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Cronaca

Anche un prete della Diocesi di Molfetta nel dossier che documenta sesso e incontri

Il dossier attualmente nelle mani della Curia Arcivescovile Napoli svelerebbe lo scandalo a sfondo sessuale

Ci sarebbe anche un sacerdote appartenente alla Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi nell'elenco di un corposo dossier di 1200 pagine con tanto di schede personali accompagnate talvolta da foto con date, messaggi e conversazioni in chat che testimonierebbero la doppia vita a sfondo sessuale di più di 50 uomini di Chiesa, per lo più appartenenti a diocesi che vanno dal Centro Italia al Sud.

Il fascicolo che è stato rivelato in anteprima dal sito Gaynews.it è stato altresì depositato presso la Cancelleria della Curia Arcivescovile Napoli che sta avviando un'indagine per accertare i fatti.

Nei documenti si fa riferimento a incontri sessuali, quasi tutti di natura omossessuale, avvenuti tra preti, seminaristi e religiosi anche a pagamento; si farebbe riferimento a festini hot, a incontri avvenuti in canonica, ad adescamenti avvenuti via chat e a vere orge.

«Detto materiale verrà opportunamente esaminato per essere trasmesso alle Diocesi interessate per le eventuali necessarie valutazioni», è quanto affermato in una nota stampa della Curia partenopea.

Il dossier è stato messo a punto da un giovane escort, Francesco Mangiacapra, di Napoli, noto anche per aver partecipato a svelare la doppia vita del cosiddetto "Don Euro", ovvero don Luca Morini smascherato da un servizio televisivo andato in orda sulle Iene.

Mangiacapra avrebbe messo in luce soprattutto la fitta rete di incontri di natura sessuale intrecciata dagli interessati e il loro atteggiamento di sicurezza in cui danno libero sfogo ai propri vizi.

Nella lista diffusa da Gaynews.it comparirebbero anche 2 religiosi della Diocesi di Bari e 1 della Diocesi di Trani, Barletta e Bisceglie.

Attualmente i nomi non sono noti, così come non sono state divulgate le identità dei preti coinvolti e, per quanto concerne la nostra Diocesi, è doveroso specificare che il religioso in questione potrebbe non appartenere necessariamente a una chiesa di Terlizzi.

Naturalmente si attendono riscontri dalla Curia che ben presto riceverà il materiale in possesso di quella napoletana.
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