Politica
L'immigrazione al centro di un ordine del giorno di Zappatore, Sigrisi e Volpe
Chiedono la sospensione temporanea del decreto legge in materia di sicurezza
Terlizzi - martedì 20 novembre 2018
15.25
Si impegnano sul fronte immigrazione i consiglieri comunali d'opposizione Daniela Zappatore, Giampaolo Sigrisi e Giuseppe Volpe sottoscrivendo un ordine del giorno da sottoporre alla massima assise cittadina, al fine di chiedere la sospensione temporanea degli effetti del D.L. n. 113/2018 in materia di sicurezza fino alla conclusione del suo iter parlamentare. L'obiettivo è quello di confrontarsi con il territorio terlizzese, analizzando le conseguenze che la normativa potrebbe produrre sia in termini economici che sociali e di sicurezza.
L'iniziativa dei consiglieri si associa a quella promossa da circa sessanta amministratori pugliesi di "Italia in comune Puglia", sotto la guida del sindaco bitontino Michele Abbaticchio, dopo che anche il Consiglio Superiore della Magistratura ha espresso parere negativo su tale decreto, manifestamente incostituzionale nella parte che si occupa di migranti e richiedenti asilo.
Il decreto prevede circa ventimila migranti in meno nel circuito dell'accoglienza attualmente in funzione, nonché la revoca di quasi 1500 permessi di protezione umanitaria e la chiusura di decine Cas e Sprar. «Il sistema elaborato nel decreto immigrazione e sicurezza rischia di essere fallimentare» affermano i tre consiglieri, dal momento che secondo le stime ANCI «280 milioni di euro di costi amministrativi ricadrebbero su servizi sociali e sanitari delle singole città».
Gli effetti del provvedimento travolgerebbero l'intera comunità, con l'incremento dei casi di clandestinità, di emarginazione sociale e del tasso di criminalità, a causa della dispersione di numerosi giovanissimi che sarebbero segnati da un futuro di precarietà, stenti ed espedienti.
«Come dovrebbe condurre questo provvedimento a una maggiore sicurezza nelle città se l'attuale Governo non ha stipulato nemmeno un accordo con i Paesi di provenienza dei migranti per il loro rimpatrio?», si domandano Zappatore, Sigrisi e Volpe, «Se questi soggetti vengono sbattuti fuori dai centri di accoglienza e non vengono rimpatriati, dove finiranno, se non sulle nostre strade?».
L'iniziativa dei consiglieri si associa a quella promossa da circa sessanta amministratori pugliesi di "Italia in comune Puglia", sotto la guida del sindaco bitontino Michele Abbaticchio, dopo che anche il Consiglio Superiore della Magistratura ha espresso parere negativo su tale decreto, manifestamente incostituzionale nella parte che si occupa di migranti e richiedenti asilo.
Il decreto prevede circa ventimila migranti in meno nel circuito dell'accoglienza attualmente in funzione, nonché la revoca di quasi 1500 permessi di protezione umanitaria e la chiusura di decine Cas e Sprar. «Il sistema elaborato nel decreto immigrazione e sicurezza rischia di essere fallimentare» affermano i tre consiglieri, dal momento che secondo le stime ANCI «280 milioni di euro di costi amministrativi ricadrebbero su servizi sociali e sanitari delle singole città».
Gli effetti del provvedimento travolgerebbero l'intera comunità, con l'incremento dei casi di clandestinità, di emarginazione sociale e del tasso di criminalità, a causa della dispersione di numerosi giovanissimi che sarebbero segnati da un futuro di precarietà, stenti ed espedienti.
«Come dovrebbe condurre questo provvedimento a una maggiore sicurezza nelle città se l'attuale Governo non ha stipulato nemmeno un accordo con i Paesi di provenienza dei migranti per il loro rimpatrio?», si domandano Zappatore, Sigrisi e Volpe, «Se questi soggetti vengono sbattuti fuori dai centri di accoglienza e non vengono rimpatriati, dove finiranno, se non sulle nostre strade?».