Cronaca
Inizia il processo sul disastro ferroviario, i parenti delle vittime: «Vogliamo giustizia»
Nell'udienza richiesto l'inserimento della Regione tra i responsabili civili
Terlizzi - giovedì 11 aprile 2019
14.52
Ha preso il via oggi il processo relativo al disastro ferroviario del 12 luglio 2016, tra Andria e Corato, costato la vita a 23 persone. La prossima udienza sarà celebrata il 2 maggio nell'aula bunker del carcere di Trani a causa di alcuni problemi riscontrati nell'audio dell'aula di corte di assise del tribunale.
Nel corso della seduta sono state avanzate alcune nuove richieste di costituzione di parte civile mentre sette sono state revocate in seguito ai risarcimenti già ottenuti.
Richiesta anche dai legali di diversi parenti delle vittime la costituzione della Regione Puglia come responsabile civile. La richiesta era stata già avanzata in sede di udienza preliminare e respinta dal GUP per incompatibilità con il ruolo di parte civile. Su l'ammissibilità si pronuncerà la presidente Giulia Pavese.
In aula presenti molti dei familiari delle vittime che, anche in questa occasione, hanno voluto ricordare i loro parenti morti nella strage indossando magliette con il volto dei cari.
«Chiediamo giustizia, non possiamo chiedere altro. Chi ha sbagliato paghi affinché non abbia la possibilità di ripetere il reato. Dopo quasi tre anni da quel giorno nulla è cambiato, anzi è aumentata la rabbia perché abbiamo preso sempre più consapevolezza di quanto sia capitato» ha riferito Vincenzo Tedone, papà di Francesco Ludovico Tedone, tra le più giovani vittime del disastro ferroviario.
Anche Maria Aloysi, sorella di Anna, chiede a gran voce giustizia. «Spero che i giudici si mettano una mano sulla coscienza e diano giustizia a mia sorella e a tutte le altre vittime».
Nel corso della seduta sono state avanzate alcune nuove richieste di costituzione di parte civile mentre sette sono state revocate in seguito ai risarcimenti già ottenuti.
Richiesta anche dai legali di diversi parenti delle vittime la costituzione della Regione Puglia come responsabile civile. La richiesta era stata già avanzata in sede di udienza preliminare e respinta dal GUP per incompatibilità con il ruolo di parte civile. Su l'ammissibilità si pronuncerà la presidente Giulia Pavese.
In aula presenti molti dei familiari delle vittime che, anche in questa occasione, hanno voluto ricordare i loro parenti morti nella strage indossando magliette con il volto dei cari.
«Chiediamo giustizia, non possiamo chiedere altro. Chi ha sbagliato paghi affinché non abbia la possibilità di ripetere il reato. Dopo quasi tre anni da quel giorno nulla è cambiato, anzi è aumentata la rabbia perché abbiamo preso sempre più consapevolezza di quanto sia capitato» ha riferito Vincenzo Tedone, papà di Francesco Ludovico Tedone, tra le più giovani vittime del disastro ferroviario.
Anche Maria Aloysi, sorella di Anna, chiede a gran voce giustizia. «Spero che i giudici si mettano una mano sulla coscienza e diano giustizia a mia sorella e a tutte le altre vittime».