Cronaca
Il fatto non sussiste, il dirigente Gianferrini assolto in relazione alla costruzione di un oleificio
Il fatto risale al 2012, l'accusa era di lottizzazione abusiva a scopo edificatorio
Terlizzi - venerdì 8 aprile 2016
15.40
"Il fatto non sussiste". In tal modo si è pronunciato il giudice della sezione penale del tribunale di Trani che, lo scorso 25 marzo, ha assolto con formula piena il dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Terlizzi, Francesco Gianferrini.
Il pronunciamento del tribunale si riferisce ai fatti del novembre 2012, quando gli agenti della Guardia di Finanza di Molfetta avevano posto sotto sequestro un oleificio in costruzione.
Lottizzazione abusiva a scopo edificatorio, esecuzione di lavori senza autorizzazione su beni paesaggistici e deturpamento di bellezze naturali è quanto si contestava ai tre imputati del procedimento, tra cui l'architetto Gianferrini. In pratica, le fiamme gialle ipotizzavano che per consentire la costruzione della struttura, sarebbero stati accorpati volumi edilizi sorgenti su terreni non contigui fra loro, oltre al fatto che l'edificazione, sempre secondo il reato ipotizzato, sarebbe ricaduta in un'area rientrante nell'ambito del piano tematico territoriale e, pertanto, sarebbe dovuta essere soggetta a vincoli paesaggistici.
Il tribunale in composizione monocratica, tuttavia, ha, nei giorni scorsi, sciolto ogni dubbio stabilendo, con la massima formula assolutoria, la non colpevolezza del dirigente per inesistenza delle ipotesi di reato formulate.
Il pronunciamento del tribunale si riferisce ai fatti del novembre 2012, quando gli agenti della Guardia di Finanza di Molfetta avevano posto sotto sequestro un oleificio in costruzione.
Lottizzazione abusiva a scopo edificatorio, esecuzione di lavori senza autorizzazione su beni paesaggistici e deturpamento di bellezze naturali è quanto si contestava ai tre imputati del procedimento, tra cui l'architetto Gianferrini. In pratica, le fiamme gialle ipotizzavano che per consentire la costruzione della struttura, sarebbero stati accorpati volumi edilizi sorgenti su terreni non contigui fra loro, oltre al fatto che l'edificazione, sempre secondo il reato ipotizzato, sarebbe ricaduta in un'area rientrante nell'ambito del piano tematico territoriale e, pertanto, sarebbe dovuta essere soggetta a vincoli paesaggistici.
Il tribunale in composizione monocratica, tuttavia, ha, nei giorni scorsi, sciolto ogni dubbio stabilendo, con la massima formula assolutoria, la non colpevolezza del dirigente per inesistenza delle ipotesi di reato formulate.