Cronaca
L'Appello ribalta la sentenza di condanna per Dello Russo: assolto
L'uomo, figlio dello storico «Malandrino», era accusato di aver tentato di uccidere Gioacchino Baldassarre nel 2015
Terlizzi - venerdì 8 marzo 2024
8.28
Assolto dall'accusa di tentato omicidio «perché il fatto non costituisce reato». Con questa motivazione la Corte d'Appello di Bari ha assolto Roberto Dello Russo dall'accusa di avere tentato di ammazzare Gioacchino Baldassarre, a Terlizzi, nella rovente estate del 2015. Ribaltando così la condanna inflitta in primo grado.
Nel 2019, infatti, il figlio dello storico «Malandrino» fu condannato dal Tribunale di Trani in primo grado a 13 anni e 6 mesi di carcere per tentato omicidio, lesioni, detenzione e porto di arma comune da sparo. Ieri, però, i giudici della terza sezione d'Appello hanno assolto il 43enne, difeso dagli avvocati Ada Rosito e Giusida Sanseverino, dal reato più grave, quello di tentato omicidio, «rideterminando la pena inflitta in ordine agli ulteriori reati» in 3 anni e 4 mesi e 6mila euro di multa.
La lunga faida fra i due gruppi risale al 30 giugno 2015, quando un commando di quattro persone, un intero nucleo familiare composto da Giuseppe Baldassarre e dai figli Michele, Vincenzo e Gioacchino, quest'ultimo già condannato per l'omicidio del padre di Roberto Dello Russo, Giovanni, cercarono di uccidere il figlio. I quattro, armati di kalashnikov e revolver 357 magnum, erano diretti per una rappresaglia verso il clan rivale, capeggiato dal boss, intercettato in via dei Garofani.
Ma Dello Russo, dopo un violento conflitto a fuoco in pieno centro e dopo essere sfuggito alla loro vendetta, ebbe la meglio sui rivali e reagì, colpendo Giuseppe e Michele Baldassarre, entrambi rimasti feriti. Anche lui fu arrestato due mesi dopo, anche se dall'accusa di tentato omicidio, come deciso ieri, n'è uscito pulito.
Nel 2019, infatti, il figlio dello storico «Malandrino» fu condannato dal Tribunale di Trani in primo grado a 13 anni e 6 mesi di carcere per tentato omicidio, lesioni, detenzione e porto di arma comune da sparo. Ieri, però, i giudici della terza sezione d'Appello hanno assolto il 43enne, difeso dagli avvocati Ada Rosito e Giusida Sanseverino, dal reato più grave, quello di tentato omicidio, «rideterminando la pena inflitta in ordine agli ulteriori reati» in 3 anni e 4 mesi e 6mila euro di multa.
La lunga faida fra i due gruppi risale al 30 giugno 2015, quando un commando di quattro persone, un intero nucleo familiare composto da Giuseppe Baldassarre e dai figli Michele, Vincenzo e Gioacchino, quest'ultimo già condannato per l'omicidio del padre di Roberto Dello Russo, Giovanni, cercarono di uccidere il figlio. I quattro, armati di kalashnikov e revolver 357 magnum, erano diretti per una rappresaglia verso il clan rivale, capeggiato dal boss, intercettato in via dei Garofani.
Ma Dello Russo, dopo un violento conflitto a fuoco in pieno centro e dopo essere sfuggito alla loro vendetta, ebbe la meglio sui rivali e reagì, colpendo Giuseppe e Michele Baldassarre, entrambi rimasti feriti. Anche lui fu arrestato due mesi dopo, anche se dall'accusa di tentato omicidio, come deciso ieri, n'è uscito pulito.