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Attualità

Giuseppe Altamura (Cgil): «Occorre sforzo corale su questione lavoratori stagionali a Terlizzi»

La nostra intervista al segretario cittadino

La stagione della raccolta olivicola è ormai alle porte e anche quest'anno si pone la questione relativa all'accoglienza dei tanti lavoratori stagionali. Il paradosso è che come ogni anno essa si pone in termini emergenziali, pur essendo ben nota.
Ne abbiamo parlato con il terlizzese Giuseppe Altamura, dal 2016 segretario Confederale CGIL Bari.
Già segretario Generale della FILCTEM di Bari - Federazione Italiana Lavoratori Chimica Tessile Energia Manifatture, interna alla CGIL, che segue appunto i settori dell'energia, del tessile e della chimica, comparto lavorativo dal quale proviene e nel quale ha lavorato per una multinazionale del vetro.

Questione lavoratori stagionali in agricoltura: è ancora giusto parlare di "emergenza"?
Chi arriva ogni autunno nel territorio di Terlizzi viene per lavorare nelle nostre campagne e rappresenta una risorsa per il paese, non un problema.
La presenza di lavoratori stagionali sul nostro territorio - come su gran parte del territorio nazionale - è da considerarsi da diversi decenni un fenomeno strutturato: conosciamo i periodi di presenza, i numeri, le necessità. La situazione diventa spesso emergenziale perchè non si è ancora riusciti a dare una risposta stabile a un fenomeno stabile.

Quali sono i numeri e le dimensioni di questo fenomeno?
A seconda dell'entità della produzione della stagione olivicola, parliamo di presenze di lavoratori stagionali che vanno dal centinaio nelle annate più "scariche" fino a circa quattrocento persone nelle stagioni con un raccolto importante. Questo sempre circa tra fine ottobre e inizio febbraio.


Che tipo di accoglienza riserva loro la nostra comunità?
Nel corso degli anni sono stati attuati diversi tentativi di accoglienza per i lavoratori stagionali.
Ai servizi di vitto e alloggio messi a disposizione principalmente dalle organizzazioni ecclesiastiche del territorio (efficaci ma strutturalmente insufficienti per il numero di persone che ne hanno bisogno) si è cercato di affiancare progetti che consentissero un'accoglienza dignitosa per questi lavoratori: a oggi, però, non si è arrivati a definire una soluzione strutturale e completa che permetta di salvaguardare dignità e sicurezza per tutti. Pertanto abbiamo assistito (e speriamo di non dover più assistere) a persone accampate nell'ex Relais degli ulivi, nelle campagne intorno al pronto soccorso e in tanti altri rifugi di fortuna, con ovvi rischi su diversi piani.
Questi lavoratori sono sempre stati disposti a contribuire alle spese di alloggio: naturalmente il primo presupposto è che gli alloggi ci siano e che le retribuzioni siano congrue per sostenere tali spese. La priorità è che tali lavoratori abbiano un contratto e che quel contratto sia regolare e applicato.


Questi lavoratori ricevono adeguata assistenza sanitaria?
Il problema riguarda due distinte tipologie di lavoratori: i possessori di permesso di soggiorno, che possono usufruire regolarmente dell'assistenza sanitaria e i lavoratori senza permesso di soggiorno che, pur potendo rivolgersi alle strutture sanitarie - potendo essere assistiti in qualità di STP (straniero temporaneamente presente) - non chiedono assistenza per paura dei controlli. Questa situazione, se non gestita in maniera coordinata, mette potenzialmente a rischio la salute di tutti.


Esistono correlati fenomeni di caporalato? Esistono stime o dati a riguardo?
Nel territorio di Terlizzi, per quanto non ci risulti la presenza di organizzazioni criminali che gestiscano lo sfruttamento dei lavoratori agendo da caporali, abbiamo notizia di qualche caso di "organizzatori interessati" del lavoro stagionale.
Riteniamo che il concetto di caporalato possa anche estendersi a quel tipo di sfruttamento che faccia leva sulla mancanza di un permesso di soggiorno per porre i lavoratori sotto il ricatto del lavoro nero o, in presenza di stagionali irregolari, approfitti dello stato di necessità per non garantire adeguati livelli di retribuzione, disattendendo l'applicazione del contratto di lavoro.
Presso il Comune di Terlizzi è attivo un tavolo di accoglienza permanente.
Da qualche anno è attivo un tavolo di coordinamento a livello comunale tra Amministrazione, Enti ecclesiali, associazioni del Terzo settore, organizzazioni sindacali e datoriali: anche grazie a un'interlocuzione costante con la Regione Puglia, questo coordinamento è riuscito in passato ad affrontare le situazioni più difficili.
Non si è però ancora giunti a definire una soluzione strutturale che dia risposte adeguate al fenomeno: soluzione che non può più tardare e che deve essere individuata, tenendo ben presente che la presenza dei lavoratori stagionali a Terlizzi riguarderà il nostro paese per i prossimi decenni e quindi va gestita come una situazione stabile e duratura, non emergenziale.


La Cgil Terlizzi ha iniziative o proposte, in proposito?
Il nostro impegno nell'assistenza sindacale dei lavoratori stagionali proseguirà come già avviene da decenni; al contempo dichiariamo totale disponibilità nel continuare a dare il nostro contributo al tavolo istituzionale per l'accoglienza istituito presso il Comune.
Chiediamo alle associazioni datoriali un impegno nel favorire l'applicazione dei contratti collettivi di lavoro che garantiscono paghe dignitose e nel contempo, chiediamo agli organi preposti maggiori controlli sui luoghi di lavoro, per tutelare diritti, salute e sicurezza dei lavoratori.
Non dimentichiamo peraltro che il contratto di lavoro che inquadra gli stagionali prevede che i datori di lavoro provvedano all'alloggio dei lavoratori e che, nell'impossibilità di poterlo fornire, corrispondano una quota della retribuzione da destinare a tale scopo.
Nel corso degli anni sono stati stanziati una serie di fondi europei e regionali finalizzati ad affrontare queste situazioni: gli ultimi fondi sono stati stanziati proprio con il vincolo di operare interventi strutturali per superare il problema degli alloggi temporanei per i lavoratori stagiona
li.

Qual è la ricetta ideale per gestire questo fenomeno da parte delle istituzioni locali?
Le istituzioni locali non hanno sicuramente la forza per risolvere da sole la questione, ma hanno tutti i mezzi per coordinare un intervento congiunto, che veda convergere istituzioni di livello superiore e partenariato sociale nella richiesta di fondi dedicati a tale scopo e nella corretta gestione dell'accoglienza.
Non si tratta di un'emergenza da gestire anno per anno ma di una presenza consolidata di lavoratori stagionali da accogliere con l'individuazione di alloggi dedicati a tale scopo.
Alloggi che, peraltro, possono essere utilizzati a scopi sociali quando gli stagionali non ci son
o.
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