Cronaca
Crack «Faville», assolti in cinque
Condanna per uno solo dei sei imputati
Terlizzi - giovedì 18 ottobre 2018
19.11
Assolti per non aver commesso il fatto. Si conclude così, per tre dei sei imputati, l'annosa vicenda giudiziaria legata al crack della società titolare del marchio "Faville" dichiarata fallita dal Tribunale di Trani.
Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, ricettazione e truffa.
Il giudice del Tribunale di Trani ha emesso una sola condanna nei confronti di Antonio Ferri, ritenuto colpevole del reato di bancarotta fraudolenta. La pena inflitta è di quattro anni di reclusione.
Assolti dall'imputazione, invece, Riccardo Ferri , Francesco Ferri e Lorenzo Martufi per non aver commesso il fatto.
Il giudice ha poi assolto dall'imputazione di ricettazione Rosa Ragone e Carmine Nicoletti perché il fatto non costituisce reato.
Non luogo a procedere in merito all'accusa di truffa sollevata nei confronti di Riccardo Ferri, Francesco Ferri e Lorenzo Martufi per avvenuta prescrizione del reato, così come nei confronti di Michele Ficco.
I fatti contestati dall'accusa ai vari imputati risalgono al 2008 – 2009 e riguardano il fallimento della società che deteneva la titolarità del marchio "Faville".
Il processo era iniziato nel 2013 sulla base di indagini operate dalla guardia di finanza e che avevano portato ad ipotizzare i reati di bancarotta fraudolenta ed in alcuni casi anche della truffa e della ricettazione.
Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, ricettazione e truffa.
Il giudice del Tribunale di Trani ha emesso una sola condanna nei confronti di Antonio Ferri, ritenuto colpevole del reato di bancarotta fraudolenta. La pena inflitta è di quattro anni di reclusione.
Assolti dall'imputazione, invece, Riccardo Ferri , Francesco Ferri e Lorenzo Martufi per non aver commesso il fatto.
Il giudice ha poi assolto dall'imputazione di ricettazione Rosa Ragone e Carmine Nicoletti perché il fatto non costituisce reato.
Non luogo a procedere in merito all'accusa di truffa sollevata nei confronti di Riccardo Ferri, Francesco Ferri e Lorenzo Martufi per avvenuta prescrizione del reato, così come nei confronti di Michele Ficco.
I fatti contestati dall'accusa ai vari imputati risalgono al 2008 – 2009 e riguardano il fallimento della società che deteneva la titolarità del marchio "Faville".
Il processo era iniziato nel 2013 sulla base di indagini operate dalla guardia di finanza e che avevano portato ad ipotizzare i reati di bancarotta fraudolenta ed in alcuni casi anche della truffa e della ricettazione.