Cronaca
«I Dello Russo fortemente ridimensionati dall'operazione "Short Message"»
Lo afferma l'Antimafia dopo l’inchiesta sull'accordo con cui clan di Terlizzi garantiva l'approvvigionamento di droga nel Salento
Terlizzi - sabato 20 luglio 2019
0.19
In Puglia ormai è consolidato il principio che ci consente di parlare di mafie e non di mafia: il tacco dello stivale italiano, infatti, lungo e vasto, non avendo mai avuto una criminalità organizzata unita, «si è andata frastagliando a seconda della posizione geografica».
Quello che più allarma nella seconda relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia è «il diffuso e sistematico rinvenimento di armi, parallelamente agli svariati, gravi fatti di sangue delle cosche pugliesi, che non si fanno scrupolo di sparare nei centri cittadini. Si pensi al caso dell'anziana di Bitonto, uccisa il 30 dicembre 2017. Sparatorie che sono indicative delle profonde fibrillazioni tra le cosche, riferibili alle contese per il controllo del territorio».
Più nel dettaglio, secondo quanto evidenziato dall'Antimafia, in provincia di Bari le compagini criminali più strutturate della città di Bari, «oltre ai tradizionali traffici delittuosi, appaiono interessate all'infiltrazione dell'imprenditoria legale, spesso legata al settore degli appalti pubblici, all'edilizia ed al commercio. Questi gruppi manifestano una marcata propensione a investire in settori economici emergenti, come quello del gioco d'azzardo e delle scommesse on line».
Scendendo nel dettaglio delle dinamiche del capoluogo, «se per la città di Bari il secondo semestre dell'anno 2018 è stato connotato da un clima di tensioni e dall'inasprimento delle ostilità tra clan antagonisti, nella provincia - si legge a pagina 233 - si è registrata, invece, una fase di stallo, specie nelle aree geografiche ricadenti sotto il controllo, più o meno diretto, dei sodalizi del capoluogo maggiormente colpiti dall'azione di contrasto delle forze di polizia».
Secondo la Direzione Investigativa Antimafia, a Terlizzi, «il gruppo Dello Russo, tendenzialmente proiettato verso il controllo delle piazze di spaccio, specie dopo la disgregazione del clan rivale Baldassare - si legge a pagina 234 della relazione del secondo semestre dell'anno 2018 -, è stato, invece, a sua volta, fortemente ridimensionato dall'operazione "Short Message", eseguita nel mese di novembre dai Carabinieri di Lecce».
«L'inchiesta, che ha riguardato un'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti facente capo al sodalizio Panarese di Tricase - prosegue l'Antimafia sempre a pagina 234 -, ha fatto luce sull'accordo in forza del quale il clan Dello Russo di Terlizzi (di cui sono stati arrestati anche alcuni elementi di vertice) garantiva al gruppo di Lecce l'approvvigionamento di sostanze stupefacenti, soprattutto marijuana e cocaina».
Numerosi sono stati, nel semestre in esame, gli episodi intimidatori (attentati dinamitardi, incendiari e danneggiamenti) in danno di imprenditori, commercianti e artigiani - indicativi della persistenza del fenomeno del racket - ma anche in pregiudizio di pubblici amministratori ed appartenenti alle forze di polizia. Il ricorso all'intimidazione e all'uso indiscriminato di armi ed esplosivi è stato accertato da parte della criminalità organizzata, ma anche della delinquenza comune.
Risulta elevato il numero dei reati predatori consumati in provincia di Bari. Spiccano le rapine (ai portavalori, ai tir ed alle sale gioco), le "spaccate" a gioiellerie ed esercizi di vendita tabacchi, gli assalti a bancomat, Atm e colonnine self - reati registrati in passato anche a Terlizzi - nonché i furti di camion, auto e trattori.
Quello che più allarma nella seconda relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia è «il diffuso e sistematico rinvenimento di armi, parallelamente agli svariati, gravi fatti di sangue delle cosche pugliesi, che non si fanno scrupolo di sparare nei centri cittadini. Si pensi al caso dell'anziana di Bitonto, uccisa il 30 dicembre 2017. Sparatorie che sono indicative delle profonde fibrillazioni tra le cosche, riferibili alle contese per il controllo del territorio».
Più nel dettaglio, secondo quanto evidenziato dall'Antimafia, in provincia di Bari le compagini criminali più strutturate della città di Bari, «oltre ai tradizionali traffici delittuosi, appaiono interessate all'infiltrazione dell'imprenditoria legale, spesso legata al settore degli appalti pubblici, all'edilizia ed al commercio. Questi gruppi manifestano una marcata propensione a investire in settori economici emergenti, come quello del gioco d'azzardo e delle scommesse on line».
Scendendo nel dettaglio delle dinamiche del capoluogo, «se per la città di Bari il secondo semestre dell'anno 2018 è stato connotato da un clima di tensioni e dall'inasprimento delle ostilità tra clan antagonisti, nella provincia - si legge a pagina 233 - si è registrata, invece, una fase di stallo, specie nelle aree geografiche ricadenti sotto il controllo, più o meno diretto, dei sodalizi del capoluogo maggiormente colpiti dall'azione di contrasto delle forze di polizia».
Secondo la Direzione Investigativa Antimafia, a Terlizzi, «il gruppo Dello Russo, tendenzialmente proiettato verso il controllo delle piazze di spaccio, specie dopo la disgregazione del clan rivale Baldassare - si legge a pagina 234 della relazione del secondo semestre dell'anno 2018 -, è stato, invece, a sua volta, fortemente ridimensionato dall'operazione "Short Message", eseguita nel mese di novembre dai Carabinieri di Lecce».
«L'inchiesta, che ha riguardato un'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti facente capo al sodalizio Panarese di Tricase - prosegue l'Antimafia sempre a pagina 234 -, ha fatto luce sull'accordo in forza del quale il clan Dello Russo di Terlizzi (di cui sono stati arrestati anche alcuni elementi di vertice) garantiva al gruppo di Lecce l'approvvigionamento di sostanze stupefacenti, soprattutto marijuana e cocaina».
Numerosi sono stati, nel semestre in esame, gli episodi intimidatori (attentati dinamitardi, incendiari e danneggiamenti) in danno di imprenditori, commercianti e artigiani - indicativi della persistenza del fenomeno del racket - ma anche in pregiudizio di pubblici amministratori ed appartenenti alle forze di polizia. Il ricorso all'intimidazione e all'uso indiscriminato di armi ed esplosivi è stato accertato da parte della criminalità organizzata, ma anche della delinquenza comune.
Risulta elevato il numero dei reati predatori consumati in provincia di Bari. Spiccano le rapine (ai portavalori, ai tir ed alle sale gioco), le "spaccate" a gioiellerie ed esercizi di vendita tabacchi, gli assalti a bancomat, Atm e colonnine self - reati registrati in passato anche a Terlizzi - nonché i furti di camion, auto e trattori.