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Attualità

Don Pietro Pappagallo oggi sarà "Giusto tra le nazioni"

La cerimonia alle ore 17.00. A Terlizzi le più alte cariche regionali e rappresentanti del Governo e dell'Ambasciata d'Israele

Questo pomeriggio, 25 ottobre, alle ore 17.00, a Terlizzi, l'Ambasciata d'Israele in Italia, in collaborazione con il Comune di Terlizzi, consegnerà l'onorificenza di "Giusto tra le nazioni", conferito dal Memoriale dello Yad Vashem, al terlizzese Don Pietro Pappagallo ucciso alle Fosse Ardeatine.

La cerimonia di consegna dell'onorificenza si terrà nell'atrio all'aperto della scuola "Don Pietro Pappagallo" in viale Roma, 59/A alla presenza delle massime autorità civili, ecclesiastiche e militari. Per ragioni di sicurezza l'accesso sarà riservato solo alle persone provviste di invito. La cerimonia sarà comunque trasmessa in diretta televisiva su TRM - canale 16 Puglia e Basilicata - canale 519 di Sky e canale 519 Tivusat in tutta Italia.

Nel corso della cerimonia interverranno del Sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato; il dirigente scolastico del I Circolo Didattico "Don Pietro Pappagallo", Vitantonio Petronella; il rappresentante dell'Ambasciata d'Israele in Italia; Pietro Pappagallo, pronipote del decorato e Renato Brucoli che riporterà una testimonianza storica. L'evento sarà moderato da Piero Ricci, presidente dell'Ordine dei Giornalisti Puglia.
Tra gli invitati: il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Garofoli; il Prefetto di Bari, Antonia Bellomo, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco della Città Metropolitana di Bari, Antonio Decaro; il vescovo della diocesi Molfetta-Giovinazzo-Terlizzi-Ruvo di Puglia, Mons. Domenico Cornacchia.

La più alta onorificenza civile che esiste in Israele, "Giusto tra le Nazioni", verrà conferita a Don Pietro Pappagallo per aver messo a rischio la propria vita per salvare ebrei perseguitati durante la Shoah.
Il Memoriale dello Yad Vashem di Gerusalemme è l'Ente preposto alla memoria degli eroi e dei martiri della Shoah che è l'unica onorificenza al valor civile a coloro che hanno salvato la vita a ebrei durante la seconda Guerra mondiale, lo hanno fatto a rischio della propria vita, non hanno mai ricevuto alcun compenso per questo.
Lo Yad Vashem si fa promotore di trasmettere e divulgare, soprattutto alle giovani generazioni, la consapevolezza di ciò che ha rappresentato la Shoah, elevando i valori irrinunciabili di coraggio, eroismo e difesa della vita che devono permeare il presente, e non solo il passato, della nostra società civile, perché tragedie come la Shoah non abbiano più a ripetersi.
Un rappresentante dell'Ambasciata di Israele in Italia consegnerà l'onorificenza alla presenza della famiglia di Don Pietro Pappagallo e delle autorità presenti.
Nel giugno 1944, dopo la liberazione di Roma dall'occupazione tedesca, la Resistenza italiana ha dedicato a Don Pietro Pappagallo un articolo giornalistico in sua memoria. Nel descriverne le attività, è scritto che ha aiutato clandestini e perseguitati, compresi i soldati alleati, così come gli ebrei.
Un racconto simile, di Oscar Cageggi, detenuto nel carcere di via Tasso con don Pietro, è stato pubblicato su "Il Quotidiano" nel giugno 1944.
Inoltre Ada Alessandrini, partigiana in clandestinità, ha pubblicato un articolo sulla rivista Mercurio del dicembre 1944 in cui ha raccontato che le era stato affidato il compito di aiutare una ragazza ebrea tedesca, cercando di fornirle documenti di identità falsi per uscire da Roma. L'Alessandrini, insieme a una sua collega attivista, aveva chiesto aiuto ad altro resistente, che però glielo aveva rifiutato per paura; poi aveva interpellato Don Pietro, il quale si era messo immediatamente a disposizione. Secondo lui bastava una foto su carta intestata e un timbro di una città italiana liberata, nel caso Napoli, per aprirle la via di fuga dalla capitale. Don Pietro aveva familiari che possedevano una tipografia a Roma, ai quali si era già rivolto in precedenza, sempre durante l'occupazione, per chiedere loro un timbro con la scritta Comune di Napoli, che gli avrebbe permesso di falsificare documenti in favore di ebrei e altri perseguitati. Così è riuscito ad aiutare anche la ragazza ebrea.
Il nipote di Don Pietro, Antonio, ha ricordato in seguito: "Mio zio era un vero prete… viveva la sua vocazione; alla sua porta bussavano persone di ogni genere".
Don Pietro è stato arrestato nel gennaio 1944, all'età di 56 anni, dopo essere stato tradito da Gino Crescentini, nota spia italiana al soldo dei tedeschi, che tradì molti ebrei in clandestinità o in possesso di documenti falsi.
Le SS tedesche uccisero don Pietro Pappagallo il 24 marzo 1944, insieme ad altri 334 italiani, fra cui 77 ebrei, nelle Cave delle Fosse Ardeatine.

Il 13 luglio 1988 il Presidente della Repubblica Italiana ha conferito a don Pietro Pappagallo la Medaglia d'Oro al Merito Civile alla memoria.

Il 22 maggio 2018 lo Yad Vashem ha annoverato don Pietro Pappagallo fra i "Giusti tra le Nazioni".
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