Religioni
Icona Maria SS di Sovereto, la storia in un testo di Francesco Di Palo
Sono passati 50 anni dall'ultima ostensione
Terlizzi - venerdì 18 ottobre 2024
L'ostensione della tavola raffigurante Maria SS di Sovereto è stato un fatto storico. A raccontare l'origine dell'icona, del culto ed a riannodare i fili della storia ci ha pensato Francesco Di Palo, componente della Fondazione Museo diocesano.
«A lungo custodita e venerata dai Giovanniti o Gerosolomitani nella chiesa sorta sulla grotta del rinvenimento, in luogo Sovero a due miglia dall'abitato, l'icona della Madonna di Sovereto, patrona di Terlizzi, fu trasferita nel XVI secolo, per ragioni di sicurezza, nella Collegiata di San Michele Arcangelo. Gregorio XIII concesse nel 1581 l'altare privilegiato dotandolo di indulgenze. L'icona fu posta in una sfarzosa cappella unitamente alle immagini dei santi Rocco e Sebastiano, protettori della città.
L'immagine, per tradizione 'acheropita', cioè non fatta da mano umana, raffigura la THEOTÒKOS (Madre di Dio) nelle fattezze di ODEGITRIA (letteralmente: Colei che indica la Via).
Il 16 ottobre 2024 la 'ricognizione' e l'ostensione solenne pubblica da parte del nostro vescovo mons. Domenico Cornacchia: l'immagine è stata rimossa dalla preziosa teca in argento, per constatarne lo stato di conservazione.
Sono passati esattamente 50 anni (1974) dall'ultima 'ricognizione,' cui seguì un assai complesso restauro. Precedentemente l'Immagine era stata rimossa dalla custodia nel 1965, per essere incoronata, su decreto del Capitolo Vaticano del 17 gennaio 1965, da mons. Achille Salvucci.
La temporanea rimozione dell'icona è resa necessaria dal non più rinviabile restauro conservativo della "cona" o "macchina" d'argento, in cui l'icona fu posta nel 1716. Quest'ultima, infatti, è opera preziosa dell'arte napoletana e fu realizzata dall'argentiere Antonio Torrone, del quale sono ripetutamente impressi i punzoni unitamente a quelli dell'allora console dell'arte Nicola D'Ajello.
La "cona" o "macchina" restaurata sarà riconsegnata in tempo utile per lo svolgimento delle partecipate e sentite manifestazioni tradizionali di culto dell'aprile 2025».
«A lungo custodita e venerata dai Giovanniti o Gerosolomitani nella chiesa sorta sulla grotta del rinvenimento, in luogo Sovero a due miglia dall'abitato, l'icona della Madonna di Sovereto, patrona di Terlizzi, fu trasferita nel XVI secolo, per ragioni di sicurezza, nella Collegiata di San Michele Arcangelo. Gregorio XIII concesse nel 1581 l'altare privilegiato dotandolo di indulgenze. L'icona fu posta in una sfarzosa cappella unitamente alle immagini dei santi Rocco e Sebastiano, protettori della città.
L'immagine, per tradizione 'acheropita', cioè non fatta da mano umana, raffigura la THEOTÒKOS (Madre di Dio) nelle fattezze di ODEGITRIA (letteralmente: Colei che indica la Via).
Il 16 ottobre 2024 la 'ricognizione' e l'ostensione solenne pubblica da parte del nostro vescovo mons. Domenico Cornacchia: l'immagine è stata rimossa dalla preziosa teca in argento, per constatarne lo stato di conservazione.
Sono passati esattamente 50 anni (1974) dall'ultima 'ricognizione,' cui seguì un assai complesso restauro. Precedentemente l'Immagine era stata rimossa dalla custodia nel 1965, per essere incoronata, su decreto del Capitolo Vaticano del 17 gennaio 1965, da mons. Achille Salvucci.
La temporanea rimozione dell'icona è resa necessaria dal non più rinviabile restauro conservativo della "cona" o "macchina" d'argento, in cui l'icona fu posta nel 1716. Quest'ultima, infatti, è opera preziosa dell'arte napoletana e fu realizzata dall'argentiere Antonio Torrone, del quale sono ripetutamente impressi i punzoni unitamente a quelli dell'allora console dell'arte Nicola D'Ajello.
La "cona" o "macchina" restaurata sarà riconsegnata in tempo utile per lo svolgimento delle partecipate e sentite manifestazioni tradizionali di culto dell'aprile 2025».