Cronaca
Ancora sterpaglie a fuoco
Il monito di Puliamo Terlizzi: si tratta di reati penali
Terlizzi - venerdì 8 giugno 2018
7.58
Ancora emergenza incendi nelle campagne di Terlizzi, non lontano dal centro abitato. E' anora l'associazione Puliamo Terlizzi a denunciare l'ultimo caso di sterpaglie in fiamme. Il fumo spinto dal vento ha toccato la città a cominciare dal quartiere di Viale Italia. «Disagi per la popolazione costretta a respirare fumo e polveri sottili dannose per la salute» fanno sapere gli attivisti di Puliamo Terlizzi. «Tutti i campi incolti intorno alla città stanno prendendo fuoco. Opera di piromani o pratica adottata dai proprietari per risparmiare il taglio obbligatorio dell'erba? Nel 2018 - continua la nota degli ambientalisti - tutto ciò non è più tollerabile dal punto di vista della sostenibilità ambientale e della tutela della salute pubblica. Le autorità devono intervenire!
«Al di là del divieto assoluto di accensione dei fuochi che sarà attivo dal 15 giugno al 15 settembre 2018, il nostro codice penale punisce con la reclusione da tre a sette anni chiunque cagiona un incendio, anche a cosa propria, mettendo in pericolo l'incolumità pubblica (art. 423 del Codice Penale).
Il concetto di incolumità pubblica fa riferimento a un numero indeterminato di persone, per la potenzialità ed attitudine delle condotte aggressive a proiettare i propri effetti al di là dei singoli individui minacciati o colpiti: non a caso, perché si possa parlare di reato di incendio colposo, il fuoco, causato dalla condotta imprudente e negligente dell'agente, deve essere caratterizzato dalla vastità delle proporzioni, dalla tendenza a progredire e dalla difficoltà di spegnimento, restando irrilevante che resti circoscritto entro un limite oltre il quale non possa estendersi. In presenza di tali caratteristiche, non conta che vi sia stato o meno un pericolo concreto: il pericolo per la pubblica incolumità è presunto e, inoltre, può essere costituito anche dalle dirette conseguenze del fuoco, come calore, fumo, mancanza di ossigeno, eventuale propagazione di gas nocivi in relazione al materiale incendiato, indipendentemente dal tipo di vegetazione esistente sul terreno, essendo sufficiente che si tratti di area ove insista boscaglia, sterpaglia o altra vegetazione.
Quindi, in teoria, anche un incendio di un campo di modeste dimensioni, lasciato alla mercé del vento, che potrebbe espanderlo e aumentarne la portata, è passibile di procedimento penale!
«Al di là del divieto assoluto di accensione dei fuochi che sarà attivo dal 15 giugno al 15 settembre 2018, il nostro codice penale punisce con la reclusione da tre a sette anni chiunque cagiona un incendio, anche a cosa propria, mettendo in pericolo l'incolumità pubblica (art. 423 del Codice Penale).
Il concetto di incolumità pubblica fa riferimento a un numero indeterminato di persone, per la potenzialità ed attitudine delle condotte aggressive a proiettare i propri effetti al di là dei singoli individui minacciati o colpiti: non a caso, perché si possa parlare di reato di incendio colposo, il fuoco, causato dalla condotta imprudente e negligente dell'agente, deve essere caratterizzato dalla vastità delle proporzioni, dalla tendenza a progredire e dalla difficoltà di spegnimento, restando irrilevante che resti circoscritto entro un limite oltre il quale non possa estendersi. In presenza di tali caratteristiche, non conta che vi sia stato o meno un pericolo concreto: il pericolo per la pubblica incolumità è presunto e, inoltre, può essere costituito anche dalle dirette conseguenze del fuoco, come calore, fumo, mancanza di ossigeno, eventuale propagazione di gas nocivi in relazione al materiale incendiato, indipendentemente dal tipo di vegetazione esistente sul terreno, essendo sufficiente che si tratti di area ove insista boscaglia, sterpaglia o altra vegetazione.
Quindi, in teoria, anche un incendio di un campo di modeste dimensioni, lasciato alla mercé del vento, che potrebbe espanderlo e aumentarne la portata, è passibile di procedimento penale!