Politica
Città Civile annuncia un piano per le antenne di telefonia mobile
Obiettivo: minimizzare i rischi e ridurre l'impatto dell'inquinamento elettromagnetico
Terlizzi - martedì 19 settembre 2017
6.18
Città Civile interviene ancora sul caso del traliccio installato nei pressi di viale dei Lilium, destinato ad ospitare ripetitori per la telefonia mobile. Questa volta i consiglieri comunali del movimento annunciano la presentazione di una proposta di delibera di un piano di localizzazione di questi impianti.
«Il cospicuo numero e l'allocazione di tali apparati a ridosso o persino all'interno del perimetro urbano del Comune di Terlizzi è una questione che riguarda anche altri quartieri della città interessati dalla eccessiva prossimità delle sorgenti elettromagnetiche» spiega in una nota Città Civile. Ancorché non ci siano prove scientifiche di possibili danni alla salute dell'uomo causati dalle onde elettromagnetiche ad alta frequenza, «l'inquinamento elettromagnetico - sottolinea il movimento dei consiglieri Sigrisi, Zappatore e Volpe - indotto dalle radiofrequenze rappresenta un rischio sanitario per la popolazione, specie se i fattori che lo generano sono molteplici, si sommano e presentano tempi di esposizione elevati».
Da qui la scelta di adottare un principio di precauzione e di minimizzazione dei rischi potenziali. E allora il "piano territoriale per l'installazione di Stazioni Radio Base per la telefonia mobile" nel Comune di Terlizzi, proposto, dovrebbe privilegiare dei «siti di proprietà comunale posti ad una distanza minima dal centro abitato tale da ridurre al minimo i rischi sulla popolazione e garantire al tempo stesso il completamento dei piani di copertura del territorio richiesti dai gestori di telefonia. Per le infrastrutture esistenti che non dovessero aderire ai requisiti, si procederebbe, invece, all'adeguamento delle stesse alla scadenza delle concessioni pubbliche o private dei suoli o comunque non oltre un periodo massimo di 10 anni dall'approvazione del piano territoriale, analizzando ipotesi alternative di localizzazione e di configurazione tecnica degli impianti, realizzando così un progressivo arretramento e una minore densità di fonti di radiazione elettromagnetica. Altro fine, non secondario del piano territoriale, sarà quello di limitare l'impatto paesaggistico di tali impianti sullo skyline della città e le aree di interesse culturale e architettonico.
La proposta di delibera è aperta al contributo di professionisti, associazioni e altre forze politiche della città».
«Il cospicuo numero e l'allocazione di tali apparati a ridosso o persino all'interno del perimetro urbano del Comune di Terlizzi è una questione che riguarda anche altri quartieri della città interessati dalla eccessiva prossimità delle sorgenti elettromagnetiche» spiega in una nota Città Civile. Ancorché non ci siano prove scientifiche di possibili danni alla salute dell'uomo causati dalle onde elettromagnetiche ad alta frequenza, «l'inquinamento elettromagnetico - sottolinea il movimento dei consiglieri Sigrisi, Zappatore e Volpe - indotto dalle radiofrequenze rappresenta un rischio sanitario per la popolazione, specie se i fattori che lo generano sono molteplici, si sommano e presentano tempi di esposizione elevati».
Da qui la scelta di adottare un principio di precauzione e di minimizzazione dei rischi potenziali. E allora il "piano territoriale per l'installazione di Stazioni Radio Base per la telefonia mobile" nel Comune di Terlizzi, proposto, dovrebbe privilegiare dei «siti di proprietà comunale posti ad una distanza minima dal centro abitato tale da ridurre al minimo i rischi sulla popolazione e garantire al tempo stesso il completamento dei piani di copertura del territorio richiesti dai gestori di telefonia. Per le infrastrutture esistenti che non dovessero aderire ai requisiti, si procederebbe, invece, all'adeguamento delle stesse alla scadenza delle concessioni pubbliche o private dei suoli o comunque non oltre un periodo massimo di 10 anni dall'approvazione del piano territoriale, analizzando ipotesi alternative di localizzazione e di configurazione tecnica degli impianti, realizzando così un progressivo arretramento e una minore densità di fonti di radiazione elettromagnetica. Altro fine, non secondario del piano territoriale, sarà quello di limitare l'impatto paesaggistico di tali impianti sullo skyline della città e le aree di interesse culturale e architettonico.
La proposta di delibera è aperta al contributo di professionisti, associazioni e altre forze politiche della città».