Festival per la legalit con Laura Sgr
Festival per la legalit con Laura Sgr
Attualità

"Festival per la legalità", Laura Sgrò a Terlizzi ripercorre la vicenda di Emanuela Orlandi

La serata è stata dedicata al giornalista Andrea Purgatori

È stata un fiume in piena Laura Sgrò, l'avvocatessa della famiglia di Emanuela Orlandi, che ha mantenuto alta l'attenzione della platea sino alla fine del secondo appuntamento del "Festival per la legalità". Nonostante le avverse condizioni meteo nella giornata di sabato scorso, il chiostro delle Clarisse ha esaurito i posti a sedere nello spazio al chiuso: ha prevalso, infatti, la curiosità di ascoltare il punto di vista privilegiato - perché interno alla vicenda - del difensore che ha accettato il mandato nel 2017 e che continua ad assumere su di sé la responsabilità di portare avanti un caso lungo quarantuno anni, quasi che sia una sorta di crocevia storico.

La scelta di indossare le vesti del legale degli Orlandi è stata ben ponderata e condivisa con i due uomini più importanti della vita della Sgrò: da un lato, suo marito che ha fiducia nella libertà e nell'approccio dinamico, vigoroso e professionale della moglie; dall'altro, suo padre che, con pensieri più riflessivi, le ha tenuto a mente che la strada di una buona difesa è quella di non abbandonare gli assistiti in caso di difficoltà, ma di prenderli per mano e accompagnarli, sebbene il percorso possa rivelarsi tortuoso.

Scrivere e dissertare sul libro "Cercando Emanuela" è fonte di emozioni contrastanti: il dolore per non essere riusciti, ad oggi, a scovare la verità sul sequestro di Emanuela; la gioia per riscontrare di continuo un affetto profondo da parte della società civile italiana.

«Più di quarant'anni di diritti negati», sono le parole di Daniela Zappatore, Assessora alla cultura, «la famiglia aveva e ha diritto di sapere cosa sia accaduto alla sua bambina». Una scomparsa avvolta dal mistero che, così protratta, potrebbe apparire per alcuni aspetti più lacerante della morte: nessuna pace, nessun luogo di culto per commemorare Emanuela e per dialogare con lei in maniera sofferente, ma finalmente risolta.

La mamma di Emanuela, Maria Pezzano, giunta all'età di novantaquattro anni, ogni giorno si domanda se la figlia abbia mangiato e dormito a sufficienza: nonostante la vita si sia rigenerata con l'arrivo di numerosi nipoti, il suo pensiero vola sempre a Emanuela con le tipiche preoccupazioni materne. È come se il tempo si fosse fermato con l'immagine di una Emanuela eterna quindicenne.

Eppure, dopo tante strenue battaglie, qualcosa si sta muovendo. C'è un'indagine aperta in Vaticano il quale negli anni passati si è sempre mostrato enigmaticamente reticente. È attiva una commissione d'inchiesta parlamentare bicamerale; sono stati nominati cinque consulenti giuridici. La stessa Sgrò sarà convocata nel prossimo futuro per essere udita dalle istituzioni.

È auspicabile che - a fronte delle due piste perseguite dalla magistratura italiana, l'una di matrice terroristica internazionale e l'altra finanziaria, che, però, si sono concluse in un nulla di fatto - sia arrivato il momento di cominciare a investigare anche sulla strada della pedofilia. Rimangono, infatti, solamente delle ipotesi - mai peraltro vagliate dalle autorità giudiziarie né italiane né vaticane - quelle dei festini orgiastici tra prelati e minorenni all'interno dello Stato pontificio. Sarebbe, dunque, opportuno considerare anche questa ricostruzione per completezza indagatrice, viste le dichiarazioni esterne agli atti di esponenti del clero e della criminalità.

Il caso Orlandi assorbe energie ed emozioni, fagocita in un vortice di lavoro, ma anche di umanità. Si è instaurato tra l'avvocato Sgrò e la famiglia Orlandi un legame reciproco di stima e affetto. Nonostante l'assenza fisica, Emanuela è presente nelle vite dei familiari: aleggia la sua aura in modo pregnante e positivo. A differenza di altre vicende in cui la sparizione o la dipartita di un membro della famiglia conduce alla disgregazione di essa, nel "branco" Orlandi la scomparsa di Emanuela ha sortito inaspettatamente un effetto aggregante: l'unione, in questo caso, fa davvero la forza.

L'avvocato Sgrò non esclude che Emanuela sia ancora viva per un lineare ragionamento giuridico. «Non c'è prova della sua esistenza in vita, ma non c'è nemmeno la prova della sua morte. È anche legittimo sperare in un miracolo».

Anche all'avvocato Sgrò - come avvenuto per Nando dalla Chiesa nel precedente incontro del Festival - è stata consegnata la targa per il suo impegno quale testimone di legalità nell'ambito di diritti, storie, cittadinanza ed eroi borghesi.

La serata, come ha precisato Pasquale Vitagliano, presidente dell'associazione "È fatto giorno aps", è stata dedicata ad Andrea Purgatori, giornalista d'inchiesta di una certa caratura, deceduto lo scorso luglio. È stato ospite del Festival nell'edizione del 2015. Amico della Sgrò, lei lo ha ricordato con la commozione negli occhi. «L'ultima volta che ho avuto modo di interfacciarmi con Andrea risale all'intervista per il libro. Tra di noi sussisteva una relazione di sincera e consolidata amicizia. I nostri dialoghi erano dei confronti densi e stimolanti. Molte sono state le confidenze. Io non l'ho mai tradito, lui non mi ha mai tradita. Lo considero un uomo perbene».
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