Eventi e cultura
Al Mat c'è il folk di Micah P. Hinson
Mercoledì 12 dicembre sarà sul palco con il nuovo "When I Shoot at You With Arrows, I Will Shoot To Destroy You"
Terlizzi - martedì 11 dicembre 2018
7.04
Con il folksinger texano Micah P. Hinson il cartellone musicale del MAT laboratorio urbano si arricchisce di un nuovo ospite internazionale. Mercoledì 12 dicembre sarà sul palco con il nuovo "When I Shoot at You With Arrows, I Will Shoot To Destroy You" a distanza di un anno dall'epopea folk di "The Holy Strangers".
Il suo ultimo album raccoglie uno spaccato musicale intenso e carico d'umana dannazione, ispirato dai 24 anziani armati di soli strumenti musicali scolpiti nel portico della Gloria della Cattedrale di Santiago di Compostela, omaggiati nei credits del disco stesso.
Quella di Micah P. Hinson è una carriera costruita nella poesia di canzoni che hanno dato nuova linfa al songwriting americano, tra tormento e indomita ricerca della bellezza. Chiunque ne conosca la vita e la musica sa quante volte siano state sfiorate dall'idea di Apocalisse, di morte e rinascita. Per questo ottavo album Micah ha richiamato a sé tutti quei musicisti che hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua crescita musicale: sono loro quei 24 Musicians of the Apocalypse che compaiono nel disco. L'idea di stop and rebirth permea l'intero album, registrato in sole 24 ore, narrata con la sincerità cantautorale che sempre ha accompagnato il folk dell'artista nato in Mississippi. È l'inevitabile destino della condizione umana, quello inesorabile di un inizio e di una fine: senza il primo non ci sarebbe il secondo e viceversa.
Nato a Memphis e cresciuto in Texas, Micah è dotato di un songwriting ispirato, sincero e potente, con liriche biografiche di una vita vissuta tra passione, droga, sfortuna e depressione. Una chitarra di matrice folk che non disdegna incursioni lo-fi e punk e una voce che scava nel passato della storia folk blues americana, un timbro profondo indimenticabile che rende ancor più crude e affascinanti le sue canzoni. Opening act della serata, organizzata in collaborazione con Area Metropolitana, affidato al folk di Orson, una delle voci più caratteristiche e rappresentative del genere.
Il suo ultimo album raccoglie uno spaccato musicale intenso e carico d'umana dannazione, ispirato dai 24 anziani armati di soli strumenti musicali scolpiti nel portico della Gloria della Cattedrale di Santiago di Compostela, omaggiati nei credits del disco stesso.
Quella di Micah P. Hinson è una carriera costruita nella poesia di canzoni che hanno dato nuova linfa al songwriting americano, tra tormento e indomita ricerca della bellezza. Chiunque ne conosca la vita e la musica sa quante volte siano state sfiorate dall'idea di Apocalisse, di morte e rinascita. Per questo ottavo album Micah ha richiamato a sé tutti quei musicisti che hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua crescita musicale: sono loro quei 24 Musicians of the Apocalypse che compaiono nel disco. L'idea di stop and rebirth permea l'intero album, registrato in sole 24 ore, narrata con la sincerità cantautorale che sempre ha accompagnato il folk dell'artista nato in Mississippi. È l'inevitabile destino della condizione umana, quello inesorabile di un inizio e di una fine: senza il primo non ci sarebbe il secondo e viceversa.
Nato a Memphis e cresciuto in Texas, Micah è dotato di un songwriting ispirato, sincero e potente, con liriche biografiche di una vita vissuta tra passione, droga, sfortuna e depressione. Una chitarra di matrice folk che non disdegna incursioni lo-fi e punk e una voce che scava nel passato della storia folk blues americana, un timbro profondo indimenticabile che rende ancor più crude e affascinanti le sue canzoni. Opening act della serata, organizzata in collaborazione con Area Metropolitana, affidato al folk di Orson, una delle voci più caratteristiche e rappresentative del genere.