Cronaca
Commozione per la scomparsa di Giuseppe Volpe, poliziotto terlizzese esempio di abnegazione
Stroncato da una malattia, il ricordo degli amici e colleghi
Terlizzi - venerdì 10 agosto 2018
13.06
Sta commuovendo tutta Terlizzi la storia di Giuseppe Volpe, 43enne assistente capo della Polizia di Stato, terlizzese, dopo un primo periodo trascorso alla Polizia di Frontiera dell'aeroporto Malpensa di Milano, era da circa sette anni ad Andria, in servizio alla squadra Volanti del Commissariato della Polizia di Stato. L'uomo è scomparso dopo una terribile malattia, non senza lasciare un bellissimo ricordo tra amici e colleghi che lo ricordano così:
«Se qualche parola potesse rappresentare al meglio una persona con cui in circa sette anni, passati gomito a gomito, si sono condivise le situazioni più disparate, queste possono essere esempio e abnegazione.
Veder spegnere la vita di un amico riesce difficile a tutti. E se questa persona, lottando con una bastarda malattia, riesce a non far venire meno l' affetto, l' abnegazione, verso la famiglia, il lavoro e gli amici, anche il giorno prima di lasciare questa terra, bè allora veramente le parole diventano superflue addirittura inutili. Quindi sarà meglio raccontare chi era questo amico.
Giorno e notte, turni impensabili con i festivi compresi, tenendo conto delle esigenze di moglie Rossana e figlia Giorgia, hanno fatto conoscere ed apprezzare Giuseppe ai colleghi ma anche a coloro che per un motivo o un altro, dovevano rapportarsi con la squadra Volanti. Difficile trovarlo scontroso: affabile e disponibile, sempre professionale e soprattutto un Amico.
Inutile dire che chi trascorre 23 anni della propria vita in Polizia lo fa soprattutto perché crede in qualcosa, in valori che a qualcuno sanno di retorica, ma che sa che il proprio lavoro serve alla collettività, a dare in alcuni casi speranza e parole di conforto a chi si imbatte in eventi spiacevoli.
Avrebbe potuto chiedere trasferimenti o la cessazione dal servizio attivo da circa 4 anni, invece Giuseppe ha lavorato sempre, fino all'ultimo giorno, il 2 agosto scorso prima di lasciarci. In questi ultimi anni, quando i colleghi lo vedevano più debilitato del solito, chiedevano loro che rimanesse in ufficio, così da dargli una mano nei rapporti e nelle carte da inviare ai vari uffici.
Quando anche Andria è stata chiamata a fare la sua parte nei rinforzi che sono giunti a Bitonto dopo l'omicidio infame della ignara pensionata, anche Giuseppe ha fatto la sua parte. Da gennaio, per tre mesi ha partecipato ai servizi di rinforzo per il controllo del territorio, perché lui credeva in questo Stato, in quegli alamari color cremisi, nel fatto che uniti si riesce a vincere la criminalità.
Tanti colleghi, anche trasferiti ed alcuni dei dirigenti che si sono succeduti in via Rossini non lo hanno dimenticato, come Massimo Modeo, Luciano Di Prisco, Fabrizio Gargiulo, Leonida Marseglia e Gerardo Di Nunno.