Religioni
«Attaccarsi all'essenziale», il messaggio del Vescovo Cornacchia in onore della Madonna del Rosario
Ingressi contingentati durante il Pontificale in Concattedrale
Terlizzi - domenica 4 ottobre 2020
13.13
«Dobbiamo attaccarci a ciò che è essenziale. Come Maria anche noi siamo chiamati a portare il frutto di pace, carità, umanità e buon esempio».
È cristallino il messaggio del vescovo Mons. Domenico Cornacchia, trasmesso alla platea dei fedeli nel corso del pontificale in onore di Maria Santissima del Rosario all'interno della Concattedrale.
Nel giorno di San Francesco d'Assisi, Terlizzi torna a celebrare la sua devozione mariana nella prima domenica d'ottobre, alla presenza anche della civica amministrazione, delle autorità militari e religiose cittadine, nonché dei rappresentanti del Comitato Feste Patronali, della Confraternita e dell'Associazione femminile "Maria SS.del Rosario". La Beata Vergine, infatti, è patrona del nostro paese nella sua duplice declinazione come Madonna di Sovereto e, appunto, del Rosario.
Con la parabola dei vignaioli omicidi, presente nel Vangelo secondo Matteo, si vuole intendere che «l'uomo è la vera vigna di Dio», spiega Mons. Cornacchia durante l'omelia, «Il Signore concede talenti e capacità di fare del bene, di produrre dei frutti buoni». Eppure, talvolta, capita di sperimentare il disagio derivante da una relazione finita male, che sia d'amore o di amicizia: per lungo tempo si investe tanto in una persona e successivamente potrebbe accadere di trarne soltanto sfiducia e delusione.
«Dobbiamo metterci nelle condizioni di essere gli ultimi servi e operai ai quali il Signore deve affidare la propria terra, affinché possano essere generati frutti abbondanti», è la metafora impiegata dal vescovo, che fa appello anche al senso di altruismo della comunità, perché ciascuno con il rispetto delle regole possa prendersi cura della salute dell'altro in un periodo non facile come quello che stiamo affrontando.
L'intensità della fede ha superato i timori dei rischi da contagio, nonostante l'impennata degli ultimi giorni. Gli ingressi in chiesa, contingentati nel rispetto della normativa anti-Covid ma comunque partecipati, si traducono nella decisa volontà di affidarsi alla preghiera per la purificazione dello spirito in un'epoca di forti incertezze. La benedizione finale del Monsignore simboleggia proprio la discesa della grazia divina sui devoti, sancendo una rinnovata connessione tra il mondo terreno e il Regno dei Cieli.
È cristallino il messaggio del vescovo Mons. Domenico Cornacchia, trasmesso alla platea dei fedeli nel corso del pontificale in onore di Maria Santissima del Rosario all'interno della Concattedrale.
Nel giorno di San Francesco d'Assisi, Terlizzi torna a celebrare la sua devozione mariana nella prima domenica d'ottobre, alla presenza anche della civica amministrazione, delle autorità militari e religiose cittadine, nonché dei rappresentanti del Comitato Feste Patronali, della Confraternita e dell'Associazione femminile "Maria SS.del Rosario". La Beata Vergine, infatti, è patrona del nostro paese nella sua duplice declinazione come Madonna di Sovereto e, appunto, del Rosario.
Con la parabola dei vignaioli omicidi, presente nel Vangelo secondo Matteo, si vuole intendere che «l'uomo è la vera vigna di Dio», spiega Mons. Cornacchia durante l'omelia, «Il Signore concede talenti e capacità di fare del bene, di produrre dei frutti buoni». Eppure, talvolta, capita di sperimentare il disagio derivante da una relazione finita male, che sia d'amore o di amicizia: per lungo tempo si investe tanto in una persona e successivamente potrebbe accadere di trarne soltanto sfiducia e delusione.
«Dobbiamo metterci nelle condizioni di essere gli ultimi servi e operai ai quali il Signore deve affidare la propria terra, affinché possano essere generati frutti abbondanti», è la metafora impiegata dal vescovo, che fa appello anche al senso di altruismo della comunità, perché ciascuno con il rispetto delle regole possa prendersi cura della salute dell'altro in un periodo non facile come quello che stiamo affrontando.
L'intensità della fede ha superato i timori dei rischi da contagio, nonostante l'impennata degli ultimi giorni. Gli ingressi in chiesa, contingentati nel rispetto della normativa anti-Covid ma comunque partecipati, si traducono nella decisa volontà di affidarsi alla preghiera per la purificazione dello spirito in un'epoca di forti incertezze. La benedizione finale del Monsignore simboleggia proprio la discesa della grazia divina sui devoti, sancendo una rinnovata connessione tra il mondo terreno e il Regno dei Cieli.