Politica
Il presidio di Libera Terlizzi contro il Decreto sicurezza bis
Il referente Pasquale Ricciotti:«Perché non ci si concentra sui giovani italiani che emigrano all'estero?»
Terlizzi - martedì 6 agosto 2019
06.00
Il presidio terlizzese di Libera, nei giorni scorsi, ha aderito al richiamo nazionale di Don Luigi Ciotti sulla mobilitazione, in tutto il territorio italiano, a sfavore del cosiddetto "Decreto sicurezza bis", affinché una voce corale potesse persuadere i senatori dall'astenersi a votare il decreto. «LA DISUMANITÀ NON PUÒ DIVENTARE LEGGE. #DECRETO SICUREZZA BIS. LIBERA TERLIZZI», è il messaggio scritto su uno striscione affisso sul balcone della sede dell'associazione in piazza Cavour n. 24.
Purtroppo, però, proprio ieri sera, lunedì 5 agosto, il decreto è diventato legge con 160 voti favorevoli, 57 voti contrari e 21 astenuti. Si tratta di un provvedimento voluto dal Ministro dell'Interno Matteo Salvini ed è composto da diciotto articoli. I primi cinque riguardano il soccorso in mare dei migranti, gli altri modificano il codice penale configurando una stretta sulla gestione dell'ordine pubblico durante le manifestazioni di protesta e sportive.
L'iniziativa di Libera è stata lanciata domenica 4 agosto, durante il raduno nazionale dei giovani della rete antimafia a Trappeto (PA), a casa di Danilo Dolci. Il Decreto Sicurezza Bis inasprisce le sanzioni e le pene per i migranti e chi li soccorre in mare, ponendo dei paletti per l'accesso alle navi, prevedendo sanzioni salatissime per le Ong e consentendo l'arresto in flagranza del capitano della nave.
Una legge che secondo gli aderenti di Libera costituisce un attentato al vivere civile di uno Stato di diritto, dal momento che creerà ancora più confusione ingenerando maggiori timori infondati tra le persone, senza invece regolamentare seriamente la questione immigrazione. Tra l'altro, nessun accenno viene minimamente fatto alla lotta alla mafia.
«A discapito del nome, questo decreto produrrà insicurezza, alimentando quel circolo vizioso di odio e xenofobia. Come Libera, continueremo a contrastare questa emorragia di umanità e a sensibilizzare i cittadini», commenta Pasquale Ricciotti, referente del presidio di Libera Terlizzi, «Ci si concentra sugli immigrati, ma non ci si rende conto che uno dei nostri veri problemi è costituito dall'alta percentuale di giovani migranti del Sud Italia che, per assenza di opportunità, lasciano casa e famiglia per andare all'estero e cercare lavoro».
Purtroppo, però, proprio ieri sera, lunedì 5 agosto, il decreto è diventato legge con 160 voti favorevoli, 57 voti contrari e 21 astenuti. Si tratta di un provvedimento voluto dal Ministro dell'Interno Matteo Salvini ed è composto da diciotto articoli. I primi cinque riguardano il soccorso in mare dei migranti, gli altri modificano il codice penale configurando una stretta sulla gestione dell'ordine pubblico durante le manifestazioni di protesta e sportive.
L'iniziativa di Libera è stata lanciata domenica 4 agosto, durante il raduno nazionale dei giovani della rete antimafia a Trappeto (PA), a casa di Danilo Dolci. Il Decreto Sicurezza Bis inasprisce le sanzioni e le pene per i migranti e chi li soccorre in mare, ponendo dei paletti per l'accesso alle navi, prevedendo sanzioni salatissime per le Ong e consentendo l'arresto in flagranza del capitano della nave.
Una legge che secondo gli aderenti di Libera costituisce un attentato al vivere civile di uno Stato di diritto, dal momento che creerà ancora più confusione ingenerando maggiori timori infondati tra le persone, senza invece regolamentare seriamente la questione immigrazione. Tra l'altro, nessun accenno viene minimamente fatto alla lotta alla mafia.
«A discapito del nome, questo decreto produrrà insicurezza, alimentando quel circolo vizioso di odio e xenofobia. Come Libera, continueremo a contrastare questa emorragia di umanità e a sensibilizzare i cittadini», commenta Pasquale Ricciotti, referente del presidio di Libera Terlizzi, «Ci si concentra sugli immigrati, ma non ci si rende conto che uno dei nostri veri problemi è costituito dall'alta percentuale di giovani migranti del Sud Italia che, per assenza di opportunità, lasciano casa e famiglia per andare all'estero e cercare lavoro».