Cronaca
Fiamme nell'ex Ferramenta Pugliese. Incendio spento, indagini partite
I Vigili del Fuoco hanno lavorato sino a ieri mattina. Inchiesta della Procura di Trani, l'area è stata sequestrata
Terlizzi - lunedì 26 settembre 2022
6.25
Hanno lavorato fino a ieri, i Vigili del Fuoco, prima per contenere e poi per estinguere l'incendio che ha coinvolto l'ex Ferramenta Pugliese, a Terlizzi. Un rogo, quello di sabato, su cui la Procura della Repubblica di Trani vuole vederci chiaro.
Proprio per questo, il sostituto procuratore Francesco Tosto, che ieri, accompagnato dai suoi consulenti tecnici, ha svolto un sopralluogo, ha disposto il sequestro dell'area, mentre l'incendio, dai primi riscontri investigativi, «parrebbe divampato - secondo quanto riferito dal sindaco, Michelangelo De Chirico - in un uliveto adiacente, poi propagatosi verso i cumuli di rifiuti ammassati presso uno dei piazzali dell'azienda» che, prima della chiusura improvvisa dovuta all'emergenza Coronavirus, ha compattato materiale ferroso derivante dagli scarti delle auto.
L'incendio è stato spento solo in serata: ad andare a fuoco, per cause in fase di accertamento, sono stati i "fluff", accumulati all'interno da anni, i cosiddetti residui leggeri di rottamazione dei veicoli, ovvero la frazione fine non metallica compresa di cenere volatile prodotta nel corso della frantumazione, cumuli di rifiuti, rottami ferrosi e altri metalli, oltre a plastica, spugne e polistirolo. I materiali di vario genere, altamente infiammabili, hanno provocato una densa colonna di fumo scuro che si è levata alta in cielo, avvolgendo l'intera zona che sorge nei pressi della strada provinciale 231, e che ha impegnato oltre 50 uomini e 12 mezzi provenienti da Bari, Corato e Molfetta.
I valori di diossine, fortunatamente, sono ben presto rientrati sotto la soglia. In tutto, secondo i primi dati, sono stati interessati dal focolaio circa 5mila metri quadrati su un'area grande il doppio: determinante, in questo caso, la professionalità dei vigili del fuoco. Prima si sono adoperati per impedire al rogo di allargarsi ulteriormente, poi con l'ausilio di un'autobotte da 8mila litri, che è stato necessario riempire due volte, un'autobotte chilolitrica (con un serbatoio che contiene 28mila litri) e l'impiego di ruspe, escavatori e pale cingolate che hanno provveduto alla movimentazione dei rifiuti ferrosi, lo hanno soffocato e infine spento.
Sul posto, oltre ai Carabinieri della locale Tenenza e alla Polizia Locale, sono intervenuti i funzionari dell'Arpa Puglia e il vice sindaco Gaetano Minutillo che, in aggiornamento con il primo cittadino, ha seguito le attività di spegnimento. Al momento non si registrano situazioni di pericolo per la popolazione, nonostante l'allarme scoppiato quando il sito - chiuso dal 2020, quando i lavoratori trovarono improvvisamente i cancelli dell'azienda chiusi - è stato interessato dal fumo, complice il vento, e dalle esalazioni provenienti dal rogo.
«Per fortuna - ha rassicurato De Chirico - i fumi scaturiti dall'incendio sono andati per buona parte in direzione opposta al centro abitato. Sono intervenuto anch'io sul luogo dell'incendio, mantenendo i contatti con l'Arpa Puglia fino all'esito dei rilevamenti della concentrazione di PM10 (ovvero il materiale particolato con una dimensione inferiore o uguale a 10 micrometri) in alcuni punti della città: i valori di mg/mc sono rientrati al di sotto della soglia in prossimità della zona dove s'è sviluppato l'incendio».
L'area dove sorgeva la Ferramenta Pugliese è stata sequestrata, mentre sull'episodio, sul quale c'è massimo riserbo, sono in corso le verifiche degli agenti del colonnello Antonio Modugno. Le cause del rogo, forse partito da un fondo incolto, in cui le fiamme, trascinandosi rapide, hanno divorato con avidità erba che non ha visto un goccio d'acqua nel corso delle ultime settimane, sono ancora da accertare: non sono stati trovati segni particolari, non c'erano tracce di liquido infiammabile o di inneschi, né sono stati scovati contenitori o bottiglie nelle vicinanze. Nulla, dunque, che faccia pensare al dolo.
Al momento non si conoscono le origini dell'incendio, vasto e difficile da controllare, tracimato oltre i recinti dell'azienda dell'indotto dell'ex Ilva di Taranto. Quel che si sa è che i Vigili del Fuoco hanno lavorato ininterrottamente per domare le fiamme e che uno di loro è rimasto ferito. «Porgo gli auguri di una pronta guarigione all'operatore che ha subito un lieve incidente nel corso delle operazioni di spegnimento e ringrazio - ha concluso De Chirico - tutte le forze dell'ordine intervenute».
Proprio per questo, il sostituto procuratore Francesco Tosto, che ieri, accompagnato dai suoi consulenti tecnici, ha svolto un sopralluogo, ha disposto il sequestro dell'area, mentre l'incendio, dai primi riscontri investigativi, «parrebbe divampato - secondo quanto riferito dal sindaco, Michelangelo De Chirico - in un uliveto adiacente, poi propagatosi verso i cumuli di rifiuti ammassati presso uno dei piazzali dell'azienda» che, prima della chiusura improvvisa dovuta all'emergenza Coronavirus, ha compattato materiale ferroso derivante dagli scarti delle auto.
L'incendio è stato spento solo in serata: ad andare a fuoco, per cause in fase di accertamento, sono stati i "fluff", accumulati all'interno da anni, i cosiddetti residui leggeri di rottamazione dei veicoli, ovvero la frazione fine non metallica compresa di cenere volatile prodotta nel corso della frantumazione, cumuli di rifiuti, rottami ferrosi e altri metalli, oltre a plastica, spugne e polistirolo. I materiali di vario genere, altamente infiammabili, hanno provocato una densa colonna di fumo scuro che si è levata alta in cielo, avvolgendo l'intera zona che sorge nei pressi della strada provinciale 231, e che ha impegnato oltre 50 uomini e 12 mezzi provenienti da Bari, Corato e Molfetta.
I valori di diossine, fortunatamente, sono ben presto rientrati sotto la soglia. In tutto, secondo i primi dati, sono stati interessati dal focolaio circa 5mila metri quadrati su un'area grande il doppio: determinante, in questo caso, la professionalità dei vigili del fuoco. Prima si sono adoperati per impedire al rogo di allargarsi ulteriormente, poi con l'ausilio di un'autobotte da 8mila litri, che è stato necessario riempire due volte, un'autobotte chilolitrica (con un serbatoio che contiene 28mila litri) e l'impiego di ruspe, escavatori e pale cingolate che hanno provveduto alla movimentazione dei rifiuti ferrosi, lo hanno soffocato e infine spento.
Sul posto, oltre ai Carabinieri della locale Tenenza e alla Polizia Locale, sono intervenuti i funzionari dell'Arpa Puglia e il vice sindaco Gaetano Minutillo che, in aggiornamento con il primo cittadino, ha seguito le attività di spegnimento. Al momento non si registrano situazioni di pericolo per la popolazione, nonostante l'allarme scoppiato quando il sito - chiuso dal 2020, quando i lavoratori trovarono improvvisamente i cancelli dell'azienda chiusi - è stato interessato dal fumo, complice il vento, e dalle esalazioni provenienti dal rogo.
«Per fortuna - ha rassicurato De Chirico - i fumi scaturiti dall'incendio sono andati per buona parte in direzione opposta al centro abitato. Sono intervenuto anch'io sul luogo dell'incendio, mantenendo i contatti con l'Arpa Puglia fino all'esito dei rilevamenti della concentrazione di PM10 (ovvero il materiale particolato con una dimensione inferiore o uguale a 10 micrometri) in alcuni punti della città: i valori di mg/mc sono rientrati al di sotto della soglia in prossimità della zona dove s'è sviluppato l'incendio».
L'area dove sorgeva la Ferramenta Pugliese è stata sequestrata, mentre sull'episodio, sul quale c'è massimo riserbo, sono in corso le verifiche degli agenti del colonnello Antonio Modugno. Le cause del rogo, forse partito da un fondo incolto, in cui le fiamme, trascinandosi rapide, hanno divorato con avidità erba che non ha visto un goccio d'acqua nel corso delle ultime settimane, sono ancora da accertare: non sono stati trovati segni particolari, non c'erano tracce di liquido infiammabile o di inneschi, né sono stati scovati contenitori o bottiglie nelle vicinanze. Nulla, dunque, che faccia pensare al dolo.
Al momento non si conoscono le origini dell'incendio, vasto e difficile da controllare, tracimato oltre i recinti dell'azienda dell'indotto dell'ex Ilva di Taranto. Quel che si sa è che i Vigili del Fuoco hanno lavorato ininterrottamente per domare le fiamme e che uno di loro è rimasto ferito. «Porgo gli auguri di una pronta guarigione all'operatore che ha subito un lieve incidente nel corso delle operazioni di spegnimento e ringrazio - ha concluso De Chirico - tutte le forze dell'ordine intervenute».