Cronaca
Bonificata l'area dell'ex Mobilifico Giancaspro sulla provinciale Terlizzi-Molfetta (FOTO)
La struttura per anni ha ospitato tanti migranti stagionali, costretti a vivere in condizioni non dignitose
Terlizzi - mercoledì 25 novembre 2020
13.12
In questi giorni operai specializzati stanno bonificando con l'ausilio anche di mezzi meccanici l'area dell'ex mobilificio Giancaspro, situato sulla strada provinciale Terlizzi-Molfetta.
La struttura, alta due piani, è in completo abbandono da più di trent'anni ed era diventato un luogo dove migranti stagionali hanno trovato riparo durante i mesi della raccolta in campagna. L'immobile è sottoposto attualmente alla vendita (probabile asta in primavera) dopo fallimento ed il Curatore è l'avvocato Leonardo Scardigno.
Il "castello" di cemento, così sopranominato da chi ha vissuto il quella struttura, è stato per anni un luogo molto discusso, per lo stato di degrado e abbandono della struttura che nel tempo ha ospitato in condizioni disumane migliaia di uomini e donne che durante i raccolti stagionali erano costretti a vivere in quel rudere fatiscente senza luce elettrica, senza acqua e servizi igienici e purtroppo senza quella dignità di cui nessun essere umano dovrebbe essere privato.
Qualche mese fa la struttura è stata sgomberata da persone e cose con l'ausilio di Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia Locale. Con la bonifica effettuata in questi giorni si spera che quell'immobile, ormai monumento alla vergogna, possa divenire un ricordo lontano e si possa giungere alla vendita al più presto.
La struttura, alta due piani, è in completo abbandono da più di trent'anni ed era diventato un luogo dove migranti stagionali hanno trovato riparo durante i mesi della raccolta in campagna. L'immobile è sottoposto attualmente alla vendita (probabile asta in primavera) dopo fallimento ed il Curatore è l'avvocato Leonardo Scardigno.
Il "castello" di cemento, così sopranominato da chi ha vissuto il quella struttura, è stato per anni un luogo molto discusso, per lo stato di degrado e abbandono della struttura che nel tempo ha ospitato in condizioni disumane migliaia di uomini e donne che durante i raccolti stagionali erano costretti a vivere in quel rudere fatiscente senza luce elettrica, senza acqua e servizi igienici e purtroppo senza quella dignità di cui nessun essere umano dovrebbe essere privato.
Qualche mese fa la struttura è stata sgomberata da persone e cose con l'ausilio di Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia Locale. Con la bonifica effettuata in questi giorni si spera che quell'immobile, ormai monumento alla vergogna, possa divenire un ricordo lontano e si possa giungere alla vendita al più presto.