Cronaca
Assolto "aggressore" di Vendola
Il fatto non sussiste
Terlizzi - lunedì 23 febbraio 2015
Assolto perché il fatto non sussiste.
Termina così la triste vicenda della "citofonata" al governatore Nichi Vendola della notte tra il 29 e 30 dicembre 2010. Con sentenza numero 336, lo scorso 17 febbraio, il tribunale di Trani ha assolto l'allora ventenne terlizzese accusato di disturbo delle occupazioni o riposo delle persone e di molestie.
All'epoca la vicenda non passò inosservata. Quotidiani e tg nazionali, infatti, si affrettarono a definire l'accaduto come "raid dei giovani del PdL", "aggressione di natura politica", sputi, calci e insulti. Nulla di questo era in realtà accaduto, i giovani coinvolti erano infatti alle prese con un blitz goliardico che prevedeva l'affissione di volantini con coccarde di nascita bordate a lutto per ricordare alla città e allo stesso governatore le promesse fatte in campagna elettorale. Il ritorno del reparto di ginecologia e ostetricia a Terlizzi fu un vero cavallo di battaglia per l'ascesa del concittadino alla guida della regione.
"Siamo felici che la giustizia dei tribunali abbia trionfato su quella affrettata e adulatrice dei mass media e dei salotti politically correct che ci definivano facinorosi, fascisti e disturbatori. Questo grazie soprattutto all'avvocato Vito Ippedico che ci ha sostenuto fuori e dentro le aule di giustizia. - le parole dei ragazzi dell'allora giovane Italia - Oggi, come quattro anni fa, rifiutiamo l'idea che la destra terlizzese possa essere definita violenta o poco civile. – continuano – La mattina successiva entrava in vigore l'euro di ticket su ogni ricetta per tutti i pugliesi e noi, nonostante la notte turbolenta, non desistemmo dal contestare l'ennesima passerella di Vendola per inaugurare una sala operatoria del Michele Sarcone, ad oggi, entrata in funzione pochissime volte. L'idea era quella di far svegliare i terlizzesi in una città invasa da fiocchi e l'abitazione del noto concittadino non fu certamente risparmiata. Qui, inavvertitamente, fu pigiato il campanello. Tanto inavvertitamente che completammo il giro di affissione e solo dopo fummo bloccati dai carabinieri."
"Fino a non molti anni fa, quando la diffusione dei giochi tecnologici non era ancora così capillare, suonare i campanelli e scappare era un gioco assai diffuso, specialmente noi piccoli paesi come il nostro; oggi si va a processo. La violenza può rivelarsi in tante forme, più facilmente con la gogna mediatica che con una citofonata." Concludono i ragazzi che, sin da subito, hanno fatto quadrato attorno al loro amico.
Termina così la triste vicenda della "citofonata" al governatore Nichi Vendola della notte tra il 29 e 30 dicembre 2010. Con sentenza numero 336, lo scorso 17 febbraio, il tribunale di Trani ha assolto l'allora ventenne terlizzese accusato di disturbo delle occupazioni o riposo delle persone e di molestie.
All'epoca la vicenda non passò inosservata. Quotidiani e tg nazionali, infatti, si affrettarono a definire l'accaduto come "raid dei giovani del PdL", "aggressione di natura politica", sputi, calci e insulti. Nulla di questo era in realtà accaduto, i giovani coinvolti erano infatti alle prese con un blitz goliardico che prevedeva l'affissione di volantini con coccarde di nascita bordate a lutto per ricordare alla città e allo stesso governatore le promesse fatte in campagna elettorale. Il ritorno del reparto di ginecologia e ostetricia a Terlizzi fu un vero cavallo di battaglia per l'ascesa del concittadino alla guida della regione.
"Siamo felici che la giustizia dei tribunali abbia trionfato su quella affrettata e adulatrice dei mass media e dei salotti politically correct che ci definivano facinorosi, fascisti e disturbatori. Questo grazie soprattutto all'avvocato Vito Ippedico che ci ha sostenuto fuori e dentro le aule di giustizia. - le parole dei ragazzi dell'allora giovane Italia - Oggi, come quattro anni fa, rifiutiamo l'idea che la destra terlizzese possa essere definita violenta o poco civile. – continuano – La mattina successiva entrava in vigore l'euro di ticket su ogni ricetta per tutti i pugliesi e noi, nonostante la notte turbolenta, non desistemmo dal contestare l'ennesima passerella di Vendola per inaugurare una sala operatoria del Michele Sarcone, ad oggi, entrata in funzione pochissime volte. L'idea era quella di far svegliare i terlizzesi in una città invasa da fiocchi e l'abitazione del noto concittadino non fu certamente risparmiata. Qui, inavvertitamente, fu pigiato il campanello. Tanto inavvertitamente che completammo il giro di affissione e solo dopo fummo bloccati dai carabinieri."
"Fino a non molti anni fa, quando la diffusione dei giochi tecnologici non era ancora così capillare, suonare i campanelli e scappare era un gioco assai diffuso, specialmente noi piccoli paesi come il nostro; oggi si va a processo. La violenza può rivelarsi in tante forme, più facilmente con la gogna mediatica che con una citofonata." Concludono i ragazzi che, sin da subito, hanno fatto quadrato attorno al loro amico.