Cronaca
Dalla mozzarella all'infarto preso in tempo, uomo di 46 anni salvato all'ospedale di Terlizzi
Gli esami clinici erano tutti negativi, ma l'intuizione dei medici del Pronto soccorso...
Terlizzi - giovedì 12 luglio 2018
7.13
Miracolo all'ospedale di Terlizzi dove un banale mal di pancia e il sospetto di una intolleranza al lattosio erano in realtà il presagio di un attacco cardiaco scovato giusto in tempo.
Il miracolo laico è avvenuto mercoledì 11 luglio, poco prima dell'ora di pranzo. Protagonista un uomo di 46 anni, terlizzese, presentatosi al Pronto Soccorso con dolori addominali acuti: forse una cattiva digestione, spiega l'uomo ai medici che lo prendono in cura, probabilmente una intolleranza alimentare al lattosio visto che la sera prima ho mangiato mozzarella di bufala. Ma il dolore forte che si irradia anche alla zona intestinale rappresenta anche la sintomatologia tipica dell'infarto in corso.
L'uomo viene così subito sottoposto a elettrocardiogramma e a prelievo ematico per l'analisi degli enzimi cardiaci: entrambi gli esiti sono tutti negativi, insomma tutto (apparentemente) nella norma, nessuna patologia in corso. «In un qualsiasi Pronto soccorso d'Italia, soprattutto in quelli più affollati e sovraccarichi di lavoro, un paziente di 46 anni, a seguito un elettrocardiogramma e di un'analisi degli enzimi entrambi negativi, sarebbe stato dimesso e mandato a casa» spiega un operatore sanitario dell'ospedale Sarcone, «l'intuizione dei medici terlizzesi ha invece salvato la vita a quel padre di famiglia».
Quante volte, infatti, si sentono storie di medici che in buona fede e a ragion veduta dicono al paziente che è tutto a posto, torni pure a casa e magari prenda questo farmaco?
La bravura dell'equipe del Pronto soccorso dell'ospedale "Michele Sarcone", guidata dal dottor Sebastiano Lopiano, è stata invece quella di andare oltre i normali protocolli, e quindi di tenere sotto osservazione il paziente ancora per qualche tempo. Il dolore persistente li ha insospettiti e dopo due ore le analisi sono state ripetute. E infatti questa volta però i risultati dicevano altro: principio di infarto. Per l'uomo è stato subito disposto il trasferimento presso l'ospedale Antea di Bari dove è stato sottoposto alle terapie di emergenza salvavita e a intervento chirurgico.
Il miracolo laico è avvenuto mercoledì 11 luglio, poco prima dell'ora di pranzo. Protagonista un uomo di 46 anni, terlizzese, presentatosi al Pronto Soccorso con dolori addominali acuti: forse una cattiva digestione, spiega l'uomo ai medici che lo prendono in cura, probabilmente una intolleranza alimentare al lattosio visto che la sera prima ho mangiato mozzarella di bufala. Ma il dolore forte che si irradia anche alla zona intestinale rappresenta anche la sintomatologia tipica dell'infarto in corso.
L'uomo viene così subito sottoposto a elettrocardiogramma e a prelievo ematico per l'analisi degli enzimi cardiaci: entrambi gli esiti sono tutti negativi, insomma tutto (apparentemente) nella norma, nessuna patologia in corso. «In un qualsiasi Pronto soccorso d'Italia, soprattutto in quelli più affollati e sovraccarichi di lavoro, un paziente di 46 anni, a seguito un elettrocardiogramma e di un'analisi degli enzimi entrambi negativi, sarebbe stato dimesso e mandato a casa» spiega un operatore sanitario dell'ospedale Sarcone, «l'intuizione dei medici terlizzesi ha invece salvato la vita a quel padre di famiglia».
Quante volte, infatti, si sentono storie di medici che in buona fede e a ragion veduta dicono al paziente che è tutto a posto, torni pure a casa e magari prenda questo farmaco?
La bravura dell'equipe del Pronto soccorso dell'ospedale "Michele Sarcone", guidata dal dottor Sebastiano Lopiano, è stata invece quella di andare oltre i normali protocolli, e quindi di tenere sotto osservazione il paziente ancora per qualche tempo. Il dolore persistente li ha insospettiti e dopo due ore le analisi sono state ripetute. E infatti questa volta però i risultati dicevano altro: principio di infarto. Per l'uomo è stato subito disposto il trasferimento presso l'ospedale Antea di Bari dove è stato sottoposto alle terapie di emergenza salvavita e a intervento chirurgico.