Politica
Caso Censum: la posizione di Città Civile su Francesca Panzini
Persiste l'amarezza per come si è conclusa la vicenda giudiziaria
Terlizzi - giovedì 11 gennaio 2024
È stato uno smacco per Città Civile apprendere dell'assoluzione di Francesca Panzini nel giudizio d'appello, dopo che il Tribunale di primo grado l'aveva condannata a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Già dirigente del settore Finanze del Comune di Terlizzi, era imputata nel procedimento sulle "cartelle pazze", in merito ai presunti illeciti nella gestione degli introiti dei tributi comunali. Dallo scorso 1° gennaio, scevra da ogni peso giudiziario, Panzini è tornata a rivestire lo stesso ruolo nella medesima area nel Comune di Terlizzi, godendo, dunque, della piena fiducia del Sindaco Michelangelo De Chirico, a capo di una maggioranza che il movimento sostiene.
Una vicenda tributaria che circa dieci anni fa aveva scosso il movimento civico, che si era attivato con manifestazioni e con la pubblicazione nel 2017 del libro "Il maltolto", volto a scandagliare il sistema di "scatole cinesi" che, a giudizio del direttivo, era stato creato.
Città Civile, tuttavia, non ne è uscita del tutto sconfitta. Costituitasi parte civile nel processo contro Panzini e Vito Redavid, sarà risarcita dei danni proprio da quest'ultimo che, in qualità di amministratore del consiglio d'amministrazione della Censum s.p.a, ha visto, invece, confermata in secondo grado la sua pena detentiva, sebbene rideterminata in termini più bassi.
Di seguito la nota integrale di Città Civile sulla chiusura del cosiddetto caso Censum.
«CASO CENSUM: CITTÀ CIVILE HA DIFESO GLI INTERESSI DEI CONTRIBUENTI
POTRÀ CHIEDERE IL RISARCIMENTO E LE SPESE LEGALI
La vicenda giudiziaria della Censum è di fatto terminata. È stato accertato il peculato di circa 1 milione e 200 mila euro di tributi dei cittadini e cittadine di Terlizzi. Per questo reato è stato condannato in Appello il rappresentante legale di quella società oggi fallita, in attesa dell'eventuale ricorso per Cassazione.
Anche se la definizione è brutta per una vicenda triste come questa, alla fine restano due vincitori: Francesca Panzini, che è stata assolta da ogni responsabilità penale ed è stata subito reintegrata nella sua funzione di dirigente. E Città Civile, a favore della quale anche in Appello è stato riconosciuto che bisognerà pagare il risarcimento del danno e il pagamento delle spese legali.
Anche in questo grado di giudizio, dunque, è stato riconosciuto il merito di Città Civile di aver agito a tutela dei diritti e degli interessi della comunità terlizzese. Resta, tuttavia, la ferita della perdita definitiva per Terlizzi di tanti tributi pagati e mai arrivati nelle casse del comune.
È il momento di voltare pagina con la conferma che la cittadinanza attiva assolve ad un ruolo pubblico riconosciuto, ma anche il rammarico che la nostra comunità è stata impoverita.
Siamo felici per l'esito della vicenda personale della dott.ssa Panzini, cui auguriamo buon lavoro e assicuriamo la nostra collaborazione come cittadini attivi.
Anche processualmente è stato definitivamente riconosciuto il nostro ruolo istituzionale che continueremo a svolgere con passione, impegno e onestà intellettuale. Questo è il nostro monito per 2024 in cui celebriamo anche 20 anni di vita di Città Civile».
Una vicenda tributaria che circa dieci anni fa aveva scosso il movimento civico, che si era attivato con manifestazioni e con la pubblicazione nel 2017 del libro "Il maltolto", volto a scandagliare il sistema di "scatole cinesi" che, a giudizio del direttivo, era stato creato.
Città Civile, tuttavia, non ne è uscita del tutto sconfitta. Costituitasi parte civile nel processo contro Panzini e Vito Redavid, sarà risarcita dei danni proprio da quest'ultimo che, in qualità di amministratore del consiglio d'amministrazione della Censum s.p.a, ha visto, invece, confermata in secondo grado la sua pena detentiva, sebbene rideterminata in termini più bassi.
Di seguito la nota integrale di Città Civile sulla chiusura del cosiddetto caso Censum.
«CASO CENSUM: CITTÀ CIVILE HA DIFESO GLI INTERESSI DEI CONTRIBUENTI
POTRÀ CHIEDERE IL RISARCIMENTO E LE SPESE LEGALI
La vicenda giudiziaria della Censum è di fatto terminata. È stato accertato il peculato di circa 1 milione e 200 mila euro di tributi dei cittadini e cittadine di Terlizzi. Per questo reato è stato condannato in Appello il rappresentante legale di quella società oggi fallita, in attesa dell'eventuale ricorso per Cassazione.
Anche se la definizione è brutta per una vicenda triste come questa, alla fine restano due vincitori: Francesca Panzini, che è stata assolta da ogni responsabilità penale ed è stata subito reintegrata nella sua funzione di dirigente. E Città Civile, a favore della quale anche in Appello è stato riconosciuto che bisognerà pagare il risarcimento del danno e il pagamento delle spese legali.
Anche in questo grado di giudizio, dunque, è stato riconosciuto il merito di Città Civile di aver agito a tutela dei diritti e degli interessi della comunità terlizzese. Resta, tuttavia, la ferita della perdita definitiva per Terlizzi di tanti tributi pagati e mai arrivati nelle casse del comune.
È il momento di voltare pagina con la conferma che la cittadinanza attiva assolve ad un ruolo pubblico riconosciuto, ma anche il rammarico che la nostra comunità è stata impoverita.
Siamo felici per l'esito della vicenda personale della dott.ssa Panzini, cui auguriamo buon lavoro e assicuriamo la nostra collaborazione come cittadini attivi.
Anche processualmente è stato definitivamente riconosciuto il nostro ruolo istituzionale che continueremo a svolgere con passione, impegno e onestà intellettuale. Questo è il nostro monito per 2024 in cui celebriamo anche 20 anni di vita di Città Civile».