Economia
Coldiretti, è salita a 1,2 miliardi la stima dei danni per il disseccamento degli ulivi
Dal 2013 la Xylella ha infettato oltre 10 milioni di piante in Puglia
Terlizzi - venerdì 20 luglio 2018
7.10
"Per Coldiretti il tema Xylella deve essere argomento immediatamente presente nell'azione parlamentare della 18^ legislatura del Parlamento italiano, perché è di importanza nazionale per il futuro dell'olivicoltura italiana, considerato che la Puglia garantisce oltre il 50% della produzione di olio italiano e la neonata collaborazione tra Regione Puglia e Ministero dell'Agricoltura deve rafforzarsi, piuttosto che essere indebolita da sterili polemiche", è quanto dichiara il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, in occasione del sopralluogo del Ministro Centinaio alle terre pugliesi così duramente provate dalla Xylella Fastidiosa. "Piuttosto che agitare lo spauracchio di improbabili commissioni d'inchiesta – affonda Cantele – sarebbe opportuno, così come indicato dal Ministro Centinaio, valutare con senso di responsabilità ogni proposta utile ad aiutare il mondo agricolo, vivaistico e dei frantoi di quelle aree, evitando di strumentalizzare politicamente ancora una volta un problema che è ricaduto esclusivamente sulla pelle degli operatori del settore delle province di Lecce, Brindisi e Taranto".
"E' salita a 1,2 miliardi la stima dei danni per il disseccamento degli ulivi e la conseguente perdita delle olive – aggiunge Cantele - a causa del diffondersi della Xylella che ha infettato oltre 10 milioni di piante in Puglia, dove è comparsa per la prima volta nell'ottobre del 2013, quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo. In cinque anni si sono susseguiti errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l'avanzare del contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente alle porte della provincia di Bari, con effetti disastrosi sull'ambiente, sull'economia e sull'occupazione".
Necessaria, anche per contrastare le continue fake news sul tema – dice Coldiretti Puglia - una seria comunicazione istituzionale regionale, nazionale e comunitaria capillare ed efficace che guidi tutti gli agricoltori già danneggiati su prospettive che assicurino un futuro alle aree colpite e preservare le zone ancora indenni.
"La sperimentazione e gli innesti per salvare gli olivi monumentali e lo studio della biodiversità rappresentata dalle piante selvatiche nate da incroci spontanei – conclude Cantele - sono temi di sicuro interesse e di concreta speranza, sviluppati fino ad oggi grazie all'impegno volontario di iniziativa privata e ricercatori che vanno supportati in modo tangibile, così come i progetti di rinaturalizzazione".
"Ora il pericolo più incombente – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - riguarda la piana degli olivi e le distese di mandorleti e ciliegeti tra le province di Bari e Brindisi e gli oliveti produttivi delle province di Bari e BAT. E' vitale in questa fase una dialettica chiara tra il Governo italiano e l'UE per scongiurare certamente la procedura di infrazione ma, soprattutto, per mettere in atto una strategia compatta e condivisa contro una batteriosi che corre veloce e che porti risorse. Forse finalmente ci si è resi conto che la Xylella è un problema nazionale e che se dovesse continuare a 'camminare', non ci sarà più olio da commercializzare. La zona di contenimento si è allargata pericolosamente a nord – ha concluso Corsetti – e il fronte della malattia è molto ampio, le 'eradicazioni chirurgiche' vanno attuate senza se e senza ma, perché come diciamo ormai da 5 anni attirandoci gli strali di pochi irresponsabili, se fossero stati eradicati pochi alberi nel 2014, oggi la situazione non sarebbe così drammatica. E tutti, agricoltori ed enti pubblici, devono attuare le buone pratiche agricole".
"E' salita a 1,2 miliardi la stima dei danni per il disseccamento degli ulivi e la conseguente perdita delle olive – aggiunge Cantele - a causa del diffondersi della Xylella che ha infettato oltre 10 milioni di piante in Puglia, dove è comparsa per la prima volta nell'ottobre del 2013, quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo. In cinque anni si sono susseguiti errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l'avanzare del contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente alle porte della provincia di Bari, con effetti disastrosi sull'ambiente, sull'economia e sull'occupazione".
Necessaria, anche per contrastare le continue fake news sul tema – dice Coldiretti Puglia - una seria comunicazione istituzionale regionale, nazionale e comunitaria capillare ed efficace che guidi tutti gli agricoltori già danneggiati su prospettive che assicurino un futuro alle aree colpite e preservare le zone ancora indenni.
"La sperimentazione e gli innesti per salvare gli olivi monumentali e lo studio della biodiversità rappresentata dalle piante selvatiche nate da incroci spontanei – conclude Cantele - sono temi di sicuro interesse e di concreta speranza, sviluppati fino ad oggi grazie all'impegno volontario di iniziativa privata e ricercatori che vanno supportati in modo tangibile, così come i progetti di rinaturalizzazione".
"Ora il pericolo più incombente – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - riguarda la piana degli olivi e le distese di mandorleti e ciliegeti tra le province di Bari e Brindisi e gli oliveti produttivi delle province di Bari e BAT. E' vitale in questa fase una dialettica chiara tra il Governo italiano e l'UE per scongiurare certamente la procedura di infrazione ma, soprattutto, per mettere in atto una strategia compatta e condivisa contro una batteriosi che corre veloce e che porti risorse. Forse finalmente ci si è resi conto che la Xylella è un problema nazionale e che se dovesse continuare a 'camminare', non ci sarà più olio da commercializzare. La zona di contenimento si è allargata pericolosamente a nord – ha concluso Corsetti – e il fronte della malattia è molto ampio, le 'eradicazioni chirurgiche' vanno attuate senza se e senza ma, perché come diciamo ormai da 5 anni attirandoci gli strali di pochi irresponsabili, se fossero stati eradicati pochi alberi nel 2014, oggi la situazione non sarebbe così drammatica. E tutti, agricoltori ed enti pubblici, devono attuare le buone pratiche agricole".