Associazioni
Comitato Beni Comuni all'amministrazione: "No alle fontanelle d'acqua private"
Un documento contro le cosiddette "Case dell'Acqua"
Terlizzi - lunedì 15 dicembre 2014
8.23
«Ennesima opera di mercificazione del bene comune per antonomasia.» Il Comitato Beni Comuni di Terlizzi punta il dito contro le cosiddette "Case dell'Acque", distributori di acqua che stanno spunando in numerose città: «Non fanno altro che erogare normalissima acqua pubblica a un prezzo maggiorato» dicono gli attivisti del movimento. «In moltissimi casi al prezzo di 5 centesimi al litro. Si potrebbe pensare che si tratti di un costo bassissimo, ma ricordiamo che il prezzo che spendiamo per la medesima acqua che arriva nei nostri rubinetti (e alle nostre fontane pubbliche) è di 1 euro per metro cubo (ovvero 1000 litri, circa 0,1 centesimi al litro). Le case dell'acqua non ce la danno a bere neanche lì dove si vende "solo" l'acqua frizzante, distribuendo gratuitamente quella senza bollicine, o dove sia una cooperativa no profit a gestire il servizio. In entrambi i casi, infatti, la logica di fondo è la stessa: la mercificazione dell'acqua. A questo si aggiunge – si legge in una nota del movimento - una distribuzione delle case dell'acqua meno omogenea (per ovvie ragioni) rispetto alle vecchie fontanelle, motivo per cui a seconda della zona dove si abita, si potrebbe essere costretti a spostamenti significativi per accedervi con conseguenti disparità.»
Il Comitato Beni Comuni smonta inoltre la teoria secondo cui l'acqua dell'Acquedotto dovrebbe essere filtrata per chissà quali impurità presenti. «L'aspetto a nostro avviso peggiore è che nella maggioranza dei comuni, le amministrazioni intendono, con tali distributori, soppiantare le fontanelle pubbliche. Con la scusa dei costi dovuti alla manutenzione (in verità irrisori nel complesso di un bilancio comunale), ci tolgono un diritto, oltre che un servizio pubblico e gratuito, in virtù del profitto di pochi. Il compito di un'amministrazione pubblica è proprio quello di tutelare e garantire tali servizi, e non far fare affari d'oro a privati che guardano ai beni comuni come a una mucca da mungere.». Il comitato suggerisce una mappatura di tutte le fontane pubbliche con indicazioni sulla loro ubicazione fruibili dai turisti e non, con una manutenzione costante degli impianti e l'installazione di cartelli che riportino le analisi della qualità dell'acqua.
«Il Comitato Beni Comuni Terlizzi, ribadendo ancora una volta che l'accesso all'acqua è un diritto umano inalienabile, che l'acqua non può avere rilevanza economica e deve essere tirata fuori da logiche di mercato, invita l'Amministrazione Comunale a non cadere nella trappola delle Case dell'Acqua e ad intraprendere un coraggioso, reale e partecipato percorso di promozione e garanzia di una cultura dell'acqua pubblica, rinnova la richiesta di modifica dello Statuto Comunale circa la non rilevanza economica del servizio idrico integrato e invita tutti i cittadini a riflettere e confrontarsi sul tema, a vigilare su quanto accade sui propri territori per impedire questo ulteriore passo verso la mercificazione della risorsa.»
Il Comitato Beni Comuni smonta inoltre la teoria secondo cui l'acqua dell'Acquedotto dovrebbe essere filtrata per chissà quali impurità presenti. «L'aspetto a nostro avviso peggiore è che nella maggioranza dei comuni, le amministrazioni intendono, con tali distributori, soppiantare le fontanelle pubbliche. Con la scusa dei costi dovuti alla manutenzione (in verità irrisori nel complesso di un bilancio comunale), ci tolgono un diritto, oltre che un servizio pubblico e gratuito, in virtù del profitto di pochi. Il compito di un'amministrazione pubblica è proprio quello di tutelare e garantire tali servizi, e non far fare affari d'oro a privati che guardano ai beni comuni come a una mucca da mungere.». Il comitato suggerisce una mappatura di tutte le fontane pubbliche con indicazioni sulla loro ubicazione fruibili dai turisti e non, con una manutenzione costante degli impianti e l'installazione di cartelli che riportino le analisi della qualità dell'acqua.
«Il Comitato Beni Comuni Terlizzi, ribadendo ancora una volta che l'accesso all'acqua è un diritto umano inalienabile, che l'acqua non può avere rilevanza economica e deve essere tirata fuori da logiche di mercato, invita l'Amministrazione Comunale a non cadere nella trappola delle Case dell'Acqua e ad intraprendere un coraggioso, reale e partecipato percorso di promozione e garanzia di una cultura dell'acqua pubblica, rinnova la richiesta di modifica dello Statuto Comunale circa la non rilevanza economica del servizio idrico integrato e invita tutti i cittadini a riflettere e confrontarsi sul tema, a vigilare su quanto accade sui propri territori per impedire questo ulteriore passo verso la mercificazione della risorsa.»