Economia
I fichi terlizzesi studiati all'Università di Foggia
L'imprenditore Michelangelo De Chirico coinvolto in uno studio sulla longevità di questo frutto
Terlizzi - sabato 11 luglio 2015
21.45
Il fiorone terlizzese Tauro studia per diventare ancora più grande sui mercati nazionali ed esteri sicché, oltre ad inseguire il certificato D.O.P., adesso va anche all'università. In realtà ci va in compagnia di un altro frutto pugliese, il fico (prodotto dalla stessa pianta), anch'esso vanto dell'agricoltura terlizzese. Da alcuni anni infatti i laboratori di ricerca dell'Università di Foggia stanno conducendo alcuni studi per allungare la freschezza del fiorone e dei fichi: l'obiettivo è quello di ridurre la loro deperibilità - sopratutto dei fichi - e allungare così la vita commerciale di questi frutti.
La notizia è apparsa nei giorni scorsi sul sito Fresh Plaza, un portale specializzato nel commercio di frutta e verdura italiana. Lo studio scientifico coinvolge un imprenditore terlizzese, Michelangelo De Chirico, titolare dell'azienda De Chirico Prodotti Tipici Pugliesi (con sede a Molfetta) che opera nel settore del commercio di prodotti agroalimentari. De Chirico spiega a FreshPlaza: "Noi oggi confezioniamo due tipi di fioroni, il Tauro e il Petrelli. Il primo si conserva in cella anche fino a 10 giorni, infatti possiamo confezionarlo anche alcuni giorni dopo la raccolta senza problemi per la distribuzione; Il Tauro risponde bene alla conservazione nelle celle frigorifere sia dei magazzini sia dei camion. Al contrario, il Petrelli già dopo due ore dalla raccolta cambia il suo colore, pertanto si tratta di un fiorone dalle caratteristiche organolettiche superiori al Tauro ma purtroppo la sua elevata deperibilità ne limita la distribuzione, che al momento avviene solo a livello locale".
Insomma, se il classico fiorone resiste di più, al contrario il fico una volta raccolto deve essere consumato subito altrimenti nell'arco di due giorni deve essere buttato via. Questo comporta un aumento di costi di trasporti e una maggiore incidenza di sprechi al punto che pur essendo buonissimo (e ancor più dolce), il fico non ha sbocchi commerciali all'estero o nelle regioni italiane più a nord. Le ricerche puntano a un trattamento della pianta dopo la raccolta che permetta di allungar ella vita del fico di 4-5 giorni. Al progetto collabora anche il Prof. Giancarlo Colelli che ha avviato con l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari una ricerca simile avviata in Egitto per la valorizzazione dell'abbondante e pregiata produzione locale di fichi.
La notizia è apparsa nei giorni scorsi sul sito Fresh Plaza, un portale specializzato nel commercio di frutta e verdura italiana. Lo studio scientifico coinvolge un imprenditore terlizzese, Michelangelo De Chirico, titolare dell'azienda De Chirico Prodotti Tipici Pugliesi (con sede a Molfetta) che opera nel settore del commercio di prodotti agroalimentari. De Chirico spiega a FreshPlaza: "Noi oggi confezioniamo due tipi di fioroni, il Tauro e il Petrelli. Il primo si conserva in cella anche fino a 10 giorni, infatti possiamo confezionarlo anche alcuni giorni dopo la raccolta senza problemi per la distribuzione; Il Tauro risponde bene alla conservazione nelle celle frigorifere sia dei magazzini sia dei camion. Al contrario, il Petrelli già dopo due ore dalla raccolta cambia il suo colore, pertanto si tratta di un fiorone dalle caratteristiche organolettiche superiori al Tauro ma purtroppo la sua elevata deperibilità ne limita la distribuzione, che al momento avviene solo a livello locale".
Insomma, se il classico fiorone resiste di più, al contrario il fico una volta raccolto deve essere consumato subito altrimenti nell'arco di due giorni deve essere buttato via. Questo comporta un aumento di costi di trasporti e una maggiore incidenza di sprechi al punto che pur essendo buonissimo (e ancor più dolce), il fico non ha sbocchi commerciali all'estero o nelle regioni italiane più a nord. Le ricerche puntano a un trattamento della pianta dopo la raccolta che permetta di allungar ella vita del fico di 4-5 giorni. Al progetto collabora anche il Prof. Giancarlo Colelli che ha avviato con l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari una ricerca simile avviata in Egitto per la valorizzazione dell'abbondante e pregiata produzione locale di fichi.