Cronaca
Il fallimento della Ciccolella arriva all'attenzione della magistratura
I beni del sito produttivo di Terlizzi sono a garanzia di un prestito da 22 milioni di euro
Terlizzi - lunedì 23 febbraio 2015
8.04
Il fallimento Ciccolella finisce all'attenzione della magistratura. La Procura di Trani ha infatti acquisito la sentenza che ha stabilito il fallimento florivivaicola tra le più importanti in Europa, quotata alla borsa di Milano, e con un centro produttivo anche a Terlizzi. Secondo il quotidiano La Repubblica la sentenza di fallimento è arrivata nelle mani del sostituto procuratore, Antonio Savasta, che da tempo ha in piedi un'indagine su alcune società della galassia Ciccolella però per altre ragioni: il pm sta approfondendo le modalità di alcuni finanziamenti per la realizzazione di impianti fotovoltaici.
Come si ricorderà, nei giorni scorsi il Tribunale aveva attestato il fallimento della società capogruppo a seguito di un'istanza avanzata da un piccolo creditore (uno studio legale che tra le altre cose aveva curato loro il collocamento del titolo in borsa). Il patron dell'azienda Vincenzo Ciccolella aveva contestato la decisione dei giudici di Trani annunciano un ricorso e specificando che la Ciccolella spa non ha debiti ed è capitalizzata in Borsa per oltre 40 milioni di euro. «Questa vicenda è scaturita dalla richiesta di un consulente per un presunto credito di un milione di euro di parcelle per incarichi, credito che la Ciccolella ha subito contestato. Altra notizia che smentiamo categoricamente riguarda i posti di lavoro che non sono assolutamente a rischio. La Ciccolella Spa non ha dipendenti e non c'entra nulla con le altre società del gruppo.»
Ciccolella oltre ai fiori opera nella produzione di energia nel settore del fotovoltaico. Ed è proprio su questo che si sono accesi i riflettori della Procura. Sempre secondo il quotidiano La Repubblica i debiti con le banche ammontano a 148 milioni di euro così come si legge nell'ultima relazione trimestrale dell'azienda. Questi debiti sarebbero garantiti principalmente proprio dai beni legati al fotovoltaico che garantiscono alle banche un rendimento certo. In particolare, "i beni del sito produttivo di Terlizzi - si legge sempre nella trimestrale - sono posti a garanzia del finanziamento bancario ottenuto da Banca Intermobiliare" che ha comunicato nei giorni scorsi un'esposizione con Ciccolella da 22 milioni.
Come si ricorderà, nei giorni scorsi il Tribunale aveva attestato il fallimento della società capogruppo a seguito di un'istanza avanzata da un piccolo creditore (uno studio legale che tra le altre cose aveva curato loro il collocamento del titolo in borsa). Il patron dell'azienda Vincenzo Ciccolella aveva contestato la decisione dei giudici di Trani annunciano un ricorso e specificando che la Ciccolella spa non ha debiti ed è capitalizzata in Borsa per oltre 40 milioni di euro. «Questa vicenda è scaturita dalla richiesta di un consulente per un presunto credito di un milione di euro di parcelle per incarichi, credito che la Ciccolella ha subito contestato. Altra notizia che smentiamo categoricamente riguarda i posti di lavoro che non sono assolutamente a rischio. La Ciccolella Spa non ha dipendenti e non c'entra nulla con le altre società del gruppo.»
Ciccolella oltre ai fiori opera nella produzione di energia nel settore del fotovoltaico. Ed è proprio su questo che si sono accesi i riflettori della Procura. Sempre secondo il quotidiano La Repubblica i debiti con le banche ammontano a 148 milioni di euro così come si legge nell'ultima relazione trimestrale dell'azienda. Questi debiti sarebbero garantiti principalmente proprio dai beni legati al fotovoltaico che garantiscono alle banche un rendimento certo. In particolare, "i beni del sito produttivo di Terlizzi - si legge sempre nella trimestrale - sono posti a garanzia del finanziamento bancario ottenuto da Banca Intermobiliare" che ha comunicato nei giorni scorsi un'esposizione con Ciccolella da 22 milioni.