud della città. In particolare, nel territorio di Terlizzi, «opera il clan Dello Russo, contiguo al clan Conte di Bitonto, per il cui tramite il sodalizio terlizzese sarebbe riconducibile al clan Capriati», dedito principalmente al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni e alla gestione del gioco d'azzardo.
A Terlizzi «i riscontri dell'operazione "Anno Zero", conclusa il 7 gennaio 2020 dai Carabinieri nei confronti di 27 soggetti contigui al clan Dello Russo, responsabili di traffico di stupefacenti, con l'aggravante della disponibilità di armi, hanno rimarcato l'assoluta egemonia nei traffici di stupefacenti e la capacità di mantenere importanti rapporti "commerciali", oltre che con il "capo e promotore" del sodalizio Conte, anche con narcotrafficanti attivi nell'area di Cerignola ed a Lecce».
Inoltre «dalle attività investigative, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia - si legge a pagina 260 - è scaturito, nel mese di aprile, anche il sequestro preventivo (il provvedimento è scaturito dagli esiti di un'attività investigativa che ha consentito di documentare la provenienza illecita e l'intestazione fittizia dei beni, del valore complessivo di oltre 650 mila euro, ndr) di beni riconducibili a un esponente del clan Dello Russo fittiziamente intestati alla madre».
Il territorio della provincia di Bari, e quindi anche Terlizzi, continua ad essere interessato da «rapine riconducibili tanto a eventi isolati quanto ad un vero e proprio metodo di approvvigionamento di liquidità ben collaudato - si legge a pagina 262 -. Tuttavia, in un momento storico connotato dall'emergenza pandemica, che ha visto la chiusura quasi totale di tutte le attività commerciali, il fenomeno ha subito una rilevante flessione come accaduto anche per gli altri reati predatori».
E infatti, «da una siffatta situazione - continua l'Antimafia - è emersa la tendenza della locale criminalità a fronteggiare le criticità del periodo storico indirizzando la propria azione prevalentemente nei confronti dei settori esclusi dal lockdown, in particolare quello della filiera agroalimentare, compresa la distribuzione ed il trasporto». E nel futuro la criminalità potrebbe cercare di valorizzare anche altri settori, come quello dei furti e delle rapine in danno degli autotrasportatori.
Ed il riferimento, fra le zone periferiche dell'hinterland a nord del capoluogo, è proprio alle arterie di comunicazione principalmente percorse da tali veicoli, fra cui la strada provinciale 231. Per concludere in tema di direttrici illecite, «s'è continuato a rilevare una notevole disponibilità di armi, dimostrato dai vari sequestri».
«In provincia di Bari - si legge sul dossier - la stretta contiguità territoriale e la comunanza d'interessi con le grandi consorterie mafiose del capoluogo continuano a caratterizzare le vicende criminali dei gruppi operanti in provincia, dove il controllo, a cura delle maggiori strutture mafiose del capoluogo, si esercita attraverso fidati referenti e riti di affiliazione: i clan dimostrano una forte propensione a rigenerarsi continuamente nonostante l'incessante azione repressiva dello Stato».
L'Antimafia, nei comuni a nord di Bari, fra cui Terlizzi, «rileva la presenza di gruppi criminali riconducibili agli alleati clan Capriati e Mercante-Diomede, proiettati anche nelle aree a sud della città. In particolare, nel territorio di Terlizzi, «opera il clan Dello Russo, contiguo al clan Conte di Bitonto, per il cui tramite il sodalizio terlizzese sarebbe riconducibile al clan Capriati», dedito principalmente al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni e alla gestione del gioco d'azzardo.
A Terlizzi «i riscontri dell'operazione "Anno Zero", conclusa il 7 gennaio 2020 dai Carabinieri nei confronti di 27 soggetti contigui al clan Dello Russo, responsabili di traffico di stupefacenti, con l'aggravante della disponibilità di armi, hanno rimarcato l'assoluta egemonia nei traffici di stupefacenti e la capacità di mantenere importanti rapporti "commerciali", oltre che con il "capo e promotore" del sodalizio Conte, anche con narcotrafficanti attivi nell'area di Cerignola ed a Lecce».
Inoltre «dalle attività investigative, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia - si legge a pagina 260 - è scaturito, nel mese di aprile, anche il sequestro preventivo (il provvedimento è scaturito dagli esiti di un'attività investigativa che ha consentito di documentare la provenienza illecita e l'intestazione fittizia dei beni, del valore complessivo di oltre 650 mila euro, ndr) di beni riconducibili a un esponente del clan Dello Russo fittiziamente intestati alla madre».
Il territorio della provincia di Bari, e quindi anche Terlizzi, continua ad essere interessato da «rapine riconducibili tanto a eventi isolati quanto ad un vero e proprio metodo di approvvigionamento di liquidità ben collaudato - si legge a pagina 262 -. Tuttavia, in un momento storico connotato dall'emergenza pandemica, che ha visto la chiusura quasi totale di tutte le attività commerciali, il fenomeno ha subito una rilevante flessione come accaduto anche per gli altri reati predatori».
E infatti, «da una siffatta situazione - continua l'Antimafia - è emersa la tendenza della locale criminalità a fronteggiare le criticità del periodo storico indirizzando la propria azione prevalentemente nei confronti dei settori esclusi dal lockdown, in particolare quello della filiera agroalimentare, compresa la distribuzione ed il trasporto». E nel futuro la criminalità potrebbe cercare di valorizzare anche altri settori, come quello dei furti e delle rapine in danno degli autotrasportatori.
Ed il riferimento, fra le zone periferiche dell'hinterland a nord del capoluogo, è proprio alle arterie di comunicazione principalmente percorse da tali veicoli, fra cui la strada provinciale 231. Per concludere in tema di direttrici illecite, «s'è continuato a rilevare una notevole disponibilità di armi, dimostrato dai vari sequestri».