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Attualità
L'Asl ci ripensa, riapre Pneumologia al "Sarcone" di Terlizzi
Dopo appena 3 giorni, arrivato il contrordine dai vertici dell'Asl Bari
Terlizzi - lunedì 17 luglio 2017
8.09
Chiudete Pneumologia di Terlizzi. Anzi no… ci siamo sbagliati… riapritela. L'Asl di Bari ci ha ripensato e dopo appena tre giorni dalla decisione di sospendere i ricoveri nell'unità operativa di Pneumologia/Riabilitazione respiratoria dell'ospedale di Terlizzi, è arrivato il contrordine firmato dalla stessa dottoressa Angela Leaci, direttore medico del San Paolo di Bari (da cui dipende il «Sarcone» di Terlizzi).
Una gaffe clamorosa da parte dei vertici della sanità regionale che denota quantomeno il caos organizzativo in cui versano gli ospedali pugliesi, in particolar modo quelli del nord barese. La decisione iniziale di chiudere il reparto di Pneumologia e riabilitazione respiratoria di Terlizzi era stata motivata dalla mancanza di medici anestesisti. Evidentemente è mancata un'adeguata consultazione con gli operatori medici e sanitari del posto, del «Sarcone», letteralmente spiazzati da una decisione calata dall'alto all'improvviso. A quanto pare le proteste e i malumori hanno avuto effetto: l'Asl si è rimangiata in soli tre giorni la propria decisione stabilendo che i medici attualmente in servizio di adopereranno con servizi a prestazioni aggiuntive, per far fronte alla carenza di personale.
Una gaffe clamorosa da parte dei vertici della sanità regionale che denota quantomeno il caos organizzativo in cui versano gli ospedali pugliesi, in particolar modo quelli del nord barese. La decisione iniziale di chiudere il reparto di Pneumologia e riabilitazione respiratoria di Terlizzi era stata motivata dalla mancanza di medici anestesisti. Evidentemente è mancata un'adeguata consultazione con gli operatori medici e sanitari del posto, del «Sarcone», letteralmente spiazzati da una decisione calata dall'alto all'improvviso. A quanto pare le proteste e i malumori hanno avuto effetto: l'Asl si è rimangiata in soli tre giorni la propria decisione stabilendo che i medici attualmente in servizio di adopereranno con servizi a prestazioni aggiuntive, per far fronte alla carenza di personale.