Cronaca
Scontro Treni, da Ruvo a Barletta si viaggia ancora col blocco telefonico
Il Ministero assicura però un potenziamento dei controlli da parte degli operatori
Terlizzi - giovedì 18 agosto 2016
7.36
Il via libera ai treni che viaggiano sulle tratte a binario unico della Bari-Nord ancora oggi arriva per telefono. Niente automatismi che bloccano o staccano la corrente elettrica in caso di emergenza. Il destino dei convogli resta ancora affidato al personale ferroviario, sebbene il numero di addetti alla sicurezza sia stato rafforzato. Così è non solo sul segmento Corato-Andria ormai tragicamente noto. Anche da Ruvo di Puglia a Corato, così come da Andria a Barletta, dove di binari ce n'è anche qui solo uno, il sistema di sicurezza è lo stesso di quello che un mese fa non riuscì a impedire che due treni si scontrassero irrimediabilmente.
Eppure, il sistema cosiddetto a blocco telefonico è «a norma di legge ed è pienamente efficiente». Parola del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che attraverso l'ufficio Ustif (deputato alla sicurezza ferroviaria) ha così risposto al sindaco di Ruvo, Ninni Chieco, che nei giorni scorsi aveva preteso chiarezza su questo tema: «I sistemi di sicurezza a blocco telefonico che garantiscono la circolazione dei treni da Ruvo a Barletta - scrive l'Ustif al sindaco - sono analoghi a quelli esistenti al momento del disastro ferroviario del 12 luglio, ma con specifico ordine di servizio del direttore di esercizio i livelli di sicurezza sono stati implementati con miglioramento della metodologia degli incroci dei treni in stazione e con monitoraggio da parte di altro personale ferroviario». Insomma, il senso è: state tranquilli perché teniamo gli occhi ben aperti e sulle tratte dove il controllo resta affidato all'elemento umano «è possibile stimare un notevole impatto in termini di sicurezza per i viaggiatori».
Peraltro, fa notare l'Ustif, lo stesso sistema di sicurezza via telefono solo in Puglia è presente in diverse tratte gestite da Ferrovie Sud-Est, dalle Ferrovie Appulo Lucane e dalle Ferrovie del Gargano. Detto questo, dall'Ustif arrivano altre promesse: il blocco automatico dei treni sulla tratta Ruvo-Barletta «sarà realizzabile entro sei/sette mesi», mentre «sulla tratta Ruvo-Corato sarà operativo il doppio binario entro la fine del 2017 attrezzato con il sistema di sicurezza automatico (Scmt)».
Parole che tentano di spalmare rassicurazioni lenitive su un territorio profondamente ferito. Del resto, da queste parti la linea gestita da Ferrotramviaria è una vena che pulsa vita da Bari fino a Barletta. Lo stesso Chieco, che vive nel capoluogo pugliese, non ha smesso le sue abitudini di pendolare: «I primi giorni dopo il disastro i primi vagoni restavano completamente vuoti per la paura. Ancora oggi la gente continua a chiedermi se c'è da fidarsi o meno», racconta Chieco che nella sua città ha pianto la scomparsa di Antonino Summo, lo studente che viaggiava su quel treno per un recupero scolastico. «Quella del 12 luglio resta una tragedia che non doveva accadere, fa male sapere che entro sei mesi vedremo sistemi di sicurezza migliori che potevano essere realizzati prima. Detto questo, io continuerò a prendere il treno come ho fatto finora. Quelle dell'Ustif sono parole importanti che arrivano dallo Stato. Resta l'auspicio che le misure di sicurezza vengano ulteriormente innalzate e si possa passare ai sistemi di blocco automatico quanto prima».
Cosimo de Gioia (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Eppure, il sistema cosiddetto a blocco telefonico è «a norma di legge ed è pienamente efficiente». Parola del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che attraverso l'ufficio Ustif (deputato alla sicurezza ferroviaria) ha così risposto al sindaco di Ruvo, Ninni Chieco, che nei giorni scorsi aveva preteso chiarezza su questo tema: «I sistemi di sicurezza a blocco telefonico che garantiscono la circolazione dei treni da Ruvo a Barletta - scrive l'Ustif al sindaco - sono analoghi a quelli esistenti al momento del disastro ferroviario del 12 luglio, ma con specifico ordine di servizio del direttore di esercizio i livelli di sicurezza sono stati implementati con miglioramento della metodologia degli incroci dei treni in stazione e con monitoraggio da parte di altro personale ferroviario». Insomma, il senso è: state tranquilli perché teniamo gli occhi ben aperti e sulle tratte dove il controllo resta affidato all'elemento umano «è possibile stimare un notevole impatto in termini di sicurezza per i viaggiatori».
Peraltro, fa notare l'Ustif, lo stesso sistema di sicurezza via telefono solo in Puglia è presente in diverse tratte gestite da Ferrovie Sud-Est, dalle Ferrovie Appulo Lucane e dalle Ferrovie del Gargano. Detto questo, dall'Ustif arrivano altre promesse: il blocco automatico dei treni sulla tratta Ruvo-Barletta «sarà realizzabile entro sei/sette mesi», mentre «sulla tratta Ruvo-Corato sarà operativo il doppio binario entro la fine del 2017 attrezzato con il sistema di sicurezza automatico (Scmt)».
Parole che tentano di spalmare rassicurazioni lenitive su un territorio profondamente ferito. Del resto, da queste parti la linea gestita da Ferrotramviaria è una vena che pulsa vita da Bari fino a Barletta. Lo stesso Chieco, che vive nel capoluogo pugliese, non ha smesso le sue abitudini di pendolare: «I primi giorni dopo il disastro i primi vagoni restavano completamente vuoti per la paura. Ancora oggi la gente continua a chiedermi se c'è da fidarsi o meno», racconta Chieco che nella sua città ha pianto la scomparsa di Antonino Summo, lo studente che viaggiava su quel treno per un recupero scolastico. «Quella del 12 luglio resta una tragedia che non doveva accadere, fa male sapere che entro sei mesi vedremo sistemi di sicurezza migliori che potevano essere realizzati prima. Detto questo, io continuerò a prendere il treno come ho fatto finora. Quelle dell'Ustif sono parole importanti che arrivano dallo Stato. Resta l'auspicio che le misure di sicurezza vengano ulteriormente innalzate e si possa passare ai sistemi di blocco automatico quanto prima».
Cosimo de Gioia (La Gazzetta del Mezzogiorno)