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Terlizzi in piazza contro il declassamento dell'ospedale FOTO
Solo qualche centinaio di persona, ma la politica si presenta unita
Terlizzi - lunedì 29 febbraio 2016
7.31
Terlizzi scende in piazza contro il declassamento dell'ospedale. Non è la stessa folla di quattordici anni fa quando la città dei fiori si mobilità contro il piano di riordino di Raffaele Fitto. Questa volta la città sembra quasi arresa e rassegnata a quanto deciso Michele Emiliano.
Qualche centinaia sono i terlizzesi presenti in via Pasquale Fiore. Fanno capannello attorno al sindaco Ninni Gemmato e agli altri politici presenti. Ci sono Marcello Gemmato, dirigente nazionale di Fratelli d'Italia. Arrivano anche il consigliere regionale Domenico Damascelli e poi Filippo Melchiorre. Presente anche il centrosinistra: il Partito Democratico con il segretario Franco Barile e il capogruppo Michelangelo de Chirico. C'è pure il presidente del consiglio comunale Michele Grassi e il movimento Città Civile. Mancano i medici, le organizzazioni sindacali, le associazioni di volontariato della città.
Nel suo intervento a microfono, Gemmato ripete che «i cittadini devono aver diritto a un ospedale e a dei servizi ospedalieri fatti bene. Soprattutto hanno diritto a sapere quali saranno i nove ospedali destinati alla chiusura. L'aria di Terlizzi e del nord barese in genere — continua Gemmato — è caratterizzata storicamente dall'assenza di un presidio ospedaliero di riferimento. Andria e Barletta sono a 30-40 chilometri di distanza da noi, il Policlinico è distante oltre 30 chilometri. Questo vale anche per Ruvo, Molfetta e Corato. Fino ad oggi i servizi ospedalieri erano divisi in queste diverse città con la prospettiva del grande polo ospedaliero del Nord Barese, previsto sulla dorsale adriatica. Ciò che sorprende negativamente è che l'amministrazione regionale in quattro anni nulla ha fatto per rendere esecutivo quel progetto. Oggi l'amministrazione pensa a un riordino che prevede un completo declassamento dell'ospedale di Terlizzi trasformando a struttura per lungodegenza, riabilitazione e trattamento post-acuzie. Il pronto soccorso non sarà più h24, ma lavorerà a tempo durante la giornata. Non credo i problemi si risolvano mortificando una struttura che è ancora all'altezza della situazione.»
Qualche centinaia sono i terlizzesi presenti in via Pasquale Fiore. Fanno capannello attorno al sindaco Ninni Gemmato e agli altri politici presenti. Ci sono Marcello Gemmato, dirigente nazionale di Fratelli d'Italia. Arrivano anche il consigliere regionale Domenico Damascelli e poi Filippo Melchiorre. Presente anche il centrosinistra: il Partito Democratico con il segretario Franco Barile e il capogruppo Michelangelo de Chirico. C'è pure il presidente del consiglio comunale Michele Grassi e il movimento Città Civile. Mancano i medici, le organizzazioni sindacali, le associazioni di volontariato della città.
Nel suo intervento a microfono, Gemmato ripete che «i cittadini devono aver diritto a un ospedale e a dei servizi ospedalieri fatti bene. Soprattutto hanno diritto a sapere quali saranno i nove ospedali destinati alla chiusura. L'aria di Terlizzi e del nord barese in genere — continua Gemmato — è caratterizzata storicamente dall'assenza di un presidio ospedaliero di riferimento. Andria e Barletta sono a 30-40 chilometri di distanza da noi, il Policlinico è distante oltre 30 chilometri. Questo vale anche per Ruvo, Molfetta e Corato. Fino ad oggi i servizi ospedalieri erano divisi in queste diverse città con la prospettiva del grande polo ospedaliero del Nord Barese, previsto sulla dorsale adriatica. Ciò che sorprende negativamente è che l'amministrazione regionale in quattro anni nulla ha fatto per rendere esecutivo quel progetto. Oggi l'amministrazione pensa a un riordino che prevede un completo declassamento dell'ospedale di Terlizzi trasformando a struttura per lungodegenza, riabilitazione e trattamento post-acuzie. Il pronto soccorso non sarà più h24, ma lavorerà a tempo durante la giornata. Non credo i problemi si risolvano mortificando una struttura che è ancora all'altezza della situazione.»