Attualità
Disastro ferroviario, a Corato una marcia per non dimenticare: «Sia garantita la sicurezza»
Silenzio e commozione, in memoria delle vittime del tragico evento
Terlizzi - lunedì 24 aprile 2017
7.09
Silenzio e commozione si riempiono di un significato che va oltre il ricordo. La marcia di questa mattina, in memoria delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio, è stata innanzitutto un monito: garantire la sicurezza per i viaggiatori che su quei binari costruiscono la loro vita, raggiungendo il luogo degli studi, del lavoro, degli affetti.
Quei binari, purtroppo, per 23 persone hanno significato la fine di sogni, desideri, speranze e progetti. E per i loro cari una incolmabile perdita.
Questa mattina sono stati tanti a sfilare, in rigoroso silenzio, da Piazza Cesare Battisti sin sotto alla stazione ferroviaria, luogo simbolo di uno dei disastri ferroviari più gravi registratisi in Italia.
C'era chi indossava una maglietta raffigurante il proprio caro, deceduto nello scontro dei treni; chi mostrava una foto, chi stringeva un palloncino bianco. Difficile per molti trattenere la commozione, con la mente rivolta a chi non c'è più.
Alla testa del corteo uno striscione riportante i nomi delle vittime del disastro ed una frase emblematica: «Coloro che non ricordano il passato sono destinati a ripeterlo».
Pochi i rappresentanti delle istituzioni presenti, quasi ad avallare quel senso di abbandono più volte manifestato dai parenti delle vittime e ribadito ai nostri microfoni anche dal fratello di Francesco Ludovico Tedone, alla cui memoria è intitolata l'associazione che ha organizzato l'iniziativa.
Giunti dinanzi alla stazione ferroviaria, sono stati ricordati i nomi delle vittime ed è stato dato spazio ad alcuni parenti affinché lanciassero un messaggio o ricordassero il proprio caro. Tutti, indistintamente, chiedono giustizia per l'accaduto e reclamano sicurezza affinché un tale disastro non si ripeta. «Una bomba che era destinata a scoppiare e che è scoppiata il 12 luglio, portandosi via 23 persone» è la metafora utilizzata da chi crede che, senza un rafforzamento delle misure di sicurezza, il disastro sarebbe stato inevitabile.
Quei binari, purtroppo, per 23 persone hanno significato la fine di sogni, desideri, speranze e progetti. E per i loro cari una incolmabile perdita.
Questa mattina sono stati tanti a sfilare, in rigoroso silenzio, da Piazza Cesare Battisti sin sotto alla stazione ferroviaria, luogo simbolo di uno dei disastri ferroviari più gravi registratisi in Italia.
C'era chi indossava una maglietta raffigurante il proprio caro, deceduto nello scontro dei treni; chi mostrava una foto, chi stringeva un palloncino bianco. Difficile per molti trattenere la commozione, con la mente rivolta a chi non c'è più.
Alla testa del corteo uno striscione riportante i nomi delle vittime del disastro ed una frase emblematica: «Coloro che non ricordano il passato sono destinati a ripeterlo».
Pochi i rappresentanti delle istituzioni presenti, quasi ad avallare quel senso di abbandono più volte manifestato dai parenti delle vittime e ribadito ai nostri microfoni anche dal fratello di Francesco Ludovico Tedone, alla cui memoria è intitolata l'associazione che ha organizzato l'iniziativa.
Giunti dinanzi alla stazione ferroviaria, sono stati ricordati i nomi delle vittime ed è stato dato spazio ad alcuni parenti affinché lanciassero un messaggio o ricordassero il proprio caro. Tutti, indistintamente, chiedono giustizia per l'accaduto e reclamano sicurezza affinché un tale disastro non si ripeta. «Una bomba che era destinata a scoppiare e che è scoppiata il 12 luglio, portandosi via 23 persone» è la metafora utilizzata da chi crede che, senza un rafforzamento delle misure di sicurezza, il disastro sarebbe stato inevitabile.