Eventi e cultura
Annullato causa Covid l'evento "Il sapore della memoria - La quartecèdde"
A Terlizzi dalle prime luci dell'alba inizia il rito della Quartecèdde
Terlizzi - lunedì 2 novembre 2020
Come da tradizione ogni 2 novembre, nella giornata dedicata alla commemorazione dei defunti, a Terlizzi si celebra la «incalcinata», altrimenti nota come la «quartecèdde», dalla definizione dialettale della quarta parte del chilo di pane farcita con alici salate, ricotta forte (o ricotta askuànd) e con l'aggiunta di pepe o peperoncino. Una specialità gastronomica che rievoca l'immagine del «pane dei morti» diffusa anche in altre realtà pugliesi.
La nona edizione dell'evento "Il sapore della memoria - La quartecèdde", organizzato dal Comune di Terlizzi, è stata purtroppo annullata causa emergenza Covid. Niente degustazione della quartecèdde, nessuna esibizione musicale ad accompagnare la serata. L'amministrazione comunale ha diffuso comunque, specie alle scolaresche, un pieghevole realizzato dal maestro Enzo Sforza attraverso cui si racconta la storia della quartecèdde.
La tradizione della «quartecèdde» narra che in occasione della giornata «dei morti» i contadini, prima di recarsi al lavoro, erano soliti portare un quartino di pane alla Santa Messa delle tre di notte per farlo benedire e poi consumarlo alle prime luci dell'alba durante il tragitto verso le campagna. La prima celebrazione eucaristica nel giorno della commemorazione dei defunti veniva infatti celebrata proprio alle tre della notte e la benedizione della quartecèdde avveniva a fine rito: in questo modo il bracciante aveva la possibilità di partecipare alla liturgia di suffragio dei propri cari.
La nona edizione dell'evento "Il sapore della memoria - La quartecèdde", organizzato dal Comune di Terlizzi, è stata purtroppo annullata causa emergenza Covid. Niente degustazione della quartecèdde, nessuna esibizione musicale ad accompagnare la serata. L'amministrazione comunale ha diffuso comunque, specie alle scolaresche, un pieghevole realizzato dal maestro Enzo Sforza attraverso cui si racconta la storia della quartecèdde.
La tradizione della «quartecèdde» narra che in occasione della giornata «dei morti» i contadini, prima di recarsi al lavoro, erano soliti portare un quartino di pane alla Santa Messa delle tre di notte per farlo benedire e poi consumarlo alle prime luci dell'alba durante il tragitto verso le campagna. La prima celebrazione eucaristica nel giorno della commemorazione dei defunti veniva infatti celebrata proprio alle tre della notte e la benedizione della quartecèdde avveniva a fine rito: in questo modo il bracciante aveva la possibilità di partecipare alla liturgia di suffragio dei propri cari.