Politica
Galliani all'attacco: «Largo Torino è un luogo di risulta»
La Consigliera critica l'architettura della zona edificata
Terlizzi - mercoledì 7 ottobre 2020
3.54
Non si placano le contestazioni della Consigliera comunale Mariangela Galliani sull'attività dell'amministrazione Gemmato. Questa volta è nel mirino la zona edificata di Largo Torino, la cui trattazione è stata affrontata nello scorso consiglio comunale del 30 settembre.
Attualmente all'opposizione nel gruppo misto, dopo aver lasciato il gruppo consiliare di Fratelli d'Italia a fine settembre, Galliani non le manda di certo a dire. Sui social network, in maniera a tratti ironica, esterna tutto il suo disappunto.
«Nell'era dell'immagine e della comunicazione digitale, in cui persino la politica avanza e inciampa a suon di click, permanentemente esposta all'interno di un set foto-cinematografico autocelebrativo e privo di realismo» tuona pesantemente la Consigliera, disconoscendo di fatto la sua precedente appartenenza, «le vere immagini di questo luogo, che a me pare "di risulta", sono il modo più efficace per descrivere il Chi, l'essenza e l'anima di chi ha voluto rappresentarsi in un intervento tanto impersonale, quanto pericoloso».
Una critica feroce, dunque, che investe l'intero operato edilizio in Largo Torino per il carattere, secondo Galliani, asettico e privo di armonia all'interno della zona in cui è inserito.
«Cos'è, dunque, Largo Torino? Un "non luogo", uno spazio urbano e architettonico (quasi) pubblico, senza identità, senza relazioni né col contesto, né con la nostra storia - conclude amaramente Galliani -. Uno spazio d'avanzo, un residuo tra scarti di fronti, destinato ad essere abitato senza la possibilità che attorno ad esso cresca e si sviluppi un qualsiasi senso di appropriazione psicologica e di appartenenza».
Attualmente all'opposizione nel gruppo misto, dopo aver lasciato il gruppo consiliare di Fratelli d'Italia a fine settembre, Galliani non le manda di certo a dire. Sui social network, in maniera a tratti ironica, esterna tutto il suo disappunto.
«Nell'era dell'immagine e della comunicazione digitale, in cui persino la politica avanza e inciampa a suon di click, permanentemente esposta all'interno di un set foto-cinematografico autocelebrativo e privo di realismo» tuona pesantemente la Consigliera, disconoscendo di fatto la sua precedente appartenenza, «le vere immagini di questo luogo, che a me pare "di risulta", sono il modo più efficace per descrivere il Chi, l'essenza e l'anima di chi ha voluto rappresentarsi in un intervento tanto impersonale, quanto pericoloso».
Una critica feroce, dunque, che investe l'intero operato edilizio in Largo Torino per il carattere, secondo Galliani, asettico e privo di armonia all'interno della zona in cui è inserito.
«Cos'è, dunque, Largo Torino? Un "non luogo", uno spazio urbano e architettonico (quasi) pubblico, senza identità, senza relazioni né col contesto, né con la nostra storia - conclude amaramente Galliani -. Uno spazio d'avanzo, un residuo tra scarti di fronti, destinato ad essere abitato senza la possibilità che attorno ad esso cresca e si sviluppi un qualsiasi senso di appropriazione psicologica e di appartenenza».