
Attualità
Giacomo Gesmundo dona la sua scultura su don Tonino Bello al museo diocesano
La sua opera non è stata premiata al concorso "Un dono per Papa Francesco"
Terlizzi - venerdì 13 aprile 2018
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Giacomo Gesmundo, classe 1951, è un rinomato maestro d'arte terlizzese che ha partecipato al concorso "Un dono per Papa Francesco", in vista dell'arrivo del pontefice il prossimo 20 aprile a Molfetta. Delle circa trenta opere in gara, solo due sono risultate vincitrici: sebbene quella di Gesmundo non sia stata premiata dalla giuria, il nostro si è contraddistinto per averla donata al museo diocesano.
La scultura in terracotta di Gesmundo raffigura don Tonino Bello nell'atto di offrire delle vivande ai poveri. L'effige dell'amato vescovo è inscritta in un sole raggiante che illumina le anime dei fedeli; essa, inoltre, è stata posizionata su del legno molto antico, corroso dal tempo come simbolo del profondo senso di umanità di don Tonino nonché delle difficoltà affrontate dallo stesso negli ultimi tempi della sua esistenza. L'opera è stata corredata anche di una massima carica di significato che recita "Accogli il povero alla tua mensa e il cielo entrerà nella tua casa".
«Il mio lavoro non ha vinto ma sono ugualmente felice di averlo donato alla diocesi» commenta entusiasta Gesmundo, in segno di devozione al vescovo. Ci racconta, infatti, un episodio in cui ebbe l'onore di incontrare don Tonino durante una performance in estemporanea, «Mi voleva conoscere, ma non volevo dargli la mano perché era sporca. Lui, però, la prese e mi tiro verso di sé, mi abbracciò e mi disse queste parole: "Ricordati che le mani sporche di lavoro sono le mani più pulite del mondo e io non ho mai stretto una mano così pulita"».
Gesmundo ha realizzato numerose opere scultoree, pittoriche e presepiali presso il suo laboratorio artigiano ARTEmia. Coltiva la vena artistica sin dalla tenera età e la sua prima mostra personale risale al lontano 1983: da allora si sono susseguite esposizioni e partecipazioni a rassegne nel nostro paese, in molti comuni della Puglia, dell'Italia e perfino in Svizzera. Numerosi riconoscimenti gli sono stati attribuiti tanto da essere fregiato, nel 2010, dell'onorificenza del Cavalierato al merito della Repubblica Italiana. Lo scorso febbraio, invece, è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce. È stato anche premiato con il Cuore d'oro 2018 nell'ambito del convegno "Agire i diritti umani", una giornata di riflessione sui testi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, in occasione del 70esimo anniversario del documento.
La scultura in terracotta di Gesmundo raffigura don Tonino Bello nell'atto di offrire delle vivande ai poveri. L'effige dell'amato vescovo è inscritta in un sole raggiante che illumina le anime dei fedeli; essa, inoltre, è stata posizionata su del legno molto antico, corroso dal tempo come simbolo del profondo senso di umanità di don Tonino nonché delle difficoltà affrontate dallo stesso negli ultimi tempi della sua esistenza. L'opera è stata corredata anche di una massima carica di significato che recita "Accogli il povero alla tua mensa e il cielo entrerà nella tua casa".
«Il mio lavoro non ha vinto ma sono ugualmente felice di averlo donato alla diocesi» commenta entusiasta Gesmundo, in segno di devozione al vescovo. Ci racconta, infatti, un episodio in cui ebbe l'onore di incontrare don Tonino durante una performance in estemporanea, «Mi voleva conoscere, ma non volevo dargli la mano perché era sporca. Lui, però, la prese e mi tiro verso di sé, mi abbracciò e mi disse queste parole: "Ricordati che le mani sporche di lavoro sono le mani più pulite del mondo e io non ho mai stretto una mano così pulita"».
Gesmundo ha realizzato numerose opere scultoree, pittoriche e presepiali presso il suo laboratorio artigiano ARTEmia. Coltiva la vena artistica sin dalla tenera età e la sua prima mostra personale risale al lontano 1983: da allora si sono susseguite esposizioni e partecipazioni a rassegne nel nostro paese, in molti comuni della Puglia, dell'Italia e perfino in Svizzera. Numerosi riconoscimenti gli sono stati attribuiti tanto da essere fregiato, nel 2010, dell'onorificenza del Cavalierato al merito della Repubblica Italiana. Lo scorso febbraio, invece, è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce. È stato anche premiato con il Cuore d'oro 2018 nell'ambito del convegno "Agire i diritti umani", una giornata di riflessione sui testi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, in occasione del 70esimo anniversario del documento.