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Vita di città

Io, spogliarellista, vi racconto la mia Festa della Donna

E.C. giovanissimo spogliarellista di Terlizzi racconta il dietro le quinte di uno spettacolo sexy

Fiori, serate in discoteca, cene appositamente organizzate per la ricorrenza. E talvolta anche spogliarellisti e ballerini mezzi nudi per il divertimento di donne trepidanti. Sono gli ingredienti tipici della "festa della donna", giornata che commemora la morte di centinaia di operaie avvenuta nel rogo di una fabbrica di camicie avvenuto nel 1908 a New York ma che è finita per essere l'occasione per divertirsi un po'. TerlizziViva.it ha incontrato E.C., venticinquenne terlizzese, che negli ultimi cinque anni tra le altre cose ha svolto la professione di spogliarellista.

Come inizia la tua esperienza con gli spogliarelli e cosa ti ha spinto ad entrare in questo particolare mondo di vizi e virtù?
E' iniziato tutto quando avevo all'incirca vent'anni: ero in cerca di lavoro per la stagione estiva e partii da Terlizzi alla volta della pianura padana, credendo di poter trovare qualcosa di meglio al nord. Ho sempre avuto, nella mia vita, il desiderio di lavorare in un bar: credevo di aver coronato quel sogno quando riuscì a trovare un posto come barista in un locale nei pressi di Reggio Emilia. Un giorno il proprietario mi disse: "Forse rendi meglio se ti spogli!". Chiesi spiegazioni e lui mi mostrò la possibilità di far soldi mettendo in mostra il mio corpo in serate appositamente organizzate per far divertire le donne ed io, con poca presa di coscienza, accettai ad occhi chiusi.

Sapresti spiegare ai nostri lettori come si svolge solitamente uno spettacolo di questo genere e le regole da seguire in queste determinate occasioni?
In questo mondo ci sono due generi di feste: la festa nel locale e la festa privata in casa. Nel primo caso prepari un mini-spettacolo con altri ragazzi, con il solo fine di spogliarti: un giorno ti vesti da marinaio, un giorno da militare, un giorno da poliziotto, ma il balletto preparato è sempre quello. In tali circostanze, non puoi dedicarti ad una sola ragazza perché tutte hanno pagato per quella serata, però il locale per cui ti esibisci ti dà la possibilità di scegliere, al termine dello stacchetto, due o tre ragazze da portare sul palco. Attenzione, in questi casi non puoi farti toccare, specialmente le zone intime, al contrario di quanto accade nelle feste private, in cui sei solo e ti esibisci per la singola ragazza, solitamente la festeggiata, e puoi fare davvero di tutto.

Hai avuto la possibilità di fare esperienze nel nostro paese quando sei tornato? Sai dirci quanto è diffusa anche a Terlizzi la moda di queste serate "only women"?
Di esperienze a Terlizzi ne ho avute ben poche, in quanto non amo farmi conoscere in questa veste, sebbene io abbia fin da subito messo al corrente la mia famiglia di questo mio mestiere, trovando piena comprensione da parte loro per fortuna. Per questo motivo ho lavorato molto sul territorio di paesi limitrofi, come ad esempio Ruvo di Puglia e Corato. E devo dire che qui da noi si lavora più con le feste private che con le serate, in particolare con quelle organizzate da donne di una certa età, aventi una famiglia o dei figli, magari divorziate, che per una voglia di riscatto personale cercano di divertirsi con qualcuno più giovane e non logorato dai segni del tempo.

Nell'immaginario delle ragazze, lo spogliarellista è l'uomo che riceve le proposte più spinte.
Smentisco il mito che lo spogliarellista diviene un oggetto e un giocattolo nelle mani di una donna, perché la mia esperienza insegna che l'essere femminile alcune volte perde di vista la sua dignità e finisce, in qualche maniera, a farsi sottomettere: sono io che scelgo chi chiamare tra le ragazze presenti, cosa farci, se farmi toccare e così via. In quel momento, lei è così presa dal corpo che ha di fronte che farebbe di tutto: una volta mi è capitata la situazione in cui delle ragazze hanno voluto mangiare del cibo adagiato sul mio torace e sui miei slip (e vi lascio immaginare il resto). Certamente ho avuto proposte di rapporti sessuali, anche da parte di donne più grandi di me, e non nego di averne accettata qualcuna. Chiaramente, in quel frangente, il sesso non diviene null'altro che un gioco, senza sentimenti e orientato al solo fine di godere.

Sappiamo che hai dovuto abbandonare il mondo degli spogliarelli. E' una tua decisione spontanea o forzata da qualche altra causa che ti ha spinto a cercare di meglio? Credi che troncare i contatti con questo mondo possa essere utile alla tua persona e all'idea che di te quest'esperienza ha tirato fuori?
All'inizio la presi alla leggera, quasi come un gioco, spinto dalla sola voglia di guadagnare in maniera facile: alla mia prima serata ero imbarazzatissimo, tanto che per farmi sciogliere mi diedero tanto da bere. Quella sera mi limitai a girare tra i tavoli per intrattenere le signore in sala. Con il tempo ti ci abitui a questo ruolo, però l'esperienza ti aiuta a cacciar fuori un lato di te vanitoso ed egocentrico al punto che rimani intrappolato dall'idea di piacere per ciò che appari e non per ciò che realmente sei. E' proprio per scoprire il mio essere al di fuori dal personaggio che di me avevo costruito che ho scelto di abbandonare, magari ritornando ad inseguire quel mio sogno di fare il barista che nutrivo qualche anno fa.
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