Vito D'Amato
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Politica

«Estromesso anche dalla modalità telematica». D'Amato attacca il presidente del consiglio comunale

L'esponente di minoranza: «Escluso dalla partecipazione alla riunione»

«Dovrei averlo mandato fuori... Logicamente... L'ho escluso, certo». Sono parole pesanti quelle pronunciate da Mario Ruggiero, presidente del consiglio comunale di Terlizzi, rilevate dal video che ha registrato la seduta di massima assise cittadina svoltasi per la prima volta in modalità telematica venerdì 16 ottobre (link, il momento descritto è al minuto 49'59"). Il destinatario, Vito D'Amato, consigliere di Città Civile.

Le opposizioni sono state di fatto escluse dal consesso, avendo i loro componenti trovato le porte di vetro dell'aula consiliare chiuse a chiave malgrado fossero fisicamente presenti al di fuori della stanza appositamente adibita. Vito D'Amato si è ritagliato uno spazio in una saletta degli uffici dei servizi sociali, all'interno dell'Immacolata Concezione, e si è collegato, tramite il link fornito, al consiglio comunale in videoconferenza.

«Una volta connesso, ho chiesto al presidente del consiglio la parola per la mozione. L'audio non era il massimo, si sentiva malissimo ed era quindi difficile ascoltare» ha raccontato l'esponente di minoranza a TerlizziViva. «Sia il sindaco che il presidente Ruggiero mi hanno inibito nella lettura, a nome di tutti gli otto consiglieri che venerdì non hanno avuto accesso alla riunione, della dichiarazione in cui recriminavamo su quanto accaduto».

D'Amato, in un primo momento, ha immaginato che si trattasse di un malfunzionamento della rete internet. Dal video della seduta - disponibile sul portale del Comune di Terlizzi - sarebbe emerso ben altro: «È stato deciso di escludermi dal consiglio comunale di modo da non permettere la lettura della mozione» ha raccontato il rappresentante di Città Civile, fornendo - dal suo punto di vista - anche le ragioni che avrebbero indotto la presidenza dell'assemblea a escluderlo dal consesso virtuale.

«Non mi è stata concessa la parola in modalità telematica con l'unica motivazione che ero presente nello stabile dove si tengono gli uffici comunali: perciò la mia presenza è stata considerata illegittima secondo il presidente e il sindaco, perché ero connesso da quella struttura» ha spiegato. Sembrerebbe dedursi, secondo una dubbia interpretazione, che la modalità virtuale, attraverso cui di norma la sede fisica perde di importanza, imporrebbe al contrario di effettuare il collegamento in un luogo diverso dall'edificio al cui interno era adibita la sala consiliare.

Eppure le minoranze, fin dalla scorsa primavera, si erano mostrate accondiscendenti rispetto alla necessità di tenere i consigli comunali in modalità telematica, esprimendo il loro voto favorevole a un'apposita delibera, il cui raggio d'azione è però limitato a circostanze straordinarie legate al lockdown e a materie che ne avessero consentito la trattazione non in presenza.

Tuttavia, a distanza di mesi, precisamente qualche giorno fa, si è registrato un cambiamento di rotta. Il presidente del consiglio comunale Mario Ruggiero ha convocato l'assemblea in videconferenza.

«Il 12 ottobre abbiamo ricevuto la convocazione per il consiglio del 16 in presenza come sempre. Il giorno stesso, poco prima abbiamo tenuto una Commissione affari istituzionali, durante la quale il presidente Ruggiero ha letto la convocazione che nel frattempo ci era giunto via pec» ha affermato D'Amato.

«Nell'atto, che riteniamo illegittimo in quanto non tiene conto della delibera di consiglio comunale n° 5 del 22 aprile scorso, il presidente scrive che da quel momento in poi i consigli potranno, sottolineo potranno, essere svolti in modalità telematica ma al punto 4 della dichiarazione dell'adozione da parte del presidente c'è scritto che comunque le convocazioni avverranno sempre in modalità classica, quindi via pec» ha evidenziato. «L'unica comunicazione formale è quella e noi a quella ci siamo attenuti».

Nei fatti, i consiglieri di maggioranza hanno partecipato alla riunione su piattaforma virtuale mentre quelli di minoranza non solo sono stati dichiarati inizialmente assenti, sebbene si fossero recati personalmente in aula, ma sono stati esclusi dalla partecipazione in videoconferenza. Le opposizioni, secondo quanto emerso, avrebbero auspicato l'ipotesi di una modalità mista tra partecipazione in presenza e in collegamento video.

«Giovedì 15 ottobre ne avevamo discusso in Commissione affari istituzionali» ha ammesso D'Amato. «La soluzione di compromesso avrebbe accontentato tutti ma poi non è andata così».
  • Ninni Gemmato
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