Politica
Attacco turco ai curdi, le opposizioni per un documento di condanna in Consiglio comunale
La richiesta di inserimento nell'ordine del giorno della prossima assise
Terlizzi - sabato 26 ottobre 2019
06.00
I Consiglieri comunali di opposizione hanno protocollato una richiesta di inserimento nell'ordine del giorno della prossima assise cittadina di un punto di discussione sulle vicende internazionali legati all'invasione turca della Siria e dell'attacco al popolo curdo.
Giuseppe Volpe, Michele Grassi, Michelangelo De Chirico, Giampaolo Sigrisi, Vito D'Amato e Nicola Morrone hanno quindi richiesto al presidente Mario Ruggiero che di discutere ed approvare un documento all'unanimità che condanni l'attacco turco, esprimendo «solidarietà al popolo curdo, alle sue istituzioni democratiche autonome del nord della Siria e alle popolazioni della Siria da anni sottoposte ad attacchi che cercano di minare l'integrità territoriale del Paese».
Le forze di opposizione chiedono altresì di inviare un documento unitario al Governo italiano affinché si attivi per perseguire ogni strada che porti alla cessazione definitiva dell'attacco voluto dal presidente Recep Tayyip Erdoğan contro quelle popolazioni.
Le ragioni di questa scelta di occuparsi anche di problematiche solo apparentemente lontane dalla città di Terlizzi sono state spiegate via social dal Consigliere de La Corrente, Giuseppe Volpe: «Qualcuno si chiederà - scrive - "ma perché ti occupi di questioni così lontane come la causa del popolo curdo, del popolo palestinese?". Perché un vescovo di queste parti - spiega facendo riferimento a Mons. Tonino Bello - mi ha insegnato che occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che "la pace non è un dato, ma una conquista, non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia. Rifiuta la tentazione del godimento, non tollera atteggiamenti sedentari. Non annulla la conflittualità e non ha molto da spartire con la banale vita pacifica". Stiamo organizzando iniziative di sostegno e di solidarietà con il popolo curdo anche qui a Terlizzi. Non lasciamo solo il popolo curdo!», è il suo appello conclusivo.
L'intricata situazione al confine tra Turchia e Siria ha mostrato in queste settimane, ancora una volta, la fragilità di alcune istituzioni internazionali come la NATO e l'ininfluente azione dell'ONU soprattutto in talune aree. Anche l'Unione Europea non ha brillato per prontezza nel dissociarsi dall'attacco deliberato dell'anti-democratico presidente turco ed ha palesato difficoltà enormi anche nel delineare una politica estera davvero condivisa e di ampio respiro.
In tutta Italia associazioni, partiti e movimenti di opinione, da sinistra a destra, hanno condannato l'attacco turco. Spaventa invece l'incapacità di una parte del mainstream nazionale di ammettere che sulla situazione siriana maturata anni addietro ci si era sbagliati. Primavere reali non ce n'erano state e molta parte dei ribelli contro il pur discutibile regime di Assad, gli stessi che oggi sono al fianco dei turchi nell'assalto al libero popolo curdo (il cui apporto era stato cruciale nella lotta all'Isis), non erano giovani con aneliti democratici, ma erano integralisti foraggiati da alcune potenze dell'area, pronti a passare sopra i diritti umani pur di conquistare potere e territori. Per onestà intellettuale andrebbe ammesso per non finire con l'essere poco credibili agli occhi di chi riesce a guardare oltre il tam tam mediatico del politicamente corretto.
Giuseppe Volpe, Michele Grassi, Michelangelo De Chirico, Giampaolo Sigrisi, Vito D'Amato e Nicola Morrone hanno quindi richiesto al presidente Mario Ruggiero che di discutere ed approvare un documento all'unanimità che condanni l'attacco turco, esprimendo «solidarietà al popolo curdo, alle sue istituzioni democratiche autonome del nord della Siria e alle popolazioni della Siria da anni sottoposte ad attacchi che cercano di minare l'integrità territoriale del Paese».
Le forze di opposizione chiedono altresì di inviare un documento unitario al Governo italiano affinché si attivi per perseguire ogni strada che porti alla cessazione definitiva dell'attacco voluto dal presidente Recep Tayyip Erdoğan contro quelle popolazioni.
Le ragioni di questa scelta di occuparsi anche di problematiche solo apparentemente lontane dalla città di Terlizzi sono state spiegate via social dal Consigliere de La Corrente, Giuseppe Volpe: «Qualcuno si chiederà - scrive - "ma perché ti occupi di questioni così lontane come la causa del popolo curdo, del popolo palestinese?". Perché un vescovo di queste parti - spiega facendo riferimento a Mons. Tonino Bello - mi ha insegnato che occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che "la pace non è un dato, ma una conquista, non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia. Rifiuta la tentazione del godimento, non tollera atteggiamenti sedentari. Non annulla la conflittualità e non ha molto da spartire con la banale vita pacifica". Stiamo organizzando iniziative di sostegno e di solidarietà con il popolo curdo anche qui a Terlizzi. Non lasciamo solo il popolo curdo!», è il suo appello conclusivo.
L'intricata situazione al confine tra Turchia e Siria ha mostrato in queste settimane, ancora una volta, la fragilità di alcune istituzioni internazionali come la NATO e l'ininfluente azione dell'ONU soprattutto in talune aree. Anche l'Unione Europea non ha brillato per prontezza nel dissociarsi dall'attacco deliberato dell'anti-democratico presidente turco ed ha palesato difficoltà enormi anche nel delineare una politica estera davvero condivisa e di ampio respiro.
In tutta Italia associazioni, partiti e movimenti di opinione, da sinistra a destra, hanno condannato l'attacco turco. Spaventa invece l'incapacità di una parte del mainstream nazionale di ammettere che sulla situazione siriana maturata anni addietro ci si era sbagliati. Primavere reali non ce n'erano state e molta parte dei ribelli contro il pur discutibile regime di Assad, gli stessi che oggi sono al fianco dei turchi nell'assalto al libero popolo curdo (il cui apporto era stato cruciale nella lotta all'Isis), non erano giovani con aneliti democratici, ma erano integralisti foraggiati da alcune potenze dell'area, pronti a passare sopra i diritti umani pur di conquistare potere e territori. Per onestà intellettuale andrebbe ammesso per non finire con l'essere poco credibili agli occhi di chi riesce a guardare oltre il tam tam mediatico del politicamente corretto.