Scuola
L'educazione ai sentimenti al centro di un seminario della scuola "San Giovanni Bosco"
Fondamentale il ruolo della scuola nella lotta al bullismo
Terlizzi - domenica 8 maggio 2022
Comunicato Stampa
La presentazione del volume "La forza mite dell'educazione", edito da Franco Angeli, nell'Auditorium del plesso di via Millico n.13 della scuola primaria "San Giovanni Bosco" si è rivelato un vero e proprio seminario in presenza.
Il volume scritto da Francesca Jole Garofoli, Loredana Perla, Ilenia Amati e Maria Teresa Santacroce si presenta come un dispositivo pedagogico di contrasto al bullismo e cyberbullismo e pone l'accento su quali siano le possibili strategie educative da mettere in atto per gestire il conflitto e soprattutto educare ai sentimenti.
La Dirigente Scolastica Clara Peruzzi, in veste di moderatrice, ha aperto l'incontro delineando a grandi linee il fenomeno del bullismo concentrando l'attenzione sul ruolo sia della scuola, che deve mettere in atto misure preventive e di contrasto verso ogni forma di violenza e prevaricazione, sia della famiglia che deve collaborare vigilando il più possibile sui comportamenti dei propri figli.
Le relatrici sono intervenute illustrando la questione dal proprio punto di vista professionale pervenendo ai medesimi assunti. Spesso gli adulti tollerano il sopruso che, talvolta, è lasciato agire inconsapevolmente in classe per "povertà" di conoscenza del fenomeno e degli strumenti del contrasto.
Proprio per questo occorre una formazione specifica e diffusa non solo sulle pratiche di gestione del contrasto al bullismo nel gruppo-classe, ma anche sulle tecniche di comunicazione con i genitori che spesso sorvolano inconsapevolmente sulle condotte antisociali dei figli o delle figlie. Il contrasto al bullismo e al cyberbullismo dovrebbe diventare un oggetto fondamentale di didattica dell'inclusione e, più latamente, di educazione civica.
Il volume mette in evidenza come sia importante non solo agire sulla diade bullo-vittima ma sull'intero contesto. Infatti, nel sistema scolastico sarebbe opportuno impostare una chiara politica di educazione al rispetto e alla legalità, capace di leggere precocemente i primi segni di manifestazione del fenomeno e, di conseguenza, introdurre specifici progetti mirati a contrastare ogni forma di bullismo e cyberbullismo, o più in generale di violenza, attraverso la "forza mite dell'educazione", la sola che faccia comprendere la "banalità del male" che soggiace a tali condotte.
Molteplici sono le domande alle quali le autrici provano a dare una risposta nel libro: "Come si costruisce una comunicazione efficace nel gruppo ove queste si manifestano? Come si parla alle famiglie di tali fenomeni? Come è possibile affrontare l'evento perturbatore della condotta bullistica che irrompe in classe? Quali strategie psicopedagogiche è possibile mettere in atto per trasformare un contesto viziato da dinamiche bullistiche in un contesto autenticamente educativo?".
Il tutto a partire da un'indagine esplorativa dei bisogni formativi che hanno mosso la ricerca-formazione realizzata con una rete di scuole pugliesi.
Secondo le autrici questi fenomeni si combattono attraverso l'educazione ai sentimenti e insegnando ai professionisti dell'educazione - insegnanti, educatori, formatori - a saper discriminare tra scherzo, comportamento prepotente e comportamento da bullo.
Il volume scritto da Francesca Jole Garofoli, Loredana Perla, Ilenia Amati e Maria Teresa Santacroce si presenta come un dispositivo pedagogico di contrasto al bullismo e cyberbullismo e pone l'accento su quali siano le possibili strategie educative da mettere in atto per gestire il conflitto e soprattutto educare ai sentimenti.
La Dirigente Scolastica Clara Peruzzi, in veste di moderatrice, ha aperto l'incontro delineando a grandi linee il fenomeno del bullismo concentrando l'attenzione sul ruolo sia della scuola, che deve mettere in atto misure preventive e di contrasto verso ogni forma di violenza e prevaricazione, sia della famiglia che deve collaborare vigilando il più possibile sui comportamenti dei propri figli.
Le relatrici sono intervenute illustrando la questione dal proprio punto di vista professionale pervenendo ai medesimi assunti. Spesso gli adulti tollerano il sopruso che, talvolta, è lasciato agire inconsapevolmente in classe per "povertà" di conoscenza del fenomeno e degli strumenti del contrasto.
Proprio per questo occorre una formazione specifica e diffusa non solo sulle pratiche di gestione del contrasto al bullismo nel gruppo-classe, ma anche sulle tecniche di comunicazione con i genitori che spesso sorvolano inconsapevolmente sulle condotte antisociali dei figli o delle figlie. Il contrasto al bullismo e al cyberbullismo dovrebbe diventare un oggetto fondamentale di didattica dell'inclusione e, più latamente, di educazione civica.
Il volume mette in evidenza come sia importante non solo agire sulla diade bullo-vittima ma sull'intero contesto. Infatti, nel sistema scolastico sarebbe opportuno impostare una chiara politica di educazione al rispetto e alla legalità, capace di leggere precocemente i primi segni di manifestazione del fenomeno e, di conseguenza, introdurre specifici progetti mirati a contrastare ogni forma di bullismo e cyberbullismo, o più in generale di violenza, attraverso la "forza mite dell'educazione", la sola che faccia comprendere la "banalità del male" che soggiace a tali condotte.
Molteplici sono le domande alle quali le autrici provano a dare una risposta nel libro: "Come si costruisce una comunicazione efficace nel gruppo ove queste si manifestano? Come si parla alle famiglie di tali fenomeni? Come è possibile affrontare l'evento perturbatore della condotta bullistica che irrompe in classe? Quali strategie psicopedagogiche è possibile mettere in atto per trasformare un contesto viziato da dinamiche bullistiche in un contesto autenticamente educativo?".
Il tutto a partire da un'indagine esplorativa dei bisogni formativi che hanno mosso la ricerca-formazione realizzata con una rete di scuole pugliesi.
Secondo le autrici questi fenomeni si combattono attraverso l'educazione ai sentimenti e insegnando ai professionisti dell'educazione - insegnanti, educatori, formatori - a saper discriminare tra scherzo, comportamento prepotente e comportamento da bullo.