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Attualità
Emergenza sanità, ore di attesa al «Sarcone» prima di essere operati
Nell'ospedale di Terlizzi, la Chirurgia di urgenza ormai non esiste più
Terlizzi - lunedì 5 giugno 2017
6.56
ORE IN ATTESA CON UNA PERFORAZIONE ADDOMINALE, MA I CHIRURGHI NON POSSONO FARE NULLA
Gli viene diagnosticata una perforazione addominale ma i chirurghi presenti sono impossibilitati a intervenire. È la storia paradossale capitata a un paziente ricoverato all'ospedale «Sarcone» di Terlizzi appena qualche giorno fa: non c'era un posto letto di chirurgia nelle vicinanze ed è stato costretto ad attendere lunghissime ore prima di entrare in sala operatoria. I carabinieri, chiamati dai parenti esasperati, non hanno potuto far altro che calmare gli animi e mettersi al telefono per aiutare i medici a trovare un posto libero in zona. L'uomo è finito all'ospedale di Altamura in un posto avanzato addirittura in Ortopedia.
Nella unità operativa Chirurgia di Terlizzi ci sono cinque sale operatorie e 12 posti letto, eppure in questo momento «non è possibile governare le emergenze-urgenze», conferma il direttore generale dell'Asl di Bari Vito Montanaro. In altre parole, il paziente che con le proprie gambe si reca al pronto soccorso, laddove gli venga diagnosticata un'emergenza chirurgica, deve essere trasferito in altre strutture ospedaliere. «A Terlizzi si possono eseguire solo interventi chirurgici di elezione, cioè programmati» aggiunge Montanaro.
NEL NORDBARESE SANITA' ALLO SBANDO, ANCHE A MOLFETTA LA CHIRURGIA E' AL COLLASSO
Le emergenza-urgenze spettano al vicino ospedale di Molfetta, dove però è più facile vincere un terno al lotto che trovare un posto letto disponibile.
Udato su tutti racconta bene quanto accade ogni giorno da queste parti: nell'unità operativa Chirurgia del «Don Tonino Bello» ci sono appena 18 posti letto per un bacino di quasi 200 mila abitanti (qui afferiscono le emergenze anche da Giovinazzo, Ruvo, Terlizzi e Corato). In tutto nove chirurghi e sei anestesisti a Molfetta, sei chirurghi e quattro anestesisti a Terlizzi, tutti H12, entrambe le strutture senza la guardia attiva. Il che, tradotto, significa che di notte non ci sono medici o anestesisti in sede, ma disponibil solo attraverso la reperibilità telefonica. Ecco perché i viaggi della speranza sono verso il Policlinico, il «San Paolo», il «Di Venere», finanche verso l'ospedale di Altamura, per trovare una branda libera.
Sempre a Terlizzi meno di due settimane fa si è recato in pronto soccorso un ciclista con milza sanguinante: in questi casi è persino pericoloso trasportare il paziente da una struttura all'altra e comunque a Molfetta era tutto occupato. Ne è scoppiata una lite furibonda tra medici pronti ad operare ed altri che non se la sono sentiti di prendersi la responsabilità di contravvenire alle direttive aziendali. Il ciclista è finito sotto i ferri al «Don Tonino Bello» dopo ore di attesa e solo dopo che era uscito fuori un posto letto.
AL "SARCONE" MANCANO ANCORA CHIRURGHI E ANESTESISTI
Gli organici sono in affanno: «In questi ultimi mesi le assunzioni di chirurghi e anestesisti effettivamente sono state fatte» osserva un operatore che lavora al «Sarcone», «ma si tratta di medici a tempo indeterminato che hanno preso il posto di altri operatori a tempo determinato, l'organico è rimasto inalterato e al di sotto di quanto previsto della pianta organica». Un dato, quest'ultimo, confermato dallo stesso Montanaro: «E' vero ma -e non lo dico per nostra discolpa- tutti i nuovi assunti dalle graduatorie hanno optato per altre strutture ospedaliere». Insomma, nessuno vuole lavorare nella Chirurgia di Terlizzi, ed è comprensibile visto che la Regione Puglia nell'ultimo piano di riordino ne ha previsto la riconversione.
Nel frattempo si attende la fine delle elezioni comunali a Molfetta e Terlizzi per individuare la sede dell'ospedale di primo livello e con l'approssimarsi dell'estate e delle ferie la situazione rischia di peggiorare. «Nei prossimi giorni incontrerò tutti i medici dei presidi ospedalieri per trovare una soluzione» assicura Montanaro «ci interfacceremo anche con le altre Asl per assicurare ai cittadini la salvaguardia della propria salute»,
Gli viene diagnosticata una perforazione addominale ma i chirurghi presenti sono impossibilitati a intervenire. È la storia paradossale capitata a un paziente ricoverato all'ospedale «Sarcone» di Terlizzi appena qualche giorno fa: non c'era un posto letto di chirurgia nelle vicinanze ed è stato costretto ad attendere lunghissime ore prima di entrare in sala operatoria. I carabinieri, chiamati dai parenti esasperati, non hanno potuto far altro che calmare gli animi e mettersi al telefono per aiutare i medici a trovare un posto libero in zona. L'uomo è finito all'ospedale di Altamura in un posto avanzato addirittura in Ortopedia.
Nella unità operativa Chirurgia di Terlizzi ci sono cinque sale operatorie e 12 posti letto, eppure in questo momento «non è possibile governare le emergenze-urgenze», conferma il direttore generale dell'Asl di Bari Vito Montanaro. In altre parole, il paziente che con le proprie gambe si reca al pronto soccorso, laddove gli venga diagnosticata un'emergenza chirurgica, deve essere trasferito in altre strutture ospedaliere. «A Terlizzi si possono eseguire solo interventi chirurgici di elezione, cioè programmati» aggiunge Montanaro.
NEL NORDBARESE SANITA' ALLO SBANDO, ANCHE A MOLFETTA LA CHIRURGIA E' AL COLLASSO
Le emergenza-urgenze spettano al vicino ospedale di Molfetta, dove però è più facile vincere un terno al lotto che trovare un posto letto disponibile.
Udato su tutti racconta bene quanto accade ogni giorno da queste parti: nell'unità operativa Chirurgia del «Don Tonino Bello» ci sono appena 18 posti letto per un bacino di quasi 200 mila abitanti (qui afferiscono le emergenze anche da Giovinazzo, Ruvo, Terlizzi e Corato). In tutto nove chirurghi e sei anestesisti a Molfetta, sei chirurghi e quattro anestesisti a Terlizzi, tutti H12, entrambe le strutture senza la guardia attiva. Il che, tradotto, significa che di notte non ci sono medici o anestesisti in sede, ma disponibil solo attraverso la reperibilità telefonica. Ecco perché i viaggi della speranza sono verso il Policlinico, il «San Paolo», il «Di Venere», finanche verso l'ospedale di Altamura, per trovare una branda libera.
Sempre a Terlizzi meno di due settimane fa si è recato in pronto soccorso un ciclista con milza sanguinante: in questi casi è persino pericoloso trasportare il paziente da una struttura all'altra e comunque a Molfetta era tutto occupato. Ne è scoppiata una lite furibonda tra medici pronti ad operare ed altri che non se la sono sentiti di prendersi la responsabilità di contravvenire alle direttive aziendali. Il ciclista è finito sotto i ferri al «Don Tonino Bello» dopo ore di attesa e solo dopo che era uscito fuori un posto letto.
AL "SARCONE" MANCANO ANCORA CHIRURGHI E ANESTESISTI
Gli organici sono in affanno: «In questi ultimi mesi le assunzioni di chirurghi e anestesisti effettivamente sono state fatte» osserva un operatore che lavora al «Sarcone», «ma si tratta di medici a tempo indeterminato che hanno preso il posto di altri operatori a tempo determinato, l'organico è rimasto inalterato e al di sotto di quanto previsto della pianta organica». Un dato, quest'ultimo, confermato dallo stesso Montanaro: «E' vero ma -e non lo dico per nostra discolpa- tutti i nuovi assunti dalle graduatorie hanno optato per altre strutture ospedaliere». Insomma, nessuno vuole lavorare nella Chirurgia di Terlizzi, ed è comprensibile visto che la Regione Puglia nell'ultimo piano di riordino ne ha previsto la riconversione.
Nel frattempo si attende la fine delle elezioni comunali a Molfetta e Terlizzi per individuare la sede dell'ospedale di primo livello e con l'approssimarsi dell'estate e delle ferie la situazione rischia di peggiorare. «Nei prossimi giorni incontrerò tutti i medici dei presidi ospedalieri per trovare una soluzione» assicura Montanaro «ci interfacceremo anche con le altre Asl per assicurare ai cittadini la salvaguardia della propria salute»,