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Politica

Comparto C4, le opposizioni: «Non si può approvare un piano riadattando bozza del 2012»

Una nota di PD, Città Civile e La Corrente contesta le modalità utilizzate dalla maggioranza

Riceviamo e pubblichiamo comunicato delle forze di opposizione sul comparto C4 e l'approvazione del relativo provvedimento urbanistico con i voti della sola maggioranza.

«Cari concittadini, cari elettori, domenica scorsa all'insolita ora di pranzo è stato adottato il piano di iniziativa pubblica della C4 senza un voto condiviso ed unanime del Consiglio Comunale a differenza della quasi totalità dei provvedimenti urbanistici che hanno interessato la città di Terlizzi sino ad oggi.

Perché, cos'è la C4, cosa non convince ?
L'acronimo C4 non si riferisce all'esplosivo plastico ma al megacomparto di circa 50 ettari della zona "Pozzo Rosso" ed ex "Parco Comunale" posta tra la via di Ruvo e la ferrovia Bari Nord, grande quanto 70 campi di calcio ed un terzo della città esistente, per 700 nuovi alloggi, costituito da oltre duecento proprietari.
Alcuni esponenti della maggioranza hanno esultato sui social subito dopo l'adozione del provvedimento con immagini di fuochi d'artificio. Forse per alcuni era giunto il momento di far brillare l'esplosivo visto che la miccia stava per esaurirsi. Infatti, l'adunanza del Consiglio Comunale oltre che ad un orario insolito è stato rinviato ad un giorno festivo, perché il Dirigente dell'UTC in prestito a Terlizzi dal Comune di Trani avrebbe cessato le sue funzioni proprio il giorno successivo, nonostante il nuovo Dirigente dell'UTC, lasciato in panchina per la materia urbanistica, sia in servizio a tempo pieno da ottobre scorso.

Quindi un blitz congegnato ad orologeria, tanto da non consentire ai Consiglieri e alla città di dedicare il giusto tempo per analizzare la documentazione per un provvedimento che riguarda le sorti di Terlizzi per un significativo nuovo pezzo di città che coinvolge tanti cittadini ed interessi, direttamente ed indirettamente.
Tutta la propaganda partita nel 2012 prevedeva tempi strettissimi di fatto disattesi, ampia partecipazione e condivisione, ma il tutto si è tradotto in un riattamento di una bozza di piano diffusa il 17 maggio 2012 all'incontro promosso da privati con la partecipazione del candidato Sindaco Gemmato, che non recepisce affatto gli innumerevoli e significativi contributi inviati formalmente al Comune ed informalmente segnalati in diversi incontri pubblici. Il Dirigente dell'UTC presente durante il Consiglio Comunale ha affermato che in dodici anni di servizio a Terlizzi non ha potuto fare ed immaginare di meglio per la C4 e subito dopo ha salutato la città.

Ma noi non ci crediamo e su questo ne siamo certi e convinti. Al contrario, i Consiglieri comunali che alla fine dell'assise non hanno partecipato al voto attestano a chiare lettere che questo piano non è affatto convincente, sia per le imprecisioni, sia per le cripticità ivi contenute. I cittadini che hanno contribuito a fornire utili suggerimenti per iscritto sono stati mortificati per la puntuale mancanza di recepimento o confutazione delle proprie indicazioni. Questo piano contiene scelte assurde e decontestualizzate come ad esempio le scelte tipologiche che impongono edifici con altezze quasi doppie rispetto a quelle previste dal PRG, cioè palazzoni fino a 20 metri di altezza accanto al banale divieto di avere un "tetto" sopra la testa. Molti nodi critici non restano irrisolti come la disciplina delle aree compromesse e la gestione delle aree costituenti la città pubblica. Persiste la sperequazione tra i proprietari, che vede pochi fortunati e tanti penalizzati per molteplici motivazioni.

Del tutto irragionevole ed illogico appare l'utilizzo di metodi coercitivi come il sorteggio per aggregare i vari proprietari, mentre un qualsiasi piano attuativo di iniziativa privata soggiace a regole ben diverse. Anziché delineare invarianti qualificanti si polverizza il territorio a trasformarsi in pseudo lotti chiamate unità minime di intervento che di fatto sono sub-comparti camuffati, in spregio al corretto bilanciamento di utili ed oneri assicurato da un comparto edificatorio di dimensioni ragionevoli.

Non si percepisce un razionale disegno di città nel rispetto di elementari regole chiare che assicurino a tutti indistintamente una efficace e concreta attuazione del proprio compendio fondiario. Un megacomparto senza una piazza, senza un monumento, senza nessun rapporto ambientale che tranquillizzi i cittadini in merito alle matrici e componenti ambientali e paesaggistiche presenti in quel contesto e soprattutto senza quel calore e quella passione che deve permeare dalla voglia di fare bene, denota la totale inidoneità del piano adottato.

Dopo venti anni con la tecnologia disponibile ci si aspetta che un Sindaco mostri alla città la sua idea di città attraverso un plastico, un rendering, un video 4D a volo di drone. Invece, all'ultimo secondo, ci si presenta alla città con quattro cartacce.

La Regione Puglia si avvia alla promulgazione delle legge sulla bellezza, mentre l'attuale Amministrazione a Terlizzi con questo provvedimento impone ai privati proprietari un nuovo quartiere che assomiglia agli sterili quartieri popolari dormitorio che hanno costellato le grandi città negli anni sessanta e settanta, riesumando le logiche passate dalla speculazione edilizia, facendo entusiasmare i nostalgici di tale scuola di pensiero, senza garantire ed assicurare in alcun modo un abbassamento reale dei prezzi di accesso alle fasce più deboli. La soluzione che l'Amministrazione propone finge di perseguire le logiche del risparmio di suolo e vuole far credere che tale disegno urbano possa avere ottimi risultati qualitativi ed in termini di sicurezza urbana sia sotto il profilo della safety che della security.

Insomma, questo piano particolareggiato non convince nessuno, soprattutto perché non contiene quelle prerogative che devono differenziare e connotare l'iniziativa pubblica rispetto a quella del privato, cioè deve essere un modello esemplare e di alto profilo, invece si mostra pasticciato, affrettato e particolarmente brutto.
Per questi motivi NON PARTECIPIAMO.».

Partito Democratico Terlizzi
La Corrente
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