
Attualità
E' ufficiale: l'ospedale "Michele Sarcone" non è più presidio ospedaliero
Riconversione a struttura territoriale per l'ospedale di Terlizzi
Terlizzi - martedì 1 marzo 2016
11.21
Il piano di riordino ospedaliero regionale è stato approvato ieri sera in giunta regionale. E' ufficiale: l'ospedale di Terlizzi "Michele Sarcone" è tra gli otto ospedali pugliesi avviati alla riconversione, destinati cioè a "una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie". Saranno quindi otto gli "stabilimenti ospedalieri pubblici avviati alla riconversione" in Puglia con il Piano di riordino sanitario approvato ieri sera dalla giunta regionale. Per il governatore Michele Emiliano, il Piano è il risultato della "più grande procedura di consultazione mai fatta in Puglia non solo nella sanità: la giunta - ha precisato - ha adottato la delibera regolamentare" che passerà "per una discussione generale al Consiglio regionale che deve esprimere il suo parere non vincolante ma autorevole".
Il provvedimento traccia l'impalcatura della futura rete ospedaliera pugliese che, passato il vaglio del ministero, si arricchirà di successivi provvedimenti attuativi destinati a regolamentare nel dettaglio le reti della emergenza-urgenza, tempo-dipendenti, le reti per patologia e la continuità ospedale-territorio. Con lo stesso provvedimento parte ufficialmente anche il lavoro di riassetto della rete di assistenza territoriale, per la quale il governo regionale ha stanziato 400 milioni di euro di fondi FESR destinati prioritariamente a rifunzionalizzare e potenziare gli ospedali oggetto di riconversione.
Gli ospedali pubblici da riconvertire, "destinati a una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie", sono: Fallacara di Triggiano, Sarcone di Terlizzi, San Camillo di Mesagne, Melli di San Pietro Vernotico, Umberto I di Fasano, San Marco di Grottaglie, ospedale Caduti di tutte le guerre di Canosa, San Nicola Pellegrino di Trani. Emiliano ha sottolineato il salvataggio "dell'ospedale di Lucera, destinato alla chiusura da moltissimi anni, e che avrà un regime molto particolare, quello tipico delle zone disagiate. Questo in funzione della particolare struttura dei monti Dauni, che necessita di un pronto soccorso che non poteva essere allontanato molto dai luoghi di residenza dei cittadini". "Alla fine - ha aggiunto il governatore - avremo cinque ospedali di secondo livello, cioè il massimo livello che esiste in Italia. Ne avremo quindici di primo livello, cioè ospedali molto ben attrezzati con quasi tutte le specializzazioni. Poi ci sono dodici ospedali di base, cioè quelli più vicini alle persone. Molti di quelli di base verranno rafforzati, cioè avranno più specialità' e più reparti di quelli che normalmente sarebbero previsti per questo tipo di ospedali".
Cosa succederà da domani? Leggi qui
Il provvedimento traccia l'impalcatura della futura rete ospedaliera pugliese che, passato il vaglio del ministero, si arricchirà di successivi provvedimenti attuativi destinati a regolamentare nel dettaglio le reti della emergenza-urgenza, tempo-dipendenti, le reti per patologia e la continuità ospedale-territorio. Con lo stesso provvedimento parte ufficialmente anche il lavoro di riassetto della rete di assistenza territoriale, per la quale il governo regionale ha stanziato 400 milioni di euro di fondi FESR destinati prioritariamente a rifunzionalizzare e potenziare gli ospedali oggetto di riconversione.
Gli ospedali pubblici da riconvertire, "destinati a una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie", sono: Fallacara di Triggiano, Sarcone di Terlizzi, San Camillo di Mesagne, Melli di San Pietro Vernotico, Umberto I di Fasano, San Marco di Grottaglie, ospedale Caduti di tutte le guerre di Canosa, San Nicola Pellegrino di Trani. Emiliano ha sottolineato il salvataggio "dell'ospedale di Lucera, destinato alla chiusura da moltissimi anni, e che avrà un regime molto particolare, quello tipico delle zone disagiate. Questo in funzione della particolare struttura dei monti Dauni, che necessita di un pronto soccorso che non poteva essere allontanato molto dai luoghi di residenza dei cittadini". "Alla fine - ha aggiunto il governatore - avremo cinque ospedali di secondo livello, cioè il massimo livello che esiste in Italia. Ne avremo quindici di primo livello, cioè ospedali molto ben attrezzati con quasi tutte le specializzazioni. Poi ci sono dodici ospedali di base, cioè quelli più vicini alle persone. Molti di quelli di base verranno rafforzati, cioè avranno più specialità' e più reparti di quelli che normalmente sarebbero previsti per questo tipo di ospedali".
Cosa succederà da domani? Leggi qui