Politica
Anche dopo il Consiglio comunale Città Civile dice "no" all'impianto a biomasse nell'agro di Terlizzi
La nota integrale del gruppo politico coordinato da Daniela Zappatore
Terlizzi - martedì 9 marzo 2021
Comunicato Stampa
Il Consiglio comunale del 4 marzo scorso ha posto all'attenzione della cittadinanza il tema sulla possibile nascita di un impianto a biomasse nell'agro di Terlizzi. Un'assise "calda", in cui le opposizioni hanno incalzato l'Amministrazione terlizzese ed in cui quest'ultima ha avuto modo di spiegare la sua posizione. In attesa di una comunicazione ufficiale della maggioranza a Palazzo di Città, vi proponiamo integralmente quello di Città Civile, movimento civico d'opposizione coordinato da Daniela Zappatore che ha voluto fare ulteriore chiarezza e ribadire il proprio "no" alla realizzazione dell'impianto non lontano dalla antica via Appia-Traiana.
TERLIZZI: DA CITTÀ DEI FIORI A CITTÀ DELL'IMMONDIZIA DI TUTTO IL CIRCONDARIO.
Si è svolto Giovedì 4 marzo 2021 il Consiglio Comunale monotematico sul progetto di insediamento di una centrale a biomasse nell'agro terlizzese richiesto dal consigliere comunale di Città Civile Roberto Lusito, insieme agli altri consiglieri di opposizione.
Il consiglio comunale ha visto la partecipazione di diverse associazioni ambientaliste e di categoria.
CITTÀ CIVILE ha ribadito la sua ferma e motivata opposizione a questo progetto e ha invitato tutti a ragionare sui fatti e sui dati e a non lasciarsi prendere dagli slogan o da posizioni preconcette.
Questa vicenda va analizzata nei fatti.
Nessuno, men che meno Città Civile, è contro gli impianti che utilizzano i sottoprodotti di natura vegetale o zootecnica per la produzione di "energia".
Né tanto meno Città Civile sottovaluta il problema dello smaltimento della sansa che sta provocando enormi disagi alle cooperative agricole e ai frantoi.
Città Civile, tuttavia, non ritiene che questo progetto porti vantaggi alla comunità terlizzese.
Per le seguenti ragioni.
DIMENSIONI DELL'IMPIANTO E IMPATTO AMBIENTALE
Il progetto riguarda l'insediamento di un impianto di grandi dimensioni, che si estende su 4 ettari, in agro di Terlizzi e che vedrà lo stoccaggio dichiarato coperto di 730000 tn/anno di cui 90 % sansa più 10% pollina.
Il raggio di conferimento è estesissimo, si scrive di 30 km ma in realtà sono molti di più. Infatti la SORGENIA ha sottoscritto già accordi per il conferimento di sansa con oleifici di Alberobello (75 KM), Minervino Murge ecce cc. Dunque l'aria di conferimento si estende, ad oggi, dal sud barese a tutta la BAT.
Inoltre la produzione di sansa avviene principalmente durante il periodo della raccolta delle olive, 3-4 mesi l'anno.
Il combinato disposto tra la vastità dell'area di conferimento e la concentrazione in 3-4 mesi del conferimento comporterà che in tale periodo centinaia di Auto-cisterne raggiungeranno Terlizzi per conferimento della sansa con evidenti impatti ambientali dovuto principalmente al traffico e all'inquinamento atmosferico e acustico.
Inoltre ci chiediamo. Negli altri mesi dell'anno, ben 8 mesi, che cosa si brucerà in quell'impianto? Solo pollina o altri derivati di animali che da progetto dovrebbero costituire solo il 10 % di alimentazione dell'impianto?
Tentativi di costruzione di impianti di questo tipo in questi anni hanno interessato tante città (Trani, Barletta, ecc ecc). Tutti i progetti sono stati bocciati dalle comunità locali. Attualmente esiste un solo impianto, ad Andria, di dimensione molto più ridotte.
LOCALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO
Perché a Terlizzi? E perché in una zona pochissima distanza dalla strada Appia Traiana, che risulta positivamente inserita all'interno del Progetto della Via Francigena del Sud. Perché?
Perché a Terlizzi: ci siamo chiesti quali siano state le ragioni che hanno "indotto" la società Sorgenia Bio Power SrL a proporre Terlizzi.
Eppure il Comune di Terlizzi risulta quello con minore estensioni di ettari coltivati, circa 6.923 a fronte di 16.935 di Corato e di 17.474 di Bitonto. Non solo. Terlizzi registra circa 3.735 di aziende olivicole a fronte di 5.130 di Corato e di 5.127 di Bitonto. E per non parlare di altri centri come Andria, Barletta, Cerignola.
E dunque come mai Terlizzi tenuto conto che nel piano di approvvigionamento redatto dalla Sorgenia Bio Power SrL è riportato che sarà cura della stessa società il ritiro presso i frantoi della sansa? Non sarebbe stato economicamente più conveniente per la Sorgenia installare il proprio stabilimento in prossimità di territori con maggiore presenza di frantoi? E non sarebbe stato più utile all'ambiente tanto "caro a questi imprenditori"? Ed invece no. Scelgono Terlizzi!!!!! Perché!? Forse perché qui hanno trovato una politica "debole" nel difendere le ragioni complessive della comunità?
Perché vicino alla strada Appia Traiana: ci siamo chiesti come mai hanno individuato come sito della centrale un terreno a pochi metri dalla strada Appia Traiana, che risulta positivamente inserita all'interno del Progetto della Via Francigena del Sud, all'interno di un sentiero a percorrenza lenta di interesse storico, artistico e ambientale. Area a valenza archeologica.
Perché deturpare una zona a destinazione agricola dove ci sono tante costruzioni per la residenza estiva. Il contesto è quello tipico dei paesaggi rurali di questa parte della Puglia, fatto di estensioni di terreno coltivato originariamente ampie, sulle quali spiccano ancora, antichi presidi, le antiche dimore per la villeggiatura otto/novecentesche appartenute alla nobiltà e all'alta borghesia del passato locale.
Possibile non ci fossero siti più adatti? Aree già inserite in zone a destinazione industriale? Zone in prossimità di arterie stradali a grande scorrimento?
AFFIDABILITÀ DELLA SOCIETÀ PROPONENTE
Ci chiediamo se la società Sorgenia Bio Power SrL, società proponente, ha realizzato altri impianti di questo tipo? Dove? Quando? A noi risulta che questa società, costituita solo il 20/03/2018, risulta avere come "stato attività": IMPRESA INATTIVA.
Non solo. Ci chiediamo come possa, una società come Sorgenia Bio Power SrL con soli 10 mila euro di capitale deliberato e versato, proporre la costruzione di un impianto on un investimento che si aggira intorno i 14 milioni di euro.
Inoltre, ci chiediamo quali garanzie possa dare una società con un capitale sociale così misero rispetto ai pericoli di inquinamento causati da possibili incidenti dell'impianto (rotture, incendi, sversamenti).
Ancora. La vita utile dell'impianto è stimata in 20 anni. Una società così povera quali garanzia può assicurare rispetto al piano di dismissione dell'impianto e del ripristino dello stato dei luoghi.
CITTÀ CIVILE DICE NO A QUESTO PROGETTO: è un progetto nato male. È un progetto antieconomico per la collettività se si considerano tutti i costi e benefici (sociali, economici, ambientali) e non ci si limita a valutare solo un aspetto.
Si tenga conto, altresì, che attualmente molte serre sono riscaldate dalla combustione della sansa. Qualcuno ha stimato l'impatto che su tali aziende avrà l'incremento probabile del costo della sansa?
Ma Città Civile non dice solo no. Propone soluzioni alternative.
La problematica dello smaltimento della sansa è un problema reale. Per l'incidenza del suo costo e per i danni ambientali che lo sversamento sui terreni causa.
È un problema, questo, che non riguarda solo gli oleifici e le cooperative agricole terlizzesi. Riguarda quasi tutte le città della nostra regione. Pertanto la soluzione va ricercata in collaborazione con le altre città. Un sindaco sveglio e capace non subisce l'iniziativa privata, ma l'anticipa nell'interesse globale della città. Il sindaco deve svegliarsi. Deve interagire con gli altri sindaci. Con loro trovare una soluzione.
Coalizzarsi con alcuni comuni con le medesime esigenze. Promuovere la costruzione di un impianto per lo smaltimento della sansa al servizio dei comuni aderenti. Individuare il sito di costruzione in prossimità del comune a maggior presenza di frantoio e aziende olivicole. Prevedere strumenti di "risarcimento" per quelle comunità che accettano l'insediamento sul proprio territorio a vantaggio di altri.
Terlizzi non può diventare il luogo di sversamento della sansa della Puglia!!! Senza alcun ristoro per la comunità ma ad esclusivo vantaggio economico di pochi.
Città Civile Terlizzi
TERLIZZI: DA CITTÀ DEI FIORI A CITTÀ DELL'IMMONDIZIA DI TUTTO IL CIRCONDARIO.
Si è svolto Giovedì 4 marzo 2021 il Consiglio Comunale monotematico sul progetto di insediamento di una centrale a biomasse nell'agro terlizzese richiesto dal consigliere comunale di Città Civile Roberto Lusito, insieme agli altri consiglieri di opposizione.
Il consiglio comunale ha visto la partecipazione di diverse associazioni ambientaliste e di categoria.
CITTÀ CIVILE ha ribadito la sua ferma e motivata opposizione a questo progetto e ha invitato tutti a ragionare sui fatti e sui dati e a non lasciarsi prendere dagli slogan o da posizioni preconcette.
Questa vicenda va analizzata nei fatti.
Nessuno, men che meno Città Civile, è contro gli impianti che utilizzano i sottoprodotti di natura vegetale o zootecnica per la produzione di "energia".
Né tanto meno Città Civile sottovaluta il problema dello smaltimento della sansa che sta provocando enormi disagi alle cooperative agricole e ai frantoi.
Città Civile, tuttavia, non ritiene che questo progetto porti vantaggi alla comunità terlizzese.
Per le seguenti ragioni.
DIMENSIONI DELL'IMPIANTO E IMPATTO AMBIENTALE
Il progetto riguarda l'insediamento di un impianto di grandi dimensioni, che si estende su 4 ettari, in agro di Terlizzi e che vedrà lo stoccaggio dichiarato coperto di 730000 tn/anno di cui 90 % sansa più 10% pollina.
Il raggio di conferimento è estesissimo, si scrive di 30 km ma in realtà sono molti di più. Infatti la SORGENIA ha sottoscritto già accordi per il conferimento di sansa con oleifici di Alberobello (75 KM), Minervino Murge ecce cc. Dunque l'aria di conferimento si estende, ad oggi, dal sud barese a tutta la BAT.
Inoltre la produzione di sansa avviene principalmente durante il periodo della raccolta delle olive, 3-4 mesi l'anno.
Il combinato disposto tra la vastità dell'area di conferimento e la concentrazione in 3-4 mesi del conferimento comporterà che in tale periodo centinaia di Auto-cisterne raggiungeranno Terlizzi per conferimento della sansa con evidenti impatti ambientali dovuto principalmente al traffico e all'inquinamento atmosferico e acustico.
Inoltre ci chiediamo. Negli altri mesi dell'anno, ben 8 mesi, che cosa si brucerà in quell'impianto? Solo pollina o altri derivati di animali che da progetto dovrebbero costituire solo il 10 % di alimentazione dell'impianto?
Tentativi di costruzione di impianti di questo tipo in questi anni hanno interessato tante città (Trani, Barletta, ecc ecc). Tutti i progetti sono stati bocciati dalle comunità locali. Attualmente esiste un solo impianto, ad Andria, di dimensione molto più ridotte.
LOCALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO
Perché a Terlizzi? E perché in una zona pochissima distanza dalla strada Appia Traiana, che risulta positivamente inserita all'interno del Progetto della Via Francigena del Sud. Perché?
Perché a Terlizzi: ci siamo chiesti quali siano state le ragioni che hanno "indotto" la società Sorgenia Bio Power SrL a proporre Terlizzi.
Eppure il Comune di Terlizzi risulta quello con minore estensioni di ettari coltivati, circa 6.923 a fronte di 16.935 di Corato e di 17.474 di Bitonto. Non solo. Terlizzi registra circa 3.735 di aziende olivicole a fronte di 5.130 di Corato e di 5.127 di Bitonto. E per non parlare di altri centri come Andria, Barletta, Cerignola.
E dunque come mai Terlizzi tenuto conto che nel piano di approvvigionamento redatto dalla Sorgenia Bio Power SrL è riportato che sarà cura della stessa società il ritiro presso i frantoi della sansa? Non sarebbe stato economicamente più conveniente per la Sorgenia installare il proprio stabilimento in prossimità di territori con maggiore presenza di frantoi? E non sarebbe stato più utile all'ambiente tanto "caro a questi imprenditori"? Ed invece no. Scelgono Terlizzi!!!!! Perché!? Forse perché qui hanno trovato una politica "debole" nel difendere le ragioni complessive della comunità?
Perché vicino alla strada Appia Traiana: ci siamo chiesti come mai hanno individuato come sito della centrale un terreno a pochi metri dalla strada Appia Traiana, che risulta positivamente inserita all'interno del Progetto della Via Francigena del Sud, all'interno di un sentiero a percorrenza lenta di interesse storico, artistico e ambientale. Area a valenza archeologica.
Perché deturpare una zona a destinazione agricola dove ci sono tante costruzioni per la residenza estiva. Il contesto è quello tipico dei paesaggi rurali di questa parte della Puglia, fatto di estensioni di terreno coltivato originariamente ampie, sulle quali spiccano ancora, antichi presidi, le antiche dimore per la villeggiatura otto/novecentesche appartenute alla nobiltà e all'alta borghesia del passato locale.
Possibile non ci fossero siti più adatti? Aree già inserite in zone a destinazione industriale? Zone in prossimità di arterie stradali a grande scorrimento?
AFFIDABILITÀ DELLA SOCIETÀ PROPONENTE
Ci chiediamo se la società Sorgenia Bio Power SrL, società proponente, ha realizzato altri impianti di questo tipo? Dove? Quando? A noi risulta che questa società, costituita solo il 20/03/2018, risulta avere come "stato attività": IMPRESA INATTIVA.
Non solo. Ci chiediamo come possa, una società come Sorgenia Bio Power SrL con soli 10 mila euro di capitale deliberato e versato, proporre la costruzione di un impianto on un investimento che si aggira intorno i 14 milioni di euro.
Inoltre, ci chiediamo quali garanzie possa dare una società con un capitale sociale così misero rispetto ai pericoli di inquinamento causati da possibili incidenti dell'impianto (rotture, incendi, sversamenti).
Ancora. La vita utile dell'impianto è stimata in 20 anni. Una società così povera quali garanzia può assicurare rispetto al piano di dismissione dell'impianto e del ripristino dello stato dei luoghi.
CITTÀ CIVILE DICE NO A QUESTO PROGETTO: è un progetto nato male. È un progetto antieconomico per la collettività se si considerano tutti i costi e benefici (sociali, economici, ambientali) e non ci si limita a valutare solo un aspetto.
Si tenga conto, altresì, che attualmente molte serre sono riscaldate dalla combustione della sansa. Qualcuno ha stimato l'impatto che su tali aziende avrà l'incremento probabile del costo della sansa?
Ma Città Civile non dice solo no. Propone soluzioni alternative.
La problematica dello smaltimento della sansa è un problema reale. Per l'incidenza del suo costo e per i danni ambientali che lo sversamento sui terreni causa.
È un problema, questo, che non riguarda solo gli oleifici e le cooperative agricole terlizzesi. Riguarda quasi tutte le città della nostra regione. Pertanto la soluzione va ricercata in collaborazione con le altre città. Un sindaco sveglio e capace non subisce l'iniziativa privata, ma l'anticipa nell'interesse globale della città. Il sindaco deve svegliarsi. Deve interagire con gli altri sindaci. Con loro trovare una soluzione.
Coalizzarsi con alcuni comuni con le medesime esigenze. Promuovere la costruzione di un impianto per lo smaltimento della sansa al servizio dei comuni aderenti. Individuare il sito di costruzione in prossimità del comune a maggior presenza di frantoio e aziende olivicole. Prevedere strumenti di "risarcimento" per quelle comunità che accettano l'insediamento sul proprio territorio a vantaggio di altri.
Terlizzi non può diventare il luogo di sversamento della sansa della Puglia!!! Senza alcun ristoro per la comunità ma ad esclusivo vantaggio economico di pochi.
Città Civile Terlizzi